Il 7 luglio 1960 è passato alla storia come il giorno della strage di Reggio Emilia. Il governo Tambroni diede ordine alla polizia di sparare ad altezza d'uomo, a fine settimana i morti in Italia furono undici, centinaia i feriti. A Reggio Emilia in particolare, persero la vita:
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Genova luglio 1960 |
- Lauro Farioli , operaio di 22 anni, orfano di padre, sposato e padre di un bambino.
- Ovidio Franchi, operaio di 19 anni, il più giovane dei caduti.
- Marino Serri, pastore di 41 anni, partigiano della 76a, primo di sei fratelli.
- Afro Tondelli, operaio di 36 anni, partigiano della 76a SAP, è il quinto di otto fratelli.
- Emilio Reverberi, operaio di 39 anni, partigiano nella 144a Bgt. Garibaldi, era commissario politico nel distaccamento "G. Amendola".
Il governo democristiano sostenuto dai fascisti dell' MSI (il partito che darà i natali a Fini, La Russa, Gasparri e che sarà incubatrice di terrorismo stragista) decise che il congresso del partito neofascista si doveva tenere nella rossa Genova. I genovesi scesero in piazza per evitare quello scempio, la protesta dilagò in tutta Italia e venne repressa nel sangue. I ragazzi che scesero in piazza erano quelli "delle magliette a strisce" per via della moda del tempo che voleva magliette a strisce orizzontali. I fascisti non fecero il loro congresso e Tambroni si dovette dimettere. Non è mai stato processato per omicidio plurimo premeditato.
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genova dopo la fuga dei ratti neri senza congresso |
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