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sabato 19 maggio 2012

Assassini a Brindisi


E se avesse ragione Gad Lerner che dice che quando c’è vuoto di potere le mafie e i terroristi temono di perdere il potere?
Melissa Bassi, la ragazza ammazzata
Le notizie scorrono veloci e contradditorie sullo schermo, Prima una ragazza morta, poi due, poi di nuovo una sola. Comunque a Brindisi la barbarie ha fatto strage di democrazia. Si parla insistentemente di criminalità organizzata, d’altra parte non si capisce bene quale altra possa essere la matrice. Il Salento di nuovo preso di mira in maniera assolutamente inedita, mai era successo che i criminali osassero colpire una scuola, queste operazioni sono degne di terrorismi che già abbiamo conosciuto negli anni ’70, quello dei fascisti spalleggiati da servizi segreti deviati, oggi si mutua quello stile. Mentre scrivo, in TV dicono che gli inquirenti indagano a 360 gradi, qualcuno ipotizza il gesto di un folle, non convince molto questa ipotesi in quanto, dalle prime notizie, si sa di un cassonetto spostato per mascherare la bomba, e di un ordigno azionato a distanza, non convince anche se, come dice il giornalista in TV, si trattava forse di due bombolette di gas. Anche il ministro Cancellieri sottolinea come l’attentato sia inusuale per le mafie. In ogni caso rimane sottilissimo il confine fra comportamenti mafiosi e mafiogeni.  Mentre scrivo, l’unica certezza è la  ragazzina morta in un periodo di crisi economica e di recrudescenza della criminalità organizzata che vuole pervicacemente tenere le zone del potere che ha conquistato. Manca purtroppo una decisa risposta della società. In centro a Lecce questa mattina sciamavano studenti “è la giornata dell’arte” mi dice uno di loro. Chiedo se sanno cosa è successo a Brindisi “Si, abbiamo sentito, che vuole farci? Gli italiani non fanno nulla, i politici neppure” “Perché non organizzate una manifestazione, un sit in, perché non ne parlate? Siete in tanti qui in piazza Mazzini” dico quasi sconsolato “A che serve? Io sono un rivoluzionario comunista, ma non serve a nulla, non c’è democrazia”. “Ci vuole un colpo si stato delle forze dell’ordine” rincalza un suo amico. Li guardo, chiedo se ne sono convinti veramente, hanno dai 17 ai 19 anni, mi dicono che “si” ne sono convinti, “non un colpo di stato fascista però, quelli come una volta” (sic). Interrompo l’ascolto, sconsolato, triste e avvilito me ne vado.

Questo è forse il brodo di coltura idoneo per chi vuole assassinare quel poco che resta della democrazia in Italia. Crisi economica unita a disinformazione, scoramento e senso di impotenza delle persone e al fatto di essere governati da tecnici nominati sostenuti di un parlamento di nominati. Nessuno eletto, nessuno che rappresenti un territorio, tutti che si sforzano di rappresentare tutto con scarsissima capacità di gestire nulla.
Forse è il caso di riascoltare quel che succede attorno a noi, di parlare con le persone. Forse è il caso che i democratici (tutti quanti, non quelli che si chiamano così perché iscritti ad un partito) tornino nelle piazze a rivendicare voglia di politica e orgoglio contro le mafie di qualunque colore. Il ministro Cancellieri dice che in Italia ci sono 14.000 obiettivi sensibili e se servirà minaccia di utilizzare l’esercito. I tecnici del governo nominato che diventa “forte” sono al lavoro?     
Ogni momento di riproposizione della democrazia, in difesa della Costituzione e di lotta contro i comportamenti mafiosi e mafiogeni è indispensabile, come dice Libera per bocca di Don Ciotti.  

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