E se avesse ragione Gad Lerner che dice che quando c’è vuoto
di potere le mafie e i terroristi temono di perdere il potere?
Melissa Bassi, la ragazza ammazzata |
Le notizie scorrono veloci e contradditorie sullo schermo,
Prima una ragazza morta, poi due, poi di nuovo una sola. Comunque a Brindisi la
barbarie ha fatto strage di democrazia. Si parla insistentemente di criminalità
organizzata, d’altra parte non si capisce bene quale altra possa essere la
matrice. Il Salento di nuovo preso di mira in maniera assolutamente inedita,
mai era successo che i criminali osassero colpire una scuola, queste operazioni
sono degne di terrorismi che già abbiamo conosciuto negli anni ’70, quello dei
fascisti spalleggiati da servizi segreti deviati, oggi si mutua quello stile. Mentre
scrivo, in TV dicono che gli inquirenti indagano a 360 gradi, qualcuno ipotizza
il gesto di un folle, non convince molto questa ipotesi in quanto, dalle prime
notizie, si sa di un cassonetto spostato per mascherare la bomba, e di un
ordigno azionato a distanza, non convince anche se, come dice il giornalista in
TV, si trattava forse di due bombolette di gas. Anche il ministro Cancellieri
sottolinea come l’attentato sia inusuale per le mafie. In ogni caso rimane
sottilissimo il confine fra comportamenti mafiosi e mafiogeni. Mentre scrivo, l’unica certezza è la ragazzina morta in un periodo di crisi
economica e di recrudescenza della criminalità organizzata che vuole
pervicacemente tenere le zone del potere che ha conquistato. Manca purtroppo
una decisa risposta della società. In centro a Lecce questa mattina sciamavano
studenti “è la giornata dell’arte” mi dice uno di loro. Chiedo se sanno cosa è
successo a Brindisi “Si, abbiamo sentito, che vuole farci? Gli italiani non
fanno nulla, i politici neppure” “Perché non organizzate una manifestazione, un
sit in, perché non ne parlate? Siete in tanti qui in piazza Mazzini” dico quasi
sconsolato “A che serve? Io sono un rivoluzionario comunista, ma non serve a
nulla, non c’è democrazia”. “Ci vuole un colpo si stato delle forze
dell’ordine” rincalza un suo amico. Li guardo, chiedo se ne sono convinti
veramente, hanno dai 17 ai 19 anni, mi dicono che “si” ne sono convinti, “non
un colpo di stato fascista però, quelli come una volta” (sic). Interrompo
l’ascolto, sconsolato, triste e avvilito me ne vado.
Questo è forse il brodo di coltura idoneo per chi vuole
assassinare quel poco che resta della democrazia in Italia. Crisi economica unita
a disinformazione, scoramento e senso di impotenza delle persone e al fatto di
essere governati da tecnici nominati sostenuti di un parlamento di nominati.
Nessuno eletto, nessuno che rappresenti un territorio, tutti che si sforzano di
rappresentare tutto con scarsissima capacità di gestire nulla.
Forse è il caso di riascoltare quel che succede attorno a
noi, di parlare con le persone. Forse è il caso che i democratici (tutti
quanti, non quelli che si chiamano così perché iscritti ad un partito) tornino
nelle piazze a rivendicare voglia di politica e orgoglio contro le mafie di
qualunque colore. Il ministro Cancellieri dice che in Italia ci sono 14.000
obiettivi sensibili e se servirà minaccia di utilizzare l’esercito. I tecnici
del governo nominato che diventa “forte” sono al lavoro?
Ogni momento di riproposizione della democrazia, in difesa
della Costituzione e di lotta contro i comportamenti mafiosi e mafiogeni è
indispensabile, come dice Libera per bocca di Don Ciotti.
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