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lunedì 14 maggio 2012

intervista al sindaco di Castro


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Alfonso Capraro


Dalla piazza di Castro si domina il mare, all’imbrunire lo spettacolo è meravigliosamente pacato.   Un manifesto annuncia per sabato 12 una festa in piazza, la nuova amministrazione saluta e ringrazierà i cittadini che l’hanno suffragata.  
Nuova veramente, il sindaco uscente Luigi Carrozzo ha totalizzato 823 voti; il nuovo sindaco del Comune di Castro è Alfonso Capraro con 990 preferenze.
Con Capraro abbiamo parlato seduti su una panchina proprio in quella piazzetta.

“Signor sindaco, la sua è un’amministrazione di centro sinistra?”

“Da ragazzo avevo un idolo, si chiamava Che Guevara, poi il tempo è passato, non voglio connotare la mia amministrazione con un’appartenenza netta al centro sinistra, il mio interesse primario è Castro. Io per professione sono colonnello dell’esercito alla scuola di cavalleria di Lecce. Nel comporre la lista abbiamo individuato le persone di varia appartenenza che si ponevano il problema di cambiare strada a Castro. Fra noi abbiamo il PD nella persona del segretario cittadino e consiglieri di Io Sud, UDC, Indipendenti, fino a PDL contrari all’amministrazone uscente. La nostra è una lista civica che ha a cuore il futuro di Castro, le appartenenze politiche sono saltate. Il PD è preponderante, tuttavia siamo una coalizione composita”.

“SEL esiste a Castro?”

“No, però appena avrò l’opportunità di farlo chiamerò il presidente Vendola per conoscerlo e parlare dell’amministrazione. Vede, io ascolto Vendola e condivido molte delle cose che dice, al di là delle appartenenze”.

“Castro deve uscire da un tunnel o ha solo rinnovato un’amministrazione stanca?”

“Dobbiamo uscire da un tunnel, il sindaco uscente è stato assessore per due mandati precedenti, dopo aver fatto il sindaco per i dieci anni,  in trent’anni di esercizio del potere i rapporti si cementificano e si rischia di seguire strade che definirei non ortodosse. Un potere esercitato in modo egocentrico”

“Feudale?”

“E’ vero che siamo sotto al castello, però la definirei egocentrica. Noi intendiamo amministrare in modo partecipato con i cittadini e in maniera trasparente, cosa che è mancata fino ad oggi. Le faccio un esempio, sull’albo pretorio on line i documenti e le delibere sono tutti “non disponibili”, manca trasparenza”.

“Quali problemi urgenti dovrà affrontare da oggi?”

“Vede, io non ho esperienza amministrativa e politica pregressa, per cui i problemi li vedo da cittadino. Intanto dovrò occuparmi di ricucire il tessuto sociale spaccato nettamente dalle appartenenze”

“Mi spiega meglio?”

“Qui vigeva il detto “chi non è con noi è contro di noi”, noi riteniamo che l’amministrazione debba seguire criteri di giustizia ed equità per tutti, cosa che è mancata negli ultimi anni. Poi c’è il problema urbanistico, la necessità di rilanciare il paese. Si vede dalle piccole alle grandi cose, esiste approssimazione nell’arredo urbano, nella viabilità, nei servizi essenziali per il cittadino e per il turismo. Siamo a vocazione fortemente turistica e trattiamo male i turisti”.

“Ho notato che fuori dal centro storico esiste un’urbanizzazione che definirei quasi selvaggia”

“Prima eravamo frazione di Diso, poi siamo diventati Comune e non è mai stato adottato un piano regolatore. Si è andati avanti a individuare zone di ampliamento e a dare concessioni e a lottizzare in maniera disordinata. Io voglio un piano urbanistico”.

“Dietro le lottizzazioni spesso ci sono interessi particolari”

“Non lo voglio dire. Certo è che se mancano le regole ne approfitta chi alle regole non vuole sottostare”.

“La piazzetta, è successa la catastrofe del crollo e pare tutto fermo a tre anni fa”

“I tribunale sta indagando, la ricostruzione è iniziata, i proprietari si sono riuniti in consorzio, nell’assenza dell’amministrazione comunale che secondo me ha commesso errori, se fosse intervenuta forse non avremo questi ritardi assurdi. Probabilmente l’amministrazione avrebbe dovuto prendere in mano la ricostruzione da subito”

“Economicamente il Comune come sta?”

“Guardi, proprio oggi ho parlato con la segretaria, siamo in attesa del bilancio di previsione che è abbondantemente fuori tempo massimo. Ci serve per decidere interventi urgentissimi. L’estate è alle porte. Dobbiamo rivitalizzare la Zinzulusa, rifare l’arredo della piazzetta che è approssimativo. A Castro Marina non c’è una doccia, neppure un bagno per disabili, le sembra logico? Abbiamo il parco delle querce, bosco stupendo senza giochi per bimbi, senza acqua. Ora daremo un segno di cambiamento immediato in previsione dell’estate, da settembre andremo avanti. Ho individuato  aree da rivalutare, porremo le basi concettuali e organizzative per un ambizioso lavoro che rivaluti il comparto Zinzulusa Romanelli, il centro storico, Mucurune, la Litoranea per Santa Cesarea, il centro storico.”

“Ci sono emergenze sociali?”

“Ho parlato oggi con chi avrà la delega ai servizi sociali che mi faccia un censimento delle realtà bisognose. L’amministrazione passata badava a dare panettoni a Natale e regalini ai nuovi nati, noi intendiamo razionalizzare ogni spesa e utilizzare meglio il denaro proprio per situazioni emergenziali”.

“Con l’IMU come la mettiamo?”

“Devo studiare attentamente le norme. Intanto ho notato una notevole evasione fiscale che intendo perseguire, sia per la TARSU che per altre imposte”.

“Il porto?”

“ Sarà un grande problema, il porto è piccolo e insicuro. Occorre anche qui razionalizzare. Castro non è più un porto di pescatori, ne sono rimasti pochissimi. Intanto interverrò con ordinanze per vietare un pericolo grandissimo. In porto non c’è un distributore, il carburante viene portato su motocarri nelle taniche,  basta un piccolo incidente che può esplodere una bomba vera e propria. Un porto deve essere capiente e sicuro. Il nostro non lo è. La gestione è monopolistica, fino a ieri almeno”.

“Buon lavoro Sindaco” 


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