I Buddha fatti saltare dai talebani |
Smiling Buddha è il Buddha che sorride. Quale più aulico,
dolce messaggio? Vengono in mente persone in arancione, viene in mente la non violenza
gandhiana. In questi tempi cupi e bui soprattutto viene voglia di lasciarsi
andare a pensare a colline, fiori, primavera, ad aspettare il sole che scaldi e
il mare che avvolga. Smailing Buddha ci dà un senso di pace, pur se il mondo attorno
esplode di contraddizioni e di guerre. Noi che siamo stati abituati da sempre a
vedere utilizzato Dio (gli dei) per fare ogni tipo di scellerata guerra, dalle
Crociate e ancora prima, fino al gott mit uns sula fibbia delle cinture dei nazisti, e
ancora alle torri gemelle che tracollano perché Allah così vuole, israeliani
che massacrano palestinesi in nome e per conto di Dio, palestinesi che si fanno
esplodere in un centro commerciale e ancora e ancora. Noi che vediamo
governanti bunga bunghisti che vogliono la comunione perché loro si che sono
veri credenti e danno anche l’otto per mille alla chiesa cattolica. Noi che
abbiamo visto tutto ciò, anche se laici o atei, da sempre consideriamo il
Buddha come il Dio della pace, della meditazione e della serenità. Smiling
Buddha fu un’operazione partorita da Indira Gandhi, figliola del pacifista, il
7 settembre 1972. Si trattava non già di portare la pace nel mondo, piuttosto di
dare inizio alla ricerca in India su materiale nucleare nell’ambito del
programma BARC (Bhabba Atomic Research Centre) “a scopi pacifici” si disse
allora. Nessuno al mondo ci credette neppure per un attimo. Il successo dell’operazione
venne sancito il 18 maggio 1974 con la detonazione della prima arma nucleare
autoctona ed entrando nel novero delle nazioni criminali. In nome di Buddha.
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