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venerdì 18 maggio 2012

smiling Buddha


L'esplosione che ha distrutto una statua
I Buddha fatti saltare dai talebani
Smiling Buddha è il Buddha che sorride. Quale più aulico, dolce messaggio? Vengono in mente persone in arancione, viene in mente la non violenza gandhiana. In questi tempi cupi e bui soprattutto viene voglia di lasciarsi andare a pensare a colline, fiori, primavera, ad aspettare il sole che scaldi e il mare che avvolga. Smailing Buddha ci dà  un senso di pace, pur se il mondo attorno esplode di contraddizioni e di guerre. Noi che siamo stati abituati da sempre a vedere utilizzato Dio (gli dei) per fare ogni tipo di scellerata guerra, dalle Crociate e ancora prima, fino al gott mit uns  sula fibbia delle cinture dei nazisti, e ancora alle torri gemelle che tracollano perché Allah così vuole, israeliani che massacrano palestinesi in nome e per conto di Dio, palestinesi che si fanno esplodere in un centro commerciale e ancora e ancora. Noi che vediamo governanti bunga bunghisti che vogliono la comunione perché loro si che sono veri credenti e danno anche l’otto per mille alla chiesa cattolica. Noi che abbiamo visto tutto ciò, anche se laici o atei, da sempre consideriamo il Buddha come il Dio della pace, della meditazione e della serenità. Smiling Buddha fu un’operazione partorita da Indira Gandhi, figliola del pacifista, il 7 settembre 1972. Si trattava non già di portare la pace nel mondo, piuttosto di dare inizio alla ricerca in India su materiale nucleare nell’ambito del programma BARC (Bhabba Atomic Research Centre) “a scopi pacifici” si disse allora. Nessuno al mondo ci credette neppure per un attimo. Il successo dell’operazione venne sancito il 18 maggio 1974 con la detonazione della prima arma nucleare autoctona ed entrando nel novero delle nazioni criminali. In nome di Buddha. 

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