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mercoledì 18 aprile 2012

Cataldo Motta agli studenti

                             








Nel suo articolatissimo intervento il procuratore Motta si è soffermato in particolare sul rapporto fra territorio e criminalità, parlando di come quest’ultima tenda a diventare un vero e proprio Stato parallelo, a risolvere problemi che la burocrazia ufficiale rende difficoltoso affrontare, a fornire prestiti che le banche non concedono ecc. 
E le domande sono arrivate, sul lavoro, legalità, illegalità, sulla politica e sulle “tasse che strozzano commercianti e artigiani, per cui i problemi sono pesantissimi e le persone si sentono impotenti”, oppure sulla scuola “dove mancano risorse, insegnanti di sostegno e strumenti”. Sul perché ha scelto di fare il magistrato. Sulla necessità del rispetto delle regole. In particolare un ragazzo ha chiesto come si può uscire dalla gestione mafiosa dei territori: “non ci sono ricette, gli uomini passano, le mafie, come diceva Falcone, non avranno forse fine e si rinnoveranno, importante è cambiare la nostra mentalità, noi forse abbiamo operato non benissimo nei vostri confronti visto lo stato dell’economia e la mancanza di lavoro, ora dobbiamo attivarci tutti quanti. I valori costituzionali debbono essere riscoperti e rivalutati. La situazione non è rosea e il futuro tutto da scoprire. Questo non deve essere un alibi per lasciarsi andare, anche nell’ apparente mancanza di prospettive. Comunque dipenderà da voi e dalla vostra consapevolezza di imparare a convivere anche con le ansie e di essere comunque propositivi”.  

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