Nel suo articolatissimo
intervento il procuratore Motta si è soffermato in particolare sul rapporto fra
territorio e criminalità, parlando di come quest’ultima tenda a diventare un
vero e proprio Stato parallelo, a risolvere problemi che la burocrazia
ufficiale rende difficoltoso affrontare, a fornire prestiti che le banche non
concedono ecc.
Un posto di lavoro in questi
tempi è merce preziosa. Il commissario si trova innanzitutto a dover “legalizzare”
le situazioni, mettere in regola i dipendenti ed essere fiscalmente a posto.
Questa strada rende immediatamente fuori mercato le attività che sono costrette
al fallimento e alla chiusura. In sostanza, si legge su facebook dove il
dibattito è accesissimo, la mafia porta lavoro, lo stato lo toglie. E vista la
deriva della politica odierna, qualcuno sostiene, sempre nel social network, la
necessità di occuparsi dei politici e da lasciar lavorare Gianni Conad che in
fondo “fa del bene”.
E le domande sono arrivate, sul
lavoro, legalità, illegalità, sulla politica e sulle “tasse che strozzano
commercianti e artigiani, per cui i problemi sono pesantissimi e le persone si
sentono impotenti”, oppure sulla scuola “dove mancano risorse, insegnanti di sostegno
e strumenti”. Sul perché ha scelto di fare il magistrato. Sulla necessità del
rispetto delle regole. In particolare un ragazzo ha chiesto come si può uscire
dalla gestione mafiosa dei territori: “non ci sono ricette, gli uomini passano,
le mafie, come diceva Falcone, non avranno forse fine e si rinnoveranno,
importante è cambiare la nostra mentalità, noi forse abbiamo operato non
benissimo nei vostri confronti visto lo stato dell’economia e la mancanza di
lavoro, ora dobbiamo attivarci tutti quanti. I valori costituzionali debbono
essere riscoperti e rivalutati. La situazione non è rosea e il futuro tutto da
scoprire. Questo non deve essere un alibi per lasciarsi andare, anche nell’
apparente mancanza di prospettive. Comunque dipenderà da voi e dalla vostra
consapevolezza di imparare a convivere anche con le ansie e di essere comunque
propositivi”.
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