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sabato 21 aprile 2012

Elezioni e slogan


Comitati e manifesti, invasioni barbariche e slogan. Proviamo a districarci fra le offerte dei candidati alla guida della città. Ammalianti frasi ad effetto, ridondanti, alcune, ahinoi, luttuose. Perché mai utilizzare il colore viola? Perché usare il dialetto? Misteri della comunicazione, ascolto amici, a pochissimi piace quella roba lì. E si che era partita da lontano, con un manifesto non firmato, poi il registro è cambiato “…cumandamu nui…”. Ora attendiamo un po’ di colore qua e là, è primavera, perbacco.

Girovagando si legge e si impara. “Il mio impegno è per la vita” dice una bionda candidata. Slogan che non ammette repliche, chi oserebbe dire il contrario? Immaginate “il mio impegno è per la morte?” Che si tratti di un’antiabortista? E se fosse una cardiologa? E se invece avesse al primo punto del programma la lotta al tabagismo? Uno slogan così è un po’ come il partito “Democratico” o il “Popolo della libertà”, un vulnus per chi non è di quei partiti, una volta si era anticomunisti, ora chi è antidemocratico? O contro le libertà? Mah!

Passiamo ad altri comitati, due categorie  se la battono: chi scrive “L’esperienza al vostro servizio” è solitamente anziano, gli altri scrivono più o meno tutti “I giovani nel mio progetto”.
Poi ci sono gli estemporanei: “Impegno, passione, arte e cultura” (sic), manca la ricetta per la carbonara e c’è quasi tutto. O ancora “Una sfida in Comune: semplicemente donna” roba da disfida di Barletta al femminile?  Programma sintetico, quasi criptico!
C’è anche chi ci mette annema e core con richiami evocativi alla canzone partenopea  “Lecce nel cuore, il futuro nella mente”. A dirlo, nella fattispecie, è chi voleva monetizzare vendendo una scuola materna, ognuno ha la sua idea di futuro, in fondo.
I cinguettatori di facebook continuano a gorgheggiare a botte di manifesti: “Il vostro consenso la mia forza” e il suo interlocutore ribatte con: “Sempre…Vero” (sic) Firmato da una fiamma tricolore di almirantiana memoria.
C’è anche  “L’amico di sempre” e questo è bene. Amico di chi? Mio? Nostro? Degli amici? 
Il candidato che lavora tiene in mano una pennellessa per imbiancare chissà cosa, è vestito con giacca e cravatta. Ricordo mia mamma che vedendo in TV pubblicità di detersivi per piatti e signore indaffarate in tailleur e  mani laccate, affusolate e belle diceva “quella di piatti ne lava pochi”, il candidato pennellatore per farsi capire dagli elettori satunitensi, che notoriamente affollano i seggi elettorali, sfoggia la conoscenza delle lingue e scrive “Work in progress”. Invitiamolo a imbiancare il soggiorno vestito come sul manifesto, rideremo molto. A proposito, dal dialetto all’inglese, forse non hanno ancora capito che siamo in Italia?
Poi ci sono le “Posizioni decisive” (sic) opperbacco, questa si che piace, una frase rotonda rotonda (importante è che le posizioni abbiano le giuste misure, per non doverle rifare tutte).
E non manca la risposta colpo su colpo, ricordate quei  manifesti preelettorali con un ragazzo e una ragazza che dicevano “io ci sto, tu ci stai?” erano senza firma (quindi del PD) ed incomprensibilmente ammiccanti, abbiamo scommesso se si trattasse della pubblicità di nuovi profilattici piuttosto che di una campagna Trenitalia che annunciava più posti a sedere, poi si è disvelato l’inghippo. Ora c’è una candidata che scrive papale “in campo con tutti”. Toh, beccatevi questa!
E arriva (poteva mancare?) Sant'Oronzo. Lei, la candidata, lo guarda e lo slogan dice più o meno "Il miracolo fallo tu". Per vincere ci vuole un miracolo, in effetti.....
Al momento chiudo con l’inno al passato regime, da “taci il nemico ti ascolta” si è passati a: “Un ascolto al Comune”.
Fine della prima puntata, aspetto di leggere le plance, scommetto che ci sarà molto da imparare.

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