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martedì 3 gennaio 2012

Monti e le ex sinistre



Il link riporta ad un lunghissimo articolo di Franco Livorsi, attento osservatore delle cose della politica, filosofo e sicuramente “uomodisinistra”. Direi che è assolutamente condivisibile in ogni parola e politicamente corretto. Quanto meno dal punto di vista di chi crede che stiamo vivendo nell’unico mondo (e modo) possibile. Il problema gira tutto attorno a questa certezza. Potremmo chiamarlo realismo o senso del dovere di cittadini europei oltre che italioti, possiamo anche dire che a Monti è bene credere perché mal che vada non abbiamo nulla da perdere. Possiamo dire che Napolitano ha fatto un’operazione capolavoro, e lo dico senza paura e senza tema di smentita, Giorgio è stato il regista dell’uscita di scena del “peggiore” ed ha operato con maestria, capacità, realismo (quasi) socialista. Tuttavia temo che il re di tutti i puttanieri abbia ancora alcune possibilità di entrare al Quirinale con due anni di tempo per ridare verginità al suo operato e dopo aver permesso a guappi del calibro di Calderoli o Bossi di fare i rivoluzionari dopo aver massacrato le casse dello Stato (a loro insaputa ovviamente, ci fosse un leghista che capisce cosa ha votato in questi lunghi anni sarebbe grasso che cola, Tremonti indicava la via e loro la seguivano. A loro bastava mettere tasse agli immigrati sui permessi di soggiorno e governare territori arraffando dove possono, anche in cambio di favori a chicchessia, ma proprio a tutti, anche ai clan).




Tuttavia cosa sarebbe successo se un anno fa Napolitano, anziché concedere un mese di tempo all’arcoriano, avesse imposto un giretto alle camere immediato? Perché non lo fece? Per dare il tempo al signor bunga bunga di comprarsi un po’ di Scilipoti forse? Allora il Presidente della Repubblica si comportò in modo politicamente scorrettissimo. 
Il problema del ragionamento di Livorsi sta proprio, a parer mio, nel credere che non ci sia alternativa possibile all’economia globalizzata, a pochi investitori (speculatori) che da segrete stanze decidono in nome e per conto di intere nazioni. Noi dobbiamo fare una manovra da massacro sociale per evitare di finire come Grecia, Argentina e quasi come in Spagna. Per altro a Madrid si dice di non voler finire come l’Italia, ma questo è poco patriottico ammetterlo. Il problema sta nel voler credere che la politica sia un optional di cui far volentieri a meno. Ovviamente fa piacere a tutti vedere Passera che viaggia in treno, anziché La Russa che utilizza voli si stato per andare a vedere l’Inter, tuttavia Passera è un economista (per altro in odore di conflitto di interessi), sia pur concedendo ogni beneficio non è, al momento, un politico. Personalmente non mi ha fatto per nulla piacere vedere le lacrime di un ministro, mi parevano patetiche. Uscire dalle secche dell’economia con un governo non politico dovrebbe essere la panacea di ogni male? Allora a che serve la politica? Bastano i tecnici. Non si fosse spento con il maltolto basterebbe mettere Don Verzè alla sanità, oppure, perché no? Potremmo chiedere a gran voce Marchionne alle politiche del lavoro. Oppure mettere Erode agli asili nido che è lo stesso. Si può obiettare “usciamo da questo periodo, poi riparleremo di politica”. Mah, sarà, però ne usciremo con le ossa rotte e con la consapevolezza che se una banca USA fallisce perché ha rubato troppo, noi tutti dobbiamo salvare il culo ai banchieri e pagarne i prezzi. Il problema, penso, è che le sinistre italiane e forse europee hanno perso definitivamente e per sempre il dono della critica per coricarsi mollemente sull’accettazione del capitalismo più criminale come unico modo di vivere, non c’è alternativa possibile filosoficamente e politicamente. Allora anche Monti può essere l’unica possibile rivoluzione. Allora ben vengano le Merkel che dettano le regole all’Italia su cosa fare e su come farlo.  
da Il Manifesto



E poi, diciamolo, questo governo tecnico che si spaccia per salvatore dell’umanità ha fatto quello che avrebbe potuto fare un Berlusconi qualunque. Aumentare la benzina, i trinciato per sigarette, rimettere l’ICI sulla prima casa, minacciare l’IVA più alta di due punti, tutte cose scontate, ovvie, senza un briciolo di fantasia. Al momento restano intatti i costi della politica (quella inutile) perché i politici non vogliono, non si mette la patrimoniale perché quello di Arcore non la vuole, non si liberalizzano neppure i taxi perché i tassisti non vogliono, né le farmacie per lo stesso motivo. Non si interviene su quei templi monoteisti degli ordini professionali. Nulla di nuovo in sostanza, tranne i sacrifici per molti e aiuti alle banche che, come primo impatto, potranno vedere aumentati i conti correnti di chi fino ad oggi teneva i suoi mille e dieci euro sotto il cuscino.  Il problema è che se la faceva Tremonti questa manovra, sarebbe stato sicuramente in mala fede e avremmo fatto calare strali dall’alto, la fa Monti con il beneplacito delle ex sinistre, oggi conglomerati di neoconservatori tinti di rosa, e va tutto bene.

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