Oggi è il due agosto, è doveroso ricordare le 85 vittime della
strage di Bologna del due agosto 1980. Una carneficina che ha visto condannati
Mambro e Fioravanti ma sulla quale ancora troppe sono le ombre su mandanti ed
esecutori. Un processo che forse sarebbe bene rifare per scoprire alla buon’ora
la verità su questa e su tutte le stragi fasciste dagli anni ’60 del 900 ad
oggi. Rimane una realtà che si sa tutto sul terrorismo rosso, anche il colore
delle mutande di Moretti il giorno del rapimento di Aldo Moro, ma pochissimo
sulle stragi fasciste, da Piazza Fontana in avanti, insinuando il dubbio che
quei quattro imbecilli di estremisti di sinistra quando urlavano “la strage è
di stato” non avessero poi tutti i torti. E’ doveroso ricordare perché esiste
ancora, amplificato dai social, che osa dire che il fascismo è morto. Non è
vero, il fascismo e i suoi tentacoli che si chiamano razzismo, xenofobia,
populismo, esistono e sono al governo. E governano contro il volere dei loro
elettori e contro le promesse elettorali. Nessun elettore cinque stelle, voglio
credere, ha votato per un governo che facesse rimanere in mare dei poveracci.
Pochi, voglio credere, hanno votato il movimento per avere diritto ad armarsi e sparare alle
ombre che passano nelle vicinanze. In Salento dove la ministressa Lezzi ha
preso molti voti li ha presi mentendo spudoratamente sulla TAP, dicendo che
avrebbe fatto di tutto per bloccarla.
Il fascismo esiste, è vivo ed è tra noi quando senti di
immigrati aggrediti da xenofobi, di ronde di casa pound e di forza nuova come
le antiche camice nere che terrorizzarono i nostri nonni e bisnonni che erano
semplicemente democratici. Peggio fecero con i socialisti e comunisti.
E veniamo alle cose del governo Salvini/Di Maio/Toninelli. (“E
Conte”? “Conte chi”? ) leggo un interessante articolo di B. Manfelotto su l’Espresso
della scorsa settimana. Ci racconta come i governanti della “rivoluzione” della
“trasparenza” siano rivoluzionari e trasparenti come e peggio di chi li ha
preceduti.
Le nomine in varie cariche per esempio, la glorificazione
(prima) dei tecnici esperti da parte di Di Maio e grillisti tutti, cozza contro
gli esperti che pensano diversamente da loro. Emblematico il caso Boeri che è
in procinto di essere cacciato solo perché critica l’operato del governo ed ha
dovuto ricordare che i dati non sono negoziabili.
La sottosegretaria all’economia, ci ricorda sempre
Manfelotto, Laura Castelli, a proposito delle nomine all’istat ricordava “la
necessaria sinergia con la politica per il raggiungimento degli scopi…” ecco, L’ISTAT
deve produrre statistiche basate su dati o sui desiderata di Salvini e
Toninelli?
E fu lo stesso Salvini a dichiarare “voglio togliere dai
posti chiave chi mira a ledere l’operato dei 5 stelle e della lega”. E
potremmo proseguire con perle di governo tali da fare accapponare la pelle a
chiunque creda nella Costituzione e nella democrazia. Solo Berlusconi, il padre nobile di Salvini, osò tanto.
Due agosto, ricordiamo!
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