Nell’ultimo mese e mezzo si sono
susseguiti diversi episodi di aggressioni ai danni dei migranti o di persone di
origine straniera.
Il primo risale all’11 giugno 2018,
quando a Caserta due ragazzi immigrati del Mali sono stati aggrediti e feriti al grido di “Salvini Salvini”. I due
sono beneficiari del progetto Sprar.
L’episodio è avvenuto intorno alle
ore 22, quando i due ragazzi sono stati avvicinati da una Fiat Panda su cui
viaggiavano tre ragazzi italiani che hanno sparato alcuni colpi di pistola ad
aria compressa.
Uno dei due ragazzi ha riportato
ferite lievi al torace. L’altro ragazzo è stato mancato dal colpo.
Il 20 giugno, invece, lo chef 22enne
del Mali Konate Bouyagui, in Italia da quattro anni con regolare permesso
di soggiorno, è stato colpito a Napoli da un piombino nella pancia sparato da
due ragazzi a bordo di un’auto.
Il primo episodio di aggressioni del
mese di luglio ha invece coinvolto una bimba rom di un anno, che vive nel campo di via di Salone
a Roma.
La bambina è stata ferita alla
schiena da un piombino.
La vicenda è accaduta martedì 17
luglio: i familiari hanno raccontato che la bambina si trovava in braccio alla
madre, che stava camminando lungo via Palmiro Togliatti, quando la donna si è
accorda che la piccola perdeva sangue dalla schiena.
Meno di 10 giorni dopo, il 26
luglio, un migrante originario della Guinea e ospite di un centro di
accoglienza di San Cipriano d’Aversa nel Casertano ha
denunciato di essere stato colpito in pieno volto con una pistola ad aria compressa.
Il richiedente asilo ha sporto
denuncia ai carabinieri.
Sempre in Sicilia, ma questa volta
a Partinico, in provincia di Palermo, un ragazzo senegalese di
19 anni, richiedente asilo, è stato aggredito invece da quattro persone il 26
luglio.
Una delle ultime aggressioni ha
invece avuto un finale tragico. Nella notte tra il 28 e il 29 luglio ad Aprilia (Latina) un cittadino marocchino è morto dopo
essere stato inseguito in auto da due persone convinte che fosse un ladro.
(n.d.r. I due si
sono difesi dicendo “ci siamo rovinati” Attenzione, non un cenno ad una vita
stroncata, no, solo “ci siamo rovinati”)
L’episodio più recente ai
danni di migranti o di persone di origine straniera risale al 30 luglio
2018.
Daisy Osakue, 22enne della nazionale italiana di atletica e di
origini nigeriane, è stata aggredita a Moncalieri, vicino a Torino.
Daisy, nata a Torino da genitori
arrivati in Italia dalla Nigeria, è stata colpita al volto riportando una
tumefazione dell’occhio che, ora, mette a serio rischio la sua partecipazione
ai campionati Europei Assoluti in programma a Berlino.
L’atleta è stata affiancata da una
macchina con a bordo due ragazzi: uno dei due le ha scagliato contro delle
uova; gli aggressori sono poi fuggiti.
Nonostante il numero di aggressioni
e i diversi episodi di razzismo che hanno interessato l’Italia negli ultimi due
mesi il ministro dell’Interno Salvini nega che ci sia un’escalation di razzismo.
“Emergenza razzismo in Italia? Non
diciamo sciocchezze”, ha dichiarato il ministro.
Gli episodi riportati sono, purtroppo, solo la punta di un iceberg molto più grande. Sono eclatanti, rumorosi, inquietanti, ma sono il culmine della violenza praticata ogni giorno con parole e ingiurie, sui social e fuori, da personaggi altrettanto inquietanti che solitamente fanno capo a gruppi politici targati Lega, Casa Pound, Forza nuova, Fratelli d’Italia. Altri “benpensanti” parlano magari poco, agiscono magari poco, però annuiscono e dicono che “in fondo se la sono cercata perché ci stanno invadendo”.
E guarda caso gli
episodi narrati hanno avuto una solida recrudescenza dalla nascita dell’attuale
governo guidato dal leghista Salvini (ricordiamo che la corte ha assolto il
segretario di rifondazione per averlo definito nazista), che ha assunto al suo
servizio i cinquestellati, in particolare Toninelli che gli regge la coda, i
quali sembrano muti (a parte qualche castroneria che vanno dicendo qua e la, a
parte anche il rimangiarsi le promesse da campagna elettorale, emblematico il
caso della leggiadra ministressa Lezzi che era una pasdaran notap prima delle
elezioni ed è diventata una tappista da ministra, in altri momenti lei e i suoi
amichetti avrebbero urlato allo scandalo dicendo “quanto ti hanno dato per
cambiare posizione?” noi non lo diciamo, però…).
Il primo ministro
Conte è un discorso a parte, ricordate gli inossidabili grillisti cosa dicevano
di Renzi? “Non è mai stato eletto!!!” bene, appena al governo chiamano un non
eletto a fingere di guidarlo. Fingere, perché il timone è solidamente nelle
mani di Salvini. E questo ministro degli interni ha messo tutta la sua verve
non già contro le mafie, non contro la corruzione, ma contro barconi di morti di fame che
fuggono da guerre, lager e miseria. E lo ha fatto, da ottimo comunicatore,
parlando alla pancia del suo elettorato peggiore, il quale fa da cassa di
risonanza verso i cittadini che hanno, ora si, paura di questi invasori negri,
brutti, sporchi e cattivi. Lo ha fatto lasciando intendere che tutti potranno
dotarsi di armi per sparare a chi pensano li minacci (sarebbe interessante
sapere quanto hanno donato i costruttori di armi al suo partito), che benedice
le “ronde” targate forza nuova e casa pound. Attenti al negro, però lasciamo in
pace i mafiosi, per carità, devono lavorare.
E così parte la doppia
morale, la doppia etica, davanti alla slot machine si parla degli immigrati che
ci rubano il lavoro contemporaneamente si prende a servizio la badante rumena in
nero, e ci si rifiuta giustamente di andare a raccogliere pomodori per pochi
euro pagando magari i caporali. E il proprietario del campo ha votato lega, con
un corto circuito non di poco conto.
Si inneggia a Salvini
che vuole cacciare i venditori di cocco e di collanine dalle spiagge dicendo
che sono evasori fiscali e si tratta con l’idraulico “non farmi fattura così
risparmio l’IVA”. I detrattori dei negri brutti sporche e cattivi sono i primi
clienti di prostitute nigeriane, anche se uno dei loro amati leader, tal
Berlusconi Silvio, disse un giorno “mi fa schifo una che va con un negro”. E
potremmo proseguire, gli esempi sono molti.
L’unica certezza è che siamo in piena emergenza
democratica, gli episodi citati in apertura sono drammaticamente allarmanti per
la tenuta stessa della democrazia, e purtroppo non possiamo tener conto dei
partiti non di destra perché sono amebe avvoltolate su sé stesse. In primis il
PD che discute di questioni interne a fronte dello sfaldamento della società
intera (dopo aver sfaldato il partito stesso). Questo fatto ci pone di fronte
ad una considerazione sul “che fare” come società civile, democratica, che
crede che la Costituzione Italiana sia la migliore possibile e debba essere
l’argine ad ogni prevaricazione di stampo fascista e antidemocratico. Ben
vengano allora i segnali da parte di
associazioni (ANPI, ARCI, LIBERA per fare un esempio) e dei sindacati, si spera
unitariamente coesi per dare una risposta forte a questi sedicenti governanti.
Per far capire che esiste un’altra Italia, democratica, antirazzista, umana. Un
tempo sarebbero stati i sindacati a convocare uno sciopero generale che spesso
contribuiva anche alla caduta dei governi. Ora forse è il caso di riprendere in
mano quella forza con determinazione caparbia. Ed è purtroppo indispensabile
sostituirsi a quei partiti inesistenti che un tempo avrebbero fatto la
differenza. Lasciamo le sinistre tutte a farsi le pulci su chi è più puro di
chi e urliamo rabbia. E per farlo forse, più che una grande manifestazione che
non consente una partecipazione capillare per problemi logistici e personali, organizzare
centinaia di piccole manifestazioni in ogni città, paese, quartiere dove sia
possibile trovarsi, parlare, urlare, rivendicare. Seguiamo le associazioni che
ci saranno e i sindacati. Qui ed ora si può fare.
Nessun commento:
Posta un commento