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giovedì 9 giugno 2016

Spezzone da: Elio - Il libro-

Dal libro: Elio una lettera dell'aprile 1980 
(Elio, Spagine editore. mail: elio.illibro@gmail.com)


Aprile 1980 (appunti)
Lunedì – Non so che data è […] Ho lavorato sabato e domenica sotto un sole impietoso e in una polvere penetrante. E’ già duro lavorare durante la settimana, la domenica diventa quasi un martirio fermarsi in queste terre assolate. La temperatura all’ombra è in media di 45°. Sabato siamo andati in una specie di ristorante ad ubriacarci di birra. E’ naturale che al sabato sia così. Venerdì è stato un giorno di diarrea per via di tre meloni che mi sono mangiato in mattinata. Oggi è come venerdì. La stanchezza è il risultato anche di una scarsa alimentazione. Non mi lamento, non ce n’è motivo […]
Martedì – Mi hanno dato un’auto per venire in questa azienda. Sono arrivato all’una e trenta del pomeriggio. Mi hanno salutato tutti quanti. Ho stabilito un eccellente rapporto con i contadini […] É un mese che vivo in questa comunità. I bambini mi chiamano Don Elio, alcuni semplicemente “spaghetti”, altri alcool per via del mio consumo quotidiano di birra e un paio di rhum […] Alle due già stavo in campagna, mi ero dimenticato di mangiare. Il sole mi ha piegato le ginocchia in meno di un’ora. Sonno, stanchezza, mal di testa […] L’aria rarefatta sembrava uscire dalla terra. Gabbiani bianchi, uguali a quelli del mare di Molfetta, seguivano gli aratri che alzavano vermi ed altri animali dalla terra […] Alle cinque mi sono ribellato. Una tristezza profonda mi avvolgeva. Sotto il sole mi sono reso conto dei cambiamenti che sto preparando, della partenza del Chepe, delle svolte radicali che arrivano […] Alle cinque ho rimesso tutto in macchina. Riposo per tutti. Domani inizieremo alle quattro e mezza per recuperare […] Mercoledì – […] Mentre lavoravamo La radio trasmetteva
che il senato USA ha negato 75 milioni di dollari in prestito al Nicaragua per costruire ospedali e scuole, mentre ne ha concessi 40 al Salvador per acquistare armi dagli USA stessi. Il dittatore era fuggito con tutti i soldi. Quando i sandinisti hanno preso il potere, in cassa c’erano 140.000 dollari
[…] “Lavoreremo anche di notte ma usciremo dalla miseria” ha detto un giovane. Il lavoro è ripreso.
Alle 17,30 l’aria si rinfrescava. Ho fumato una sigaretta seduto sulla terra ancora calda. I gabbiani volavano al fiume per la notte. Le prime stelle alle diciotto. Ora sono le ventidue e sono stanchissimo. Davanti a me ci sono due ananas ma non ho il coltello. Le mangerò domani.
Giovedì – Oggi mi è venuto il raffreddore. Sono convinto sia dovuto anche alla caduta delle difese dell’organismo. Sono andato a Managua, all’ospedale militare per farmi visitare per via di una diarrea violenta. Per fortuna nonera infezione intestinale come quella di qualche mese fa. Mi è passata con qualche pastiglia. Pensavo che in questi giorni gli argomenti d’obbligo con i contadini, non solo in
Nicaragua, ma in tutto il centro America, ruotano attorno a tre argomenti: lavoro, salute, mangiare  

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