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lunedì 22 giugno 2015

22 giugno 1633: abiura di Galileo

Dopo un processo farsa, Galileo fu costretto all'abiura, aveva sostenuto, nel "dialogo" la teoria Copernicacana secondo la quale il sole è il centro dell'universo. All'inquisizione non piaceva la cosa, la giudicarono eretica. I cardinali Gaspare Borgia, Felice Centini, Guido Bentivoglio, Desiderio Scaglia, Antonio e Francesco Barberini, Laudivio Zacchia, Berlinghiero Gessi, Fabrizio Verospi e Mario Ginetti a Galilei  Imposero l'abiura  «con cuor sincero e fede non finta» e proibirono il Dialogo,  venne condannato al «carcere formale ad arbitrio nostro» e alla «pena salutare» della recita settimanale dei sette salmi penitenziali per tre anni, riservandosi l'Inquisizione di «moderare, mutare o levar in tutto o parte» le pene e le penitenze.


Pare che dopo la lettura della sentenza e dopo avere abiurato formalmente, Galileo abbia pronunciato la frase "eppur si muove" , a dimostrazione della sua convinzione. 
Nel 1968 Paolo VI si pose il problema (dopo 300 anni di profonda riflessione) di rileggere le carte per una revisione del processo, la cosa andò avanti rapidamente, infatti fu Giovanni Paolo II nel 1992 a chiarire che: la condanna fu dovuta alla sua ostinazione (di Galileo) nel non voler accogliere l'invito della chiesa a considerare le sue scoperte come ipotesi non comprovate... Tuttavia il polacco spezzò una lancia dicendo che gli inquisitori "mancarono di perspicacia". Ma tant'è, la responsabilità maggiore è comunque sua, dell'eretico. D'altronde un Papa che si scordò di riconoscere Oscar Romero come Beato (cosa che gli fu rammentata con virulenza dal clero dell'America Latina, cosa aspettarci?  

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