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lunedì 2 marzo 2015

Balbi - Magaudda: Storia dei media digitali - Rivoluzione e continuità

Un piovoso sabato, degno ultimo giorno di una settimana piovosa, ritrovarsi con amici in pieno centro storico di Lecce, alla Tipografia del Commercio, per la presentazione di un libro e incontrare l’autore, Gabriele Balbi, scambiare con lui due parole e scoprire, con piacere, che, come me, anche lui è di un paesino vicinissimo ad Alessandria, dove vive pur lavorando a Lugano.   Confesso che è, nonostante le distanze ormai siano quasi annullate, sempre una lievissima emozione incontrare alessandrini nel profondo sud. E’ vero infatti che in aereo da Brindisi a Caselle in un’ora e mezza si arriva. Per il treno cambia tutto invece, il meridione, in particolare il Salento, per trenitalia è entità astratta, forse non esistente, infatti non merita l’alta velocità, ma questo è altro discorso.


Non è sicuramente casuale presentare il libro “Storia dei Media Digitali. Rivoluzione e continuità” Di Gabriele Balbi e Paolo Magaudda alla Tipografia del commercio. Parlare del nuovo mondo in cui un computer permette a un giornalista di fare il lavoro che prima era di almeno 4 persone, proprio nel luogo in cui esistono ancora, grazie alla scelta del figlio del fondatore, vecchie rotative e manifesti antichi che dicono di feste patronali degli anni  ’50 e ’60 del novecento, bacheche dove ci sono i clichet dei simboli del PCI e della DC, del PLI di un tempo e caratteri mobili in piombo. Tutto questo è diventato luogo di incontro, un piccolo museo che rivendica dignità, ricorda lavoro e, tutto sommato, non ci sta molto  a cedere il passo a quelle tecnologie digitali.
In questo luogo Maurizio Nocera e Stefano Cristante hanno dialogato con Gabriele Balbi.

Gli autori:

Gabriele Balbi è professore assistente presso l’università della Svizzera italiana a Lugano, ha studiato e lavorato i università Italiane (Torino), americane (Harvard e Columbia), olandesi (Maastricht), inglesi (Westminster, Oxford e Northumbria). E’ autore di: La radio prima della radio (Milano, 2011), Network neutrality (Berna, 2014).

Paolo Magaudda è sociologo presso l’Università di Padova, dove svolge ricerche sul rapporto fra tecnologie, cultura e società, con particolare riferimento alla comunicazione e ai media. Ha pubblicato fra l’altro: La scienza sullo schermo, Oggetti da ascoltare: hifi, ipod e consumo delle tecnologie musicali e Innovazione Pop. Nanotecnologie, scienziati e invenzioni nella popular culture. È segretario della società italiana per lo sutdio della scienza e della tecnologia.

Il libro dice di vera e propria rivoluzione che ha cambiato la vita di noi tutti. L’avvento dei telefoni cellulari, la loro trasformazione, il personal computer, internet sono fenomeni tutti da studiare soprattutto, come evidenziava Stefano Cristante, sociologo e docente all'Unisalento, nei comportamenti, nel “cervello” delle persone che li utilizzano. Con particolare riferimento alla velocità dei cambiamenti, ci sarà un fine, un limite alla velocità che il corpo e il cervello umano potranno sopportare? Soprattutto quali ricadute sulla società? La consapevolezza è che la digitalizzazione sostituisce il lavoro umano creando il più immenso problema: il lavoro che manca. 
Per avere un minimo dato di comparazione, possiamo dire che in Europa gli utenti di Internet rappresentano un quinto di quelli mondiali. 105 milioni di abitanti utlizzavano la rete nel 2000, 518 nel 2012. Una crescita del 400%, e non è finita qui. Pur avendo consapevolezza del fatto che immense aree del pianeta non sono raggiunte da nessuna tecnologia nuova.

Nella sua prefazione scrive Peppino Ortoleva: questo è un libro di storia, che interpreta un grande processo e cerca di scomporlo nelle sue componenti di diversa durata, che allontana (nel tempo e nei modelli interpretativi) una realtà fluente sotto i nostri occhi ma, o proprio per questo, la rende più nitida, facendola uscire dalla nebulosità che l’avvolge in molte analisi giornalistiche prese dall’inseguimento dell’ultima novità. Senza dimenticare che "il presente come storia" propone e ripropone in ogni caso una sfida difficile allo storico: quella di elaborare una ricostruzione abbastanza aperta da saper accogliere le novità che l’attimo successivo potrà introdurre, abbastanza multipla da riconoscerei tanti diversi processi che s’intersecano nel nostro tempo, abbastanza umile da considerare che in questa materia la realtà ci si forma e dissolve davanti di continuo, ma cercando di mantenere una linea interpretativa comunque organica. È un libro che vuole farsi leggere dai non specialisti ma anche proporre stimoli imprevisti a chi della digitalizzazione crede di aver capito tutto. Perché tutto, di un processo così inesorabile e interminabile, nessuno può dire di avere veramente capito.
E ancora cita, Ortoleva, come la “merce non merce”, l’informazione, stia cambiando pelle, come il giornalismo stesso sia mutato con le nuove tecnologie.
Anche se, al momento e, dico io, per fortuna, la carta resiste sia nei libri che nei giornali.
Un libro che non è assolutamente per iniziati è leggibilissimo, agile e pieno di sorprese per chi vuole approfondire, è strutturato, come scrivono nella presentazione gli autori, in 5 capitoli:
1.        Definizione dei media digitali e loro storia.
2,3,4. Storia del Computer, di Internet e del telefono mobile.
        5.       Logica sistemica e si indaga su come la digitalizzazione abbia influito sui
                 Media analogici e abbia “fatto sistema” con i mass media tradizionali.


Gabriele Balbi e Paolo Magaudda – Storia dei media digitali rivoluzione e continuità – Editori Laterza € 20,00


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