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martedì 17 febbraio 2015

Loredana Cerveglieri, maschere e angeli

LOREDANA SE NE è ANDATA IL 4 DICEMBRE 2016
L. Cerveglieri, L'angelo della poesia oro, acrilico tecn. mista su tela 102 x 105- 1998 


Ricordo, erano maschere. Oggi è martedì grasso, oggi ci si maschera… Ricordo, quella che amavo era grande  ed era blu, una tela meravigliosa. Oggi è martedì grasso, la smaschera la mettiamo, la cambiamo solamente o finalmente la togliamo? Chissà, poi si rischia, con le maschere; si rischia di non sapere qual è il volto vero e l’altro. 
Lei no, Loredana sapeva quel faccione blu. Dalle maschere severe da vita di ogni giorno che (forse) solo il martedì grasso diventa realtà confondendo mani con mani, occhi con altri occhi, sguardi con sguardi, confondendo gli angeli. Poi i casi della vita hanno scelto di farci perdere negli anfratti dei giorni che passavano, poi la geografia ha fatto il resto. Dipingere maschere, collezionare maschere. Mascherarsi fin dietro la maschera sorridendo, bambino, ridendo forte, adolescente, incollandosela al viso poi… per vedere da dietro lo sguardo.
Poi ho visto per caso (ma il caso esiste poi?) il suo sito, lei si chiama Loredana Cerveglieri, ancora dipinge e lo fa bene. Nei suoi quadri trovi Melisande, Didirè, Un meraviglioso omaggio alla popart e altro… Mancano quelle maschere che mi piacevano tanto, ma era preistoria, forse. Ci sono angeli che si inseguono nel colori leggeri, nell’oro dominato con mano ferma, posseduto con leggerezza di uno "svolazzar d’ali": 
…”Di questo tremito si fa testimone la presenza misteriosa che attraversa le immagini realizzate di recente dalla Cerveglieri: uno svolazzar d'ali, un fremente trascorrere del segno, come se l'Angelo fuggisse ma insieme andasse alla ricerca di orizzonti liberatori. 
Esplicita commentatrice di se stessa, la Cerveglieri ha indicato nella confusione del mondo odierno, nella caduta dei valori - e quindi nella perdita d'identità -in particolare della cultura europea, la base dell'inquietudine smarrita ed ansiosa del suo Angelo simbolico. Personalmente andrei un poco oltre, anche perché non condivido questo tipo di lettura storica: il male non è soltanto di oggi, il mistero dei perché esistenziali è il mistero del vivere e del morire…”


Così scrive Rossana Bossaglia in un pezzo critico molto forte e avvolgente.
Così in fondo, ricordo Loredana in quelle sere passate tutti assieme nel suo studio a parlare dell’universo mondo, di quadri e di vita quotidiana, a ridere e bere whisky magari. Serate leggere in situazioni  tutto sommato sopportabili, addirittura si pensava, all’epoca, che si potesse mutare lo stato delle cose, cambiare il mondo anche. Poi arrivarono gli angeli per lei, i viaggi per me, poi qualcuno si sposò e altri restarono annichiliti, in fondo, per il rumore assordante di altri stormir d’ali. Lei, Loredana, ancora dipinge e ancora racconta, con pennello leggero come una foglia che plana cullata dall'aria, la caduta dei valori con angeli che vorrebbero, forse, fuggire, ma che sono costretti a rimanere. Un angelo non può mica mollarci e negare una speranza, in fondo.
Forse, chissà, forse un giorno parleremo del futuro e di come vanno le cose del mondo, magari guardando la vita che passa, magari un martedì grasso, senza maschera però.

Melisante, l’angelo fanciullo che scopre con ingenuità il mondo degli uomini e ne rimane affascinato, Angelo che ebbe in dono l’immortalità, ma che del mondo degli uomini rimpiange desidera ama la Bellezza la Poesia l’Arte il fascino della luna delle stelle.
Didirè è chi teme tutto e il contrario di tutto, la vita e la morte, il culmine e il declino, la notte e il giorno, la luce e il buio, la paura della paura.
Elitès, l’Angelo artista che più esaurientemente e rigorosamente esprime il pensiero estetico-artistico e la visione culturale della Cerveglieri.
Elitès lotta contro la malizia, la contraffazione, l’invasione culturale perpetrata contro il mondo Europeo che subisce per pusillanimità e qualunquismo e mancanza di fantasia senza difendere la propria grande tradizione che fu alla base state quelle della GRANDE STORIA DEL MONDO.
Elitès produce le sue opere contro la popart e lascia al contempo un segno forte della sua idea di Bellezza: LE CITTA’ DEL SOLE, nelle quali spazio e tempo si annullano. La foglia oro resta la matrice del discorso sulla luce e sulla sacralità dell’arte, e i personalissimi segni calligrafici della Cerveglieri scrivono e dicono la lotta dell’artista che deve farsi largo per difendere la “Bellezza” contro il brutto e la volgarità invadente del mondo. Brutto cheElitès rappresenta con le modalità contemporanee di trattare il cibo, negandogli la sua indispensabile naturalezza e sacralità.
In tutte le religioni il  cibo diventa simbolo della comunione tra gli uomini e la divinità e dei momenti più alti in cui l’uomo supera la sua animalità. La religione dei nostri giorni, quella del brutto consuetudinario e della cialtroneria, ha ridotto il cibo a pura merce senza sostanza interiore, addirittura dannoso, problematico, capace di uccidere. Le quantità abnormi di “confezioni plastificate” ammucchiate alla rinfusa nei magazzini sono l’espressione più chiara di una parte falsa cattiva a cui gli uomini hanno delegato la loro esistenza senza più alcuna sacralità.
Tra le quaranta opere della mostra della Cerveglieri, ci attraggono con forza sei piccole composizioni, in cui i segni si mutano e diventano “ali di farfalla”, cieli materici, figurazione di una Terra” che porta incisi brevi versi poetici, parole, lettere. E’ nato Ariam, l’eroe ultimo dell’Olimpo della Cerveglieri, l’Angelo “preteso” dalla necessità di unione spirituale tra i vivi e i morti, dall’estrema aspirazione degli esseri umani a capire il mistero della vita e della sua fine,  preteso dalla poesia innegabile che vi è in un pensiero rivolto a chi si è amato e più non c’è. In questi sei piccoli “preludi” la Cerveglieri ha “solo” voluto avvertirci che la sua attività è impegnata in tale discorso nuovo, ricolmo del fascino dell’aspettativa. (Ettore Bonesio di Terzet per  Pingapa)

Info al sito: www.loredanacerveglieri.it/


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