LOREDANA SE NE è ANDATA IL 4 DICEMBRE 2016
L. Cerveglieri, L'angelo della poesia oro, acrilico tecn. mista su tela 102 x 105- 1998 |
Ricordo, erano maschere. Oggi è martedì grasso,
oggi ci si maschera… Ricordo, quella che amavo era grande ed era blu, una tela meravigliosa. Oggi è martedì grasso,
la smaschera la mettiamo, la cambiamo solamente o finalmente la togliamo?
Chissà, poi si rischia, con le maschere; si rischia di non sapere qual è il
volto vero e l’altro.
Lei no, Loredana sapeva quel faccione
blu. Dalle maschere severe da vita di ogni giorno che (forse) solo il martedì grasso diventa realtà confondendo mani con mani, occhi con altri occhi, sguardi
con sguardi, confondendo gli angeli. Poi i casi della vita hanno scelto di farci perdere
negli anfratti dei giorni che passavano, poi la geografia ha fatto il resto.
Dipingere maschere, collezionare maschere. Mascherarsi fin dietro la maschera
sorridendo, bambino, ridendo forte, adolescente, incollandosela al viso poi…
per vedere da dietro lo sguardo.
Poi ho visto per caso (ma il caso esiste poi?) il suo sito,
lei si chiama Loredana Cerveglieri, ancora dipinge e lo fa bene. Nei suoi quadri trovi Melisande, Didirè, Un meraviglioso omaggio alla popart e altro… Mancano quelle maschere che mi piacevano tanto, ma era
preistoria, forse. Ci sono angeli che si inseguono nel colori leggeri, nell’oro
dominato con mano ferma, posseduto con leggerezza di uno "svolazzar d’ali":
Esplicita commentatrice di se stessa, la Cerveglieri ha indicato nella
confusione del mondo odierno, nella caduta dei valori - e quindi nella perdita
d'identità -in particolare della cultura europea, la base dell'inquietudine
smarrita ed ansiosa del suo Angelo simbolico. Personalmente andrei un poco
oltre, anche perché non condivido questo tipo di lettura storica: il male non è
soltanto di oggi, il mistero dei perché esistenziali è il mistero del vivere e
del morire…”
Così scrive Rossana Bossaglia in un pezzo critico molto
forte e avvolgente.
Così in fondo, ricordo Loredana in quelle sere passate tutti assieme nel suo studio a parlare dell’universo mondo, di quadri e di vita quotidiana, a
ridere e bere whisky magari. Serate leggere in situazioni tutto sommato sopportabili, addirittura si
pensava, all’epoca, che si potesse mutare lo stato delle cose, cambiare il mondo anche. Poi arrivarono
gli angeli per lei, i viaggi per me, poi qualcuno si sposò e altri restarono
annichiliti, in fondo, per il rumore assordante di altri stormir d’ali. Lei,
Loredana, ancora dipinge e ancora racconta, con pennello leggero come una
foglia che plana cullata dall'aria, la caduta dei valori con angeli che vorrebbero, forse, fuggire, ma che sono costretti a rimanere. Un angelo non può mica mollarci e negare una speranza, in fondo.
Forse, chissà, forse un giorno parleremo del futuro e di
come vanno le cose del mondo, magari guardando la vita che passa, magari un martedì grasso, senza maschera però.
Melisante,
l’angelo fanciullo che scopre con ingenuità il mondo degli uomini e ne rimane
affascinato, Angelo che ebbe in dono l’immortalità, ma che del mondo degli
uomini rimpiange desidera ama la Bellezza la Poesia l’Arte il fascino della
luna delle stelle.
Didirè è
chi teme tutto e il contrario di tutto, la vita e la morte, il culmine e il
declino, la notte e il giorno, la luce e il buio, la paura della paura.
Elitès,
l’Angelo artista che più esaurientemente e rigorosamente esprime il pensiero
estetico-artistico e la visione culturale della Cerveglieri.
Elitès lotta
contro la malizia, la contraffazione, l’invasione culturale perpetrata contro
il mondo Europeo che subisce per pusillanimità e qualunquismo e mancanza di
fantasia senza difendere la propria grande tradizione che fu alla base state
quelle della GRANDE STORIA DEL MONDO.
Elitès produce
le sue opere contro la popart e lascia al contempo un segno forte della sua
idea di Bellezza: LE CITTA’ DEL SOLE, nelle quali spazio e tempo si annullano.
La foglia oro resta la matrice del discorso sulla luce e sulla sacralità
dell’arte, e i personalissimi segni calligrafici della Cerveglieri scrivono e
dicono la lotta dell’artista che deve farsi largo per difendere la “Bellezza”
contro il brutto e la volgarità invadente del mondo. Brutto cheElitès rappresenta con le
modalità contemporanee di trattare il cibo, negandogli la sua indispensabile
naturalezza e sacralità.
In tutte le religioni il cibo diventa
simbolo della comunione tra gli uomini e la divinità e dei momenti più alti in
cui l’uomo supera la sua animalità. La religione dei nostri giorni, quella del
brutto consuetudinario e della cialtroneria, ha ridotto il cibo a pura merce
senza sostanza interiore, addirittura dannoso, problematico, capace di
uccidere. Le quantità abnormi di “confezioni plastificate” ammucchiate alla
rinfusa nei magazzini sono l’espressione più chiara di una parte falsa cattiva
a cui gli uomini hanno delegato la loro esistenza senza più alcuna sacralità.
Tra le quaranta opere della mostra della
Cerveglieri, ci attraggono con forza sei piccole composizioni, in cui i segni
si mutano e diventano “ali di farfalla”, cieli materici, figurazione di una
Terra” che porta incisi brevi versi poetici, parole, lettere. E’ nato Ariam, l’eroe ultimo dell’Olimpo
della Cerveglieri, l’Angelo “preteso” dalla necessità di unione spirituale tra
i vivi e i morti, dall’estrema aspirazione degli esseri umani a capire il
mistero della vita e della sua fine, preteso dalla poesia innegabile che
vi è in un pensiero rivolto a chi si è amato e più non c’è. In questi sei
piccoli “preludi” la Cerveglieri ha “solo” voluto avvertirci che la sua
attività è impegnata in tale discorso nuovo, ricolmo del fascino
dell’aspettativa. (Ettore Bonesio di Terzet per Pingapa)
Info al sito: www.loredanacerveglieri.it/
Info al sito: www.loredanacerveglieri.it/
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