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mercoledì 21 gennaio 2015

SEL adieu!!!

E così evapora la “primavera pugliese”. Due consigliature regionali guidate da Vendola, con un sacco di positività, lasciano, politicamente, il passo al vuoto pneumatico. La costruzione di un soggetto nuovo di sinistra che doveva “partire dalla Puglia e pervadere l'Italia intera” cede il passo a “Human Factor” (parlare in italiano no eh?) il nuovo Vendola che si ricicla, meglio, che tenterà di riciclarsi a Milano domenica prossima. Le speranze e le illusioni si sono frantumate e mostrano rottami sparsi con le dimissioni in massa della segreteria provinciale di Lecce. I motivi? Il commissariamento del Regionale, la scelta cascata sulla testa di militanti, elettori, dirigenti di base, di non presentare il simbolo alle regionali proprio in Puglia, la regione della rinascita su cui si puntarono gli occhi e le speranze.
La vittoria di Niki (ora si chiama Vendola, neppure i suoi fan lo chiamano più Niki) fu elettrizzante. Poi le seconde elezioni stravinte contro la spocchia dalemiana che impose lo sparring partner Boccia per ben due volte alle primarie, personaggio insipido, poco coinvolgente, ma vinte soprattutto per la presenza diffusissima delle Fabbriche di Niki (quando dire Vendola era peccato). Erano momenti in cui tutta la sinistra senza casa dialogava, interloquiva, progettava, era politica che partiva dal basso ma diventava veramente alta. Forse per questo facevano paura al punto tale da eliminarle tout court immediatamente dopo le elezioni stravinte contro una destra stracciona. Troppa discussione può portare a comprendere, “Tutti in SEL, Tutti in SEL” si disse allora.    E SEL divenne da subito un non partito, “senza Vendola SEL non esiste”, sosteneva qualcuno che oggi dimostra plasticamente di aver visto neppure troppo lontano. Un mini cerchio magico attorno a Vendola, qualche portatore d’acqua, le periferie lasciate a sé stesse. Solo pochi addetti ai lavori conoscevano SEL nel territorio, ne conoscevano i dirigenti locali. La Fabbrica raccolse, il partito disperdeva tutto il mini patrimonio acquisito, senza fare lo sforzo di voler diventare “Partito”.
Ora che aspettarci? Questo PD potrà magari accogliere  qualche Migliore qua e là, i dirigenti locali sono liberi di scegliere, gli elettori probabilmente non sono un problema per nessuno, chi se ne frega di loro. Siamo nel periodo del Renzismo, dove il leader fa, disfa, crea, distrugge in piena solitudine, dove il premio di maggioranza è quello che conta, un partito può prendere il 5% dei voti degli aventi diritto, grazie all'astensione, e si porta a casa una maggioranza bulgara, intanto poi dirà di aver preso il 55% dei voti. E qualcuno ancora starà a sentire Vendola facendo finta che conti qualcosa in più del 2%. A meno che sia tutto un disegno pianificato per far convergere nel partitone il più possibile di elettori e magari di iscritti, sarebbe plausibile vedendo il percorso di SEL nell'ultimo anno. Peccato però che farlo con Renzi che rema verso il partito della nazione senza neppure tentare di negarlo, sia un suicidio della politica, oltre che della sinistra. Non so se Civati o chi per lui avrà voglia di infilarsi nel tritacarne dei gruppettari di sinistra, pronti ad accogliere e a distruggere in tempo reale. Rifondaroli, Comunisti italiani, Albe e tramonti che hanno, chissà perché, la vocazione a concepire il rosso solo come passata di pomodori. Se vedono un solo ciliegino lo passano immediatamente e ne disperdono le rimanenze. 
Macchè, Tsipras in Italia non c’è mica!  

Stralci del comunicato della segreteria provinciale di SEL di Lecce

“Le dimissioni  sono scaturite da alcuni punti di profonda divergenza con l’attuale linea politica regionale, che si sostanziano con la perplessità sul commissariamento di fatto avvenuto nella federazione regionale con la nomina dell’onorevole Ciccio Ferrara e con la scelta di non presentare una lista di Sel alle prossime elezioni regionali e dopo dieci anni di governo Vendola. Quest’ ultima scelta di fatto, segna la fine all’esperienza politica di Sinistra Ecologia Libertà in Puglia, e mortifica il lavoro che tanti compagni e compagne hanno svolto giornalmente sul territorio”

“Dopo 10 anni , lasciamo il porto sicuro che avevamo costruito nella nostra regione e iniziamo una nuova navigazione in mare aperto che non sappiamo dove porterà ma che, siamo sicuri, sarà volta alla tutela dei diritti del lavoro e dell’ambiente. Questo nuovo corso, ha sicuramente bisogno di tutti noi, ma anche di biografie e di volti nuovi che possano al meglio incarnare questo nuovo progetto che nasce da Sel ma che non sarà Sel. Questi sono i motivi per il quale la segreteria provinciale si è presentata dimissionaria all’assemblea”.

21 gennaio 2015

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