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venerdì 9 gennaio 2015

Matite spezzate

Daniel Cohn Bendit “Comme il y a eu un fascisme venu de la civilisation occidentale, il y a un fascisme venu de la civilisation de l’islam”.

                                  

A caldo si possono fare i commenti più disparati, crudeli, pragmatici, complottisti, religiosi, politicisti. Il giorno dopo si metabolizza. Il poliziotto massacrato sul marcipiedi si chiamava Ahmed, chi l’ha ammazzato è nato e cresciuto in Francia, ha mangiato cibo francese, è stato in scuole europee.  Tutto si mischia nell’orrore e nella guerra. In Tv si parla della differenza fra guerra e terrorismo, alla fine si giunge alla conclusione che è vero, questa è una guerra però ci sono eserciti che applicano il terrorismo come azione di guerra.  Il paradosso più eclatante è come movimenti xenofobi come la lega nord e il partito della Le Pen  si scaglino immediatamente contro le libertà in Europa: abolire Shengen, basta moschee e via dicendo. Quasi il problema fosse l’Islam e non il fascismo che domina in alcune regioni (e religioni) e dichiara guerra al mondo intero. Badilate di facilissimo populismo che l’Europa conobbe in altri momenti, quando gli ebrei venivano cremati e le loro ceneri sparse al vento.  Oggi si chiama olocausto, allora si chiamava “difesa della razza”. Esiste una geometria concentrica che unisce in un unicum Salvini e il califfo di turno, entrambi mirano alla guerra fra civiltà.  
Siamo veramente in guerra? E guerra sia, non una guerra stracciona come quelle dichiarate da Bush, se guerra deve essere, l’ONU ne sia guida. Altrimenti si proseguirà a mandare eserciti italiani a sparare ovunque raccontandoci la palla che sono in missione di pace.
Ma prima della guerra è tempo delle diplomazie, le stesse che hanno colpevolmente ignorato quello che succedeva in Siria, ed hanno portato, nei fatti, a questa situazione che pare ingovernabile. Le stesse che hanno avallato altri attacchi in Afghanistan e in Iraq perché un califfo sedicente presidente USA lo voleva.  In Italia, in Europa, moltissimi islamici si sono schierati immediatamente contro gli eserciti del male che combattono in nome di un Dio loro, personale, che nulla ha a che vedere con le religioni. 
Fra i commentatori c’è chi tira in ballo Freud quando parla della religione come “nevrosi infantile”, non so se così è, quello che so è che questi colpiscono nel mucchio: vignettisti, giornalisti satirici, passanti. Quel che so è che si colpisce al cuore la civiltà e la convivenza. Ahmed è morto su un marciapiedi, forse colpito da altri Ahmed. In Medio Oriente mussulmani continuano a massacrare mussulmani, terroristi ammazzano loro simili in nome e per conto della loro stessa religione, urlando il nome dello stesso Dio. Imbarbarimento o follia?  Come follia è additare il giornale satirico reo di avere “esagerato”, così dicono molti europei benpensanti. La satira è esagerazione e irrisione, che altro? Siamo ahinoi abituati a personaggi pubblici che denunciano vignettisti; ricordo (uno su tutti) il D’Alema che denunciò Forattini, quasi a dire “non toccate il re”, la satira, bene sappiamo, punge, e chi non sa ridere può morire dello stesso veleno innocuo per altri.

Intanto apprendiamo come i terroristi (soldati?) che hanno colpito in Francia sono stati individuati. Uno di loro ha scordato la carta d’identità in auto. Pare bizzarro veramente. Speriamo che durante gli interrogatori nelle questure transalpine, dal quarto piano in su, le finestre siano ben serrate. Fa freddo!

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