Daniel Cohn Bendit “Comme il y a eu un fascisme venu de la
civilisation occidentale, il y a un fascisme venu de la civilisation de
l’islam”.
A caldo si possono fare i
commenti più disparati, crudeli, pragmatici, complottisti, religiosi,
politicisti. Il giorno dopo si metabolizza. Il poliziotto massacrato sul
marcipiedi si chiamava Ahmed, chi l’ha ammazzato è nato e cresciuto in
Francia, ha mangiato cibo francese, è stato in scuole europee. Tutto si mischia nell’orrore e nella guerra.
In Tv si parla della differenza fra guerra e terrorismo, alla fine si giunge
alla conclusione che è vero, questa è una guerra però ci sono eserciti che
applicano il terrorismo come azione di guerra. Il paradosso più eclatante è come movimenti
xenofobi come la lega nord e il partito della Le Pen si scaglino immediatamente contro le libertà
in Europa: abolire Shengen, basta moschee e via dicendo. Quasi il problema
fosse l’Islam e non il fascismo che domina in alcune regioni (e religioni) e dichiara guerra
al mondo intero. Badilate di facilissimo populismo che l’Europa conobbe in
altri momenti, quando gli ebrei venivano cremati e le loro ceneri sparse al
vento. Oggi si chiama olocausto, allora
si chiamava “difesa della razza”. Esiste una geometria concentrica che unisce
in un unicum Salvini e il califfo di turno, entrambi mirano alla guerra fra
civiltà.
Siamo veramente in guerra? E guerra sia,
non una guerra stracciona come quelle dichiarate da Bush, se guerra deve essere, l’ONU ne sia guida. Altrimenti si proseguirà a mandare eserciti italiani a
sparare ovunque raccontandoci la palla che sono in missione di pace.
Ma prima della guerra è tempo delle diplomazie, le stesse
che hanno colpevolmente ignorato quello che succedeva in Siria, ed hanno
portato, nei fatti, a questa situazione che pare ingovernabile. Le stesse che
hanno avallato altri attacchi in Afghanistan e in Iraq perché un califfo
sedicente presidente USA lo voleva. In
Italia, in Europa, moltissimi islamici si sono schierati immediatamente contro gli
eserciti del male che combattono in nome di un Dio loro, personale, che nulla
ha a che vedere con le religioni.
Fra i commentatori c’è chi tira in ballo Freud quando parla della
religione come “nevrosi infantile”, non so se così è, quello che so è che questi colpiscono nel mucchio: vignettisti, giornalisti satirici, passanti. Quel che so è che si
colpisce al cuore la civiltà e la convivenza. Ahmed è morto su un marciapiedi,
forse colpito da altri Ahmed. In Medio Oriente mussulmani continuano a
massacrare mussulmani, terroristi ammazzano loro simili in nome e per conto della
loro stessa religione, urlando il nome dello stesso Dio. Imbarbarimento o
follia? Come follia è additare il
giornale satirico reo di avere “esagerato”, così dicono molti europei benpensanti.
La satira è esagerazione e irrisione, che altro? Siamo ahinoi abituati a
personaggi pubblici che denunciano vignettisti; ricordo (uno su tutti) il
D’Alema che denunciò Forattini, quasi a dire “non toccate il re”, la satira,
bene sappiamo, punge, e chi non sa ridere può morire dello stesso veleno innocuo
per altri.
Intanto apprendiamo come i terroristi (soldati?) che hanno
colpito in Francia sono stati individuati. Uno di loro ha scordato la carta d’identità
in auto. Pare bizzarro veramente. Speriamo che durante gli interrogatori nelle questure transalpine, dal quarto piano in su, le finestre siano ben serrate. Fa freddo!
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