Ringrazio la dottoressa Melissa Calo' per avermi dato l'opportunità di inserire la recensione del libro nel blog. (G.)
LUCUGNANO E IL SUO TERRITORIO
“Lucugnano e il
suo territorio. Storia, architetture, archeologia e paesaggio di un paese del
Capo di
Leuca” di Marco
Cavalera, è una pubblicazione essenzialmente necessaria, di questi tempi.
Marco Cavalera |
All’indomani
della bocciatura di Lecce a capitale europea della cultura nel 2019, ci si
ritrova a dover ripensare ai modelli di
sviluppo e al ruolo della cultura nel nostro territorio. Una riflessione necessaria,
basata sull’analisi dei motivi per cui questo modello, così come pensato e proposto, sia stato scartato. Di fronte
all’idea di rafforzamento di alcuni ideotipi mainstream, occorre rimodulare il
rapporto tra il cittadino e il proprio territorio, verificare come esso viene
visto e vissuto e quale posto occupi in un’ideale geografia interiore.
Di fronte al
radicamento della crisi economica e valoriale, intesa proprio come scelta e
adozione di strategie economiche ed
esistenziali per i tempi a venire, di fronte all’emorragia di posti di lavoro e
alla piena di
nuovi flussi emigratori sulla rotta di quelli vecchi tracciati nel secolo
scorso, quest’opera si rivela uno strumento in grado di ripopolare di simboli,
figure, personaggi e speranze
un orizzonte che
nell’immaginario collettivo appare deserto, dove sembra non esserci “niente”.
Attraverso la
descrizione di quei punti di aggregazione della storia di una collettività che
diventa paese, come le chiese, le
cappelle, i palazzi, il misterioso e austero Palazzo Baronale ma soprattutto di
Palazzo Comi, punto di riferimento della cultura artistica e letteraria a
livello nazionale del secondo novecento, “il presepe disabitato” di Lucugnano “dove sembra non esserci niente” inizia ad affollarsi di voci
e volti di carta e di pietra in grado di contrastare una vera e propria fenomenologia
della sparizione/rimozione.
Stilato con
rigore scientifico ma con uno stile semplice e divulgativo, il lavoro proposto
che è arricchito inoltre da un apprezzabile contributo fotografico e cartografico,
prova a tracciare un ipotetico itinerario in grado non solo di rendere
protagonista il tessuto urbano, ma di metterlo in connessione con lo spazio
rurale, in uno scambio incessante: sarebbero - o più correttamente sarebbero
potute - esistere le figure dei maestri vasai e delle botteghe artigiane senza
le vicine cave da cui estrarre la
materia prima? Il racconto di alcune evidenze del tutto dimenticate o addirittura
sconosciute ai più, come la Casa dei Pellegrini in località Matine, suggerisce lo scenario di una
Lucugnano che un tempo non era solo un paese “alla fine delle
terre”, ma una tappa in rete con altre lungo l’itinerario verso il
santuario di Leuca, in una sorta di turismo religioso ante litteram che la
rendeva una meta conosciuta dai pellegrini di tutta Europa.
Melissa Calo’
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