25 settembre 2014
“…Popoliamo le strade, mangiamo in strada, portiamo fuori dalle case tavoli e seggiole… condividiamo con la giuria lo spazio democratico della città… facciamone la giornata dell’utopia…”
“…Popoliamo le strade, mangiamo in strada, portiamo fuori dalle case tavoli e seggiole… condividiamo con la giuria lo spazio democratico della città… facciamone la giornata dell’utopia…”
Questo è l’invito del Sindaco e del comitato organizzatore per
il 6 ottobre prossimo venturo, quando la giuria che dovrà decidere sulla
capitale di cultura da scegliere visiterà Lecce.
Facciamo il tifo perché Lecce si aggiudichi questo compito,
auspichiamolo, anche se il blindatissimo bild book lo conoscono in tre o quattro
solamente, ci sarà tempo per discuterne e magari condividerlo. La nota stonata
sta invece nell’utopia. Perché deve essere utopia vedere la città vissuta?
Quel giorno saranno finiti i lavori di ripulitura, come
quando nelle case ci si prepara a festeggiare un matrimonio, i muri saranno
finalmente liberi da quelle scritte fatte da quattro imbecilli che si vestono
da Marcos, giocano a fare la rivoluzione e cacciano fuori le armi, lo spray
nero, per scrivere su muri antichi, gli
stessi rivoluzionari che quando incontrano due avversari e se la fanno sotto.
Ma tant’è, finalmente quelle scritte saranno eliminate.
Una domanda solamente: tenere pulita la città non dovrebbe
(il condizionale si impone) essere pratica quotidiana? Non è che si fa come quando
arrivano improvvisamente ospiti inattesi si sposta di corsa la montagna di roba
da stirare sotto il letto e i libri accatastati sul tavolo sotto la scrivania
per far vedere che la casa è linda e pinta?
Il 6 ottobre si trasformerà, scondo i desiderata di chi
organizza, nel giorno dell’utopia, addirittura non ci saranno auto nel centro
storico, tutto sarà ovattato, ovunque si canterà e si ballerà, spettacoli e
probabilmente il meglio delle arti, dell’artigianato e dell’enogastronomia
presentati dignitosamente (le pagodine di plastica bianca a sant’Oronzo non ci
saranno, quelle le metteremo a novembre).
Il problema è cosa succederà il 7 ottobre. I tavoli e le
seggiole dovranno essere rimossi entro la mezzanotte del sei per lasciar posto
alle auto a Piazza Sant’Oronzo? Il traffico riprenderà il suo flusso naturale
nel centro storico imbottito di parcheggi in ogni piazzetta? I turisti
torneranno ad essere costretti ad uno slalom poco dignitoso fra le auto per
vedere una chiesa o un museo? Le biciclette dovranno guardarsi dal traffico
quotidiano?
Sarebbe stupendo veramente se la richiesta del Sindaco fosse
stata “portate fuori tavoli e seggiole, vivete le strade e le piazze perché DAL
6 ottobre Lecce sarà così” invece DAL
non c’è, al suo posto un misero IL, forse è la dichiarazione che si tratta solo
di utopia. Che bello sarebbe il sapere che esiste un piano traffico
sostenibile, e sapere che nel centro storico non ci si passerà più con auto e
moto. Che bello arrivare in Piazza Castromediano senza dover passare nei
parcheggi che servono a noti cinque stelle, passare dal Corso a Piazza
Sant’Oronzo senza il pericolo di venire arrotati dagli ospiti di un altro cinque
stelle. Che bello sarebbe poter lasciar liberi i bimbi di giocare.
Utopia… forse solo quello. Però il sei sarà così (almeno,
speriamo).
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