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sabato 23 agosto 2014

Flop clamoroso al Teatro Romano a Lecce. Orfanò inviperito.

Antonio Orfanò
“Siamo venuti qui a Lecce in sei attori, tecnici, un TIR di 12 metri, abbiamo trovato un palco senza scalette, ho dovuto minacciare di non fare lo spettacolo se non mettevano i ripari per gli attori che uscendo di scena rischiavano di cadere dal palco, li hanno messi solo stamattina. Sono stato qui anni fa, recitavo con D’Apporto, poi sono tornato, Lecce non è mai stata come oggi, allora c’era un assessore alla cultura che sapeva fare il suo lavoro. Aiutate l’assessore attuale, aiutatelo per favore. A cambiare mestiere…”

Era venerdi 22 agosto 2014, data da segnare nel libro nero di Lecce capitale di inettitudine organizzativa.
Antonio Orfanò, che ha nel curriculum collaborazione con Truffault, Bolognini,Castellani, Scorsese, Bergman, Magni ed altri, ha salutato così, arrabbiatissimo, i sei spettatori rimasti a tentare un applauso. Lo spettacolo è “Upupa my dream is my rebel king”,  il luogo è il teatro romano di Lecce.
Spettatori paganti 12 (dodici). Militi della protezione civile impegnati 10 (dieci) bigliettaia 1 (una) con una busta rigorosamente chiusa, quando siamo arrivati con 10 minuti di ritardo, ci ha guardato come fossimo marziani ed ha dovuto riaprire la busta preziosa con ricevute fiscali tipo pizzeria al taglio.
Forse lei non sapeva chi avvisare, sicuramente chi ha organizzato quella serata senza pubblicità, senza curare l’informazione, senza occuparsi del funzionamento della macchina organizzativa non ha pensato di fare un giro, di comporre un numero di telefono, di allertare amici e parenti per chiedere, quanto meno, di andare e non far fallire miseramente una serata degna di altre platee. Sicuramente non ha pensato di essere lì a scusarsi. Una figura meno squallida l’avrebbero fatta se non si fossero ostinati a tenere il botteghino aperto e tentare di vendere biglietti a persone di passaggio che, da fuori,  per puro caso da lì,  stavano a guardare dall’alto un pezzo di spettacolo e godersi qualche refolo d’aria nell’afa dello scirocco.
Che senso ha mettere in cartellone spettacoli, muovere una macchina organizzativa costosa? (A proposito, pagano i contribuenti?) Domanda che giriamo all’assessore addetto, Luigi Coclite, come recita il sito del Comune, responsabile di: turismo, marketing territoriale, spettacoli ed eventi, affari generali, contenzioso. Lo chiediamo a lui e informiamo Antonio Orfanò che Lecce non ha tempo e quattrini da dedicare alla cultura, infatti non esiste un assessore ad hoc, d’altronde come qualcuno disse, la cultura non si mangia. Però lo informiamo anche che Lecce è candidata a Capitale di Cultura 2019, ecco, caro Orfanò, questo è lo stato delle cose. La città ed i leccesi meriterebbero veramente questa nomina, peccato però che chi dovrà manovrare i cordoni della borsa e se ne farà vanto riesce a distruggere serate per incapace inettitudine, pressapochismo e ignoranza della macchina organizzativa, e limitiamoci all’ignoranza per favore, se pensassimo alla premeditazione sarebbe quasi reato. Personalmente sono stato sempre dell’avviso che per la città essere Capitale di Cultura potrebbe essere un’opportunità da cogliere, vedendo questo scempio i dubbi si insinuano.
In ultimo faccio gli auguri  all’attrice che ha avuto un mancamento in scena. Sarà stato lo scirocco, la tensione per un inesistente pubblico, la rabbia per una serata gettata al vento. Grazie alla compagnia e grazie di aver compreso che non è Lecce ad essere così bassa, meschina ed incapace, ho detto Lecce, sulla capacità di chi la guida non mi pronuncio.

Upupa
My dream is my rebel king

Antonio Orfanò
Lorenza Caroleo
Simone Francia
Mariano Riccio
Giorgia Massaro
Antonella Abbate

Giorgia Ferrara

Errata corrige, la ricevuta fiscale è intestata Chapliniana teatro, la compagnia di Orfanò.

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