Che problema! Fra poco iniziano i mondiali di calcio,
giocherà l’Italia la sua prima partita e io non so nulla. Ma proprio nulla! Me
ne sono accorto passando dal barbiere, il signore seduto comodamente in
poltrona pontificava, fra una rasoiata e una sforbiciata, su come Prandelli non
capisse “un cazzo” (testuale).
Destra rosa, sinistra azzurra, ricordalo! |
Quel signore sa! Lui è uno dei 35 milioni di italiani
che “se ci fossi io non avrei certo convocato Parolo”. Lui sa! Che sia del
mestiere lo si vede dalla fisicità, qualcosa in meno di 100 Kg in un metro e
sessanta di altezza denunciano una costante negli esercizi ginnici, nella
corsa, soprattutto verso il tavolo con un’amatriciana, consapevole che se fosse
lui su quel campo farebbe uno sterminio. Lui sa che “non passeremo neppure il
primo turno” e qui esce fuori la sofferenza dell’italiano sterminatore di
allenatori, “non passeremo”. Non dice “torneranno a casa” ma proprio così,
perché la nazionale è la nazionale perdio, è come il Presidente della
Repubblica. Forse no, Napolitano è di parte. E’ più come il Papa. L’onore
patrio prima di tutto. Poi va a finire che incontriamo una Corea qualsiasi e
apriti cielo, altro che crisi economica, meglio una guerra nucleare! Per i meno
vecchi ricordiamo quel maledetto di Pak Doo Ik che rifilò all’Italia il gol che
la mandò a casa con ignominia. Il girone comprendeva URSS, Corea Del Nord,
Italia e Cile. I coreani erano visti come ragazzini incapaci.
La Corea del Sud pensò invece a mandare a casa gli
azzurri nel 2002. In verità qui giocava anche l’arbitro Moreno che fece ogni
possibile porcata in campo. Ma tant’è. Le Coree portano una sfiga terrificante.
Il ricordo, l’ultimo, che ho nitido è quello dei
mondiali 1982 in Spagna. Anche allora capivo molto poco di calcio, però i nomi,
almeno quelli, li conoscevo.
Zoff, Collovati, Scirea, Gentile, Cabrini, Oriali,
Bergomi, Tardelli, Conti, Graziani, Rossi, Causio, Altobelli. C’era un bel clima,
e c’era Socrates, il dottor Socrates che giocava nel Brasile. E i brasiliani
quando facevano un gol andavano a bordo campo a fare qualche passo di samba. E
nella finale contro la Germania c’era Pertini in tribuna. Pertini!!! Mica un
Cossiga qualunque.
Oggi invece, tolti un paio di nomi famosissimi per altri
motivi come Buffon o Balotelli, non ne conosco uno:
Buffon, Perin, Sirigu, Abate, Barzagli, Bonucci,
Chiellini, Darmian, De Sciglio, Paletta, Aquilani, Candreva, De Rossi,
Marchisio, Thiago, Motta, Parolo, Pirlo, Verratti, Balotelli, Cassano, Cerci, Immobile, Insigne.
Faticaccia quest’anno seguire le partite. Unica nota di
colore, nel senso più letterale del termine, sono le scarpe dei giocatori, con
improbabili colori evidenziatore, giallo, arancio ecc. Alcuni le hanno di colore
diverso. I più maligni pensano serva loro per distinguere la destra dalla
sinistra, noi sappiamo invece che è questione di sponsor.
Comunque quest’anno la Corea del Sud se la cuccano
Russia, Algeria e Belgio. A noi toccano solo Uruguay, Inghilterra e Costa Rica.
Spero veramente che gli azzurri passino il primo turno, così, per sentire cosa
dirà mister 100 Kg dal barbiere.
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