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giovedì 22 maggio 2014

Sgrena, Cinque stelle, foto hard e altre amenità

Sfogliando i giornali del 21 maggio 2014 rimbalzano notizie, quelle in cui le parole di Maupassant sono di un’attualità senza pari: “Non sempre il vero è verosimile”.

Succede che Giuliana Sgrena, giornalista già rapita in Iraq e liberata dai servizi segreti italiani, durante la sua liberazione perse la vita sotto i colpi si militari americani, Nicola Calipari, ora è  candidata nel collegio nord ovest per la lista Europa con Tsipras, nella sua pagina facebook trovi commenti come: Assassina maledetta – Sotterrati schifosa – Dovevano lasciarti marcire in Iraq a 300 metri sotto terra – Dovevi morire al posto di un eroe – Guardati alle spalle, siamo tutti assassini –
Ora, a prescindere dal fatto che queste si chiamano minacce e che andrebbero perseguite dalle competenti autorità, resta la constatazione che chi li ha scritti è figlio di una campagna elettorale fatta di odio, insulti e dove ogni colpo basso è concesso. E che con ogni probabilità vota un partito guidato da un condannato per truffa allo stato.

Forlì: Un ragazzo di una media viene beccato dall’insegnante con il cellulare in mano  mentre sta guardando immagini hard. L’insegnante sequestra il telefono e dice al ragazzo “lo ridarò solo ai tuoi genitori, mandameli”. Arriva la madre accompagnata dal suo avvocato e denuncia l’insegnante per furto, sostenendo fra l’altro che le foto non erano hard perché “la donna ritratta aveva il perizoma”. (Non è Crozza che racconta, è successo veramente). L’insegnante in questo caso ha banalmente fatto il suo dovere, il problema è la famiglia del ragazzo che vuole trasformare un cittadino in un imbecille. Presentarsi al colloquio con l’avvocato a fronte di una palese violazione delle regole del ragazzo è un triste segno dei tempi. A proposito, sarebbe forse il caso di fare una verifica fiscale sulla famiglia in questione. Gli avvocati costano, mobilitarli per una cosa simile è ostentazione di ricchezza, la dichiarazione dei redditi della famiglia è consona? E forse sarebbe il caso anche di una verifica sulla salute mentale.

Pomezia: Fabio Fucci (cinque stelle) è il Sindaco della cittadina laziale. I bilanci dei Comuni, bene lo sappiamo, sono risicatissimi e occorre risparmiare ovunque. Il casaleggiano ha una trovata d’ingegno incredibile: la mensa scolastica costerà l’anno prossimo 4 euro o 4,40 centesimi. A scegliere saranno le famiglie in base alle loro possibilità. Ovviamente ad una differenza di costi corrisponderà una differenziazione di menu. Quelle a 4 euro non avranno diritto al dolcetto. I bambini più poveri staranno seduti a guardare i ricchi mentre finiscono il loro pasto.
La vicesindaco, intervistata in proposito, ha detto che comunque a tutti verranno garantite proteine e capacità nutrizionale identica. Gli amministratori che hanno fatto questo patto idiota con la ditta appaltatrice hanno evitato di tenere conto del fatto che i bimbi si sentiranno discriminati in quanto il calcolo delle proteine non li riguarda assolutamente, per fortuna loro pensano a mangiare e ai sapori, loro credono invece (ahiloro) di essere tutti uguali, almeno a scuola.  Questa discriminazione ricorda tanto le verdi camicie che negavano il pasto agli immigrati, o che imponevano loro (e solo a loro) la visita medica obbligatoria per accedere alle mense comunali. Caro cinque stellato sindaco, questo si chiama razzismo.


Nota di colore elettorale. A Lecce questa tornata i candidati non informano, e nessuno, ma proprio nessuno, mette volantini sulle auto, per fortuna. Quasi nessuno in realtà, solo un candidato, tal Ronzino del movimento cinque stelle, ha pensato bene di mandare i suoi sudditi a cospargere le strade del centro storico di suoi bigliettini con tanto di invito a votarlo. Passeggiando se ne contano a centinaia gettati a terra, calpestati, luridi, forse è per provare che le strade di Lecce sono sporche?

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