Commenti

Non pubblicheremo commenti anonimi.

mercoledì 14 maggio 2014

La Lecce, alla marcia contro il racket...

Affollatissima e partecipata marcia per la legalità e contro il racket a Lecce lunedi 12 maggio 2014. Molte le fasce tricolore dei sindaci della provincia, molta “gente comune” che era lì per manifestare contro un cancro che torna a pervadere il Salento. Racket, estorsioni, usura, controllo del gioco d’azzardo, mazzette, corruzione, voto di scambio, appalti e ancora molto altro. La malavita entra in ogni anfratto della società.
Pochi i taglieggiati presenti, poche le denunce alla magistratura, poca la capacità di opporsi a muso duro a richieste estorsive, questo denunciano gli inquirenti. D’altra parte, come mi faceva notare qualcuno, “dopo la passerella di oggi tutto tornerà nel silenzio, nella normale vita quotidiana”. Le vittime della malavita hanno invece bisogno di attenzioni sempre non solo da parte degli investigatori, ma devono sentire la solidarietà della società nel suo insieme.  Lo sportello antiracket esiste e funziona, però occorre intervenire con forza su chi ha titolo per concedere prestiti, le banche, occorre che lo Stato si faccia garante dei commercianti onesti caduti nelle grinfie di speculatori e usurai.

A Palazzo Celestini, sul palco ci sono stati interventi. Hanno parlato il Prefetto, il direttore del Quotidiano di Lecce, patron della manifestazione, il Sindaco di Lecce Paolo Perrone, Antonio Maria Gabellone, presidente della Provincia, un imprenditore vittima di mafia. Ad ascoltare una folla nutrita, molti i politici, parlamentari, assessori e consiglieri regionali, mancavano, e questo è il vero vulnus, i giovani. Sotto i 40 anni erano veramente pochi in piazza. C’era anche l’Onorevole Marti, prosciolto nel 2008 dall’accusa di voto di scambio,  http://www.lecceprima.it/cronaca/voti-e-mafia-assoluzione-per-l-assessore-roberto-marti.html, e c’erano esponenti di Forza Italia, il partito che vede il suo capo ai servizi sociali, il braccio destro latitante in Libano, un suo affiliato ed ex ministro della Repubblica in galera. Molti gli esponenti del Partito Democratico (lo stesso a cui è iscritto Primo Greganti, il compagno G. tornato agli onori delle cronache). Non siamo seguaci dei proverbi ad ogni costo, però ogni tanto si citano. “Te la capu ‘nfetisce lu pisce”, dicevano gli anziani.  
Nessuna bandiera alla marcia, solo i gonfaloni dei Comuni, il medagliere dell’ANPI (Associazione Partigiani d’Italia) ed una bandierina arancione di Libera. E non c’era uno striscione che qualcuno ricordava in una manifestazione gemella di tempo addietro, quello con su scritto “Fuori il marcio dalla marcia”.  Però è un inizio, speriamo lo sia. 

Nessun commento:

Posta un commento