Medici senza frontiere, informatici senza frontiere,
avvocati senza frontiere, veterinari senza frontiere, biologi senza frontiere...
Gli artisti sono senza frontiere per definizione, la Pietà di Michelangelo
diventa spontanemente patrimonio dell’umanità esattamente come le statue del
Budda criminalmente abbattute dai talebani negli anni ’90 del secolo scorso.
Garcia Marquez e Dante Alighieri appartengono all'umanità intera. Insomma, le
persone che hanno un mestiere, una missione, un talento, superano le frontiere,
addirittura non ne tengono conto. Quante persone libere, senza vincoli, travalicano le loro frontiere per portare quel che hanno e sanno ad altre persone "senza distinzione di razza, religione ...."?
A fronte di questo non essere rinchiusi, esistono i confini.
La parola ha un etimo latino (cum finem), era il solco tracciato con la spada
dal rex per delimitare i suoi possedimenti. Frontiera e confine sono usati come
sinonimi in molte lingue, in altre, come l’inglese, sono nettamente separati,
la frontiera è in evoluzione, il confine è netto, definito ed immutabile. La
frontiera è (dovrebbe essere) un luogo che muta in base alle usanze, alle lingue,
ai costumi delle popolazioni che lì vivono, il confine non tiene conto di queste variabili, traccia un solco quasi
tutto dovesse rimanere immutato, eterno. E’ la differenza fra logica e
burocrazia. Molti sono i modi per definire chi valica le frontiere, un tempo si
chiamavano barbari, parola che deriva dal greco e che significa: colui che
balbetta, che conosce poco o nulla la lingua del paese ospite. Oggi, nelle legislazioni dello stato italiano,
moltissimi di loro vengono definiti clandestini. L'etimologia della parola dovrebbe essere di derivazione latina: clam - des - tinum, colui che si nasconde al giorno. Il problema non è di poco
conto per chi considera la terra intera patrimonio di chi la vive e per chi considera gli esseri umani sullo stesso piano. Non dovrebbe esserlo per le legisa+lazioni che si riconoscono nella dichiarazione dei diritti dell'umanità. Può un
essere umano diventare nel giro di poche ore, da “persona” a “clandestino”?
Clandestino dove? Per chi? Rispetto a chi? E chi non è clandestino cos'altro è?
Uomo/donna? Persona? Cittadino? Sono “clandestini” le persone che arrivano da paesi
in guerra, dove la povertà e la morte per fame sono quotidiane? Ovvie e
scontate le parole di chi dice che arrivano anche i delinquenti, questo è altro
problema, la pietas e l’accoglienza che hanno contraddistinto anche in questi
giorni gli italiani nonostante chi li ho governati, hanno, evidentemente, un’idea
diversa di “persona”. Non è assolutamente un caso che a chiamare queste persone
“clandestini” siano i leghisti, molti del partito guidato da un fuorilegge e
ultimamente i capi in testa del movimento cinque stelle. Tutte formazioni che
basano la loro filosofia sul populismo, sul fare rumore e suscitare paure e
terrore fra i sudditi per far loro ben accogliere una stretta legale, etica,
morale contro chi arriva a “rubare il lavoro”, tralasciando il fatto che pagano
le tasse e i contributi. Soprattutto lasciando perdere il concetto di rispetto
della persona.
Nessun uomo è clandestino. Nessun uomo può essere
colpevole di essere uomo. Colpevole è chi compie un’azione illecita, non chi è
in una condizione soggettiva piuttosto che un’altra. È un principio
fondamentale dello stato di diritto. Non lasciamo solo papa Francesco e il
Vangelo a ricordarci un cardine fondamentale della civiltà moderna.
Quindi le frontiere e i
confini diventano tout court veri e propri mostri, non già contenitori di
culture, lingue, religioni, costumi che tendono a fondersi, a farsi contaminare
da altre forme di culture, piuttosto come strettissimi abiti fatti di armi,
carceri, centri di accoglienza dove chi è naufragato diventa immediatamente un
indagato per aver commesso il reato terribile di clandestinità. Quasi chi parte
da paesi svantaggiati potesse avere sentore che in Italia esiste un partito
verde vestito che li vuole in galera ed espulsi, rimandati nella guerra dalla
quale fuggono.
...il denominatore
comune a tutte queste storie è la rimozione dei loro protagonisti come
portatori di diritti. Una cintura militare fatta di armi, diritti negati,
omicidio, carcere, tortura disegna i confini attuali d'Europa, quelli che
devono garantire il benessere di chi è all'interno...
La frontiera non è più un luogo: è una colpa, una condanna,
qualcosa che chi ha avuto la sfortuna di incontrare non si toglierà più di
dosso. (Luca
Rastello – La frontiera addosso – Bollati Boringhieri, 2009)
Nessun popolo ha un futuro se non ha memoria, in realtà.
Ricordare e fare tesoro degli accadimenti è indispensabile, così ricordiamo
Marcinelle e la sua tragedia dove morirono centinaia di italiani in miniera
mentre sulle porte di molti locali c’era scritto “vietato l’ingresso agli animali e
agli italiani”. Così ricordiamo, occorre farlo, il rapporto che diceva:
«Generalmente
sono di piccola statura e di pelle scura. Molti puzzano perché tengono lo
stesso vestito per settimane. Si costruiscono baracche nelle periferie. Quando
riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti
fatiscenti. Si presentano in 2 e cercano una stanza con uso cucina. Dopo pochi
giorni diventano 4, 6, 10. Parlano lingue incomprensibili, forse dialetti.
Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l'elemosina; spesso davanti alle
chiese donne e uomini anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti.
Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro.
Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li
evitano sia perché poco attraenti e selvatici, sia perché è voce diffusa di
stupri consumati quando le donne tornano dal lavoro. I governanti hanno aperto
troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo
selezionare tra coloro che entrano nel paese per lavorare e quelli che pensano
di vivere di espedienti o, addirittura, di attività criminali».
Fonte: Relazione
dell'Ispettorato per l'immigrazione del Congresso degli Stati Uniti sugli
immigrati italiani, ottobre 1919.
Il Belgio si è arricchito anche grazie agli immigrati
italiani, gli U.S.A. sono diventati potenza mondiale anche grazie al lavoro degli
italiani. Se avesse governato qualcuno con la camicia verde, cosa sarebbe
successo? E se le persone fossero state considerate solo “clandestini”?
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