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giovedì 29 agosto 2013

Siria...

L’ONU sembra un inutile orpello ormai. Da decenni le guerre le dichiarano unilateralmente USA, GB, Francia e poco più, da decenni assistiamo ad inizi di bombardamenti, massacri fra i civili, morti che tornano avvolti in ridicole bandiere e guerre infinite, senza via d’uscita per gli attaccanti, praticamente perse dalle più potenti forze armate mondiali. Kosovo, Afghanistan, Iraq e via dicendo sono plastici esempi della stupidità dei guerrafondai. Piccoli Vietnam crescono.  In tutto questo scempio di civiltà l’ONU è tenuta rigorosamente da parte perché è strumento vecchio, antico, vive ancora sugli equilibri del dopo guerra, anche se i tempi sono mutati.
Ora c’è l’inganno Siria alle porte. Dopo la bufala globale delle armi di distruzione di massa, alla quale hanno creduto senza batter ciglio il pregiudicato Berlusconi e buona parte delle sinistre italiche, oggi ci dicono che hanno le prove dell’utilizzo di armi chimiche. Sarà, però gli ispettori ONU ancora stanno cercando, nel frattempo i bombardamenti a tappeto sui civili sopravvissuti sono pronti. E pare che nel giro di 48 ore il misfatto globalizzato sarà compiuto. Intanto gli ispettori del nulla (leggi: ONU) proseguono a cercare, se poi ci diranno che armi chimiche non erano, beh, pazienza. Un po’ di missili non fanno male e si sarà aperto un altro fronte. Ma ci stiamo abituando: si va lì, si fa l’inferno e poi lasciamo le popolazioni nella loro palta, prese in mezzo fra dittatori, fondamentalisti, democratici e via dicendo. Ancora non si è trovato il modo di soluzioni negoziali, di parlare, di imporre con la pace anziché con la guerra. Ancora si crede alla criminale bufala dell’“esportazione di democrazia”. Vediamo cosa succede in Afghanistan, pochi (?) “straccioni” tengono in stallo le potenze della guerra da anni, e noi inviamo eserciti, militari, armamenti e sofisticati strumenti di guerra in continuo. Ora ci dicono che è pronto il ritorno, alla buon’ora, ma cosa lasciano le potenze potenti? Popolazioni inermi in balia di bande armate? E cosa lasceranno in Siria? C’era un economista che sosteneva che le guerre servono per far girare l’economia…. Vuoi vedere che l’hanno preso in parola?

Non a caso il presidente siriano Assad ha dichiarato: “Le grandi potenze possono fare guerre. Possono anche vincerle?” La storia insegna poco evidentemente. Dice Barbara Spinelli su Repubblica del 28 agosto: “… Il dilemma esiste perché sulle conseguenze di un’offensiva nessuno può avere le idee chiare. Neppure sull'obbiettivo c’è per la verità chiarezza… In nome di quale disegno aggredire Assad?” Anche perché, anziché esportare democrazia si rischia di mandare i siriani dalle mani del dittatore di turno a quelle degli integralisti, per dirla con la Spinelli “la scelta è tra la peste e il colera”, noi con chi stiamo? Attaccare alla cieca, senza l’interposizione delle forze ONU, senza tentativi diversi di trattativa, porterà forse ad altri Afghanistan, ad altri Kosovo, Iraq e via dicendo.  Al momento, per fortuna, il ministro degli esteri italiano si chiama Emma Bonino, se si va a elezioni e arrivano le Santanchè, i La Russa e compari di merende, mandare a spezzare le reni alla Siria sarà il gioco di 24 ore. Non è che qui abbiamo poi una democrazia così compiuta, in fondo. Possiamo renderci complici da un momento all’altro di qualunque nefandezza in giro per il mondo. 

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