L’ONU sembra un inutile orpello ormai. Da decenni le guerre le
dichiarano unilateralmente USA, GB, Francia e poco più, da decenni assistiamo
ad inizi di bombardamenti, massacri fra i civili, morti che tornano avvolti in ridicole
bandiere e guerre infinite, senza via d’uscita per gli attaccanti, praticamente
perse dalle più potenti forze armate mondiali. Kosovo, Afghanistan, Iraq e via
dicendo sono plastici esempi della stupidità dei guerrafondai. Piccoli Vietnam
crescono. In tutto questo scempio di
civiltà l’ONU è tenuta rigorosamente da parte perché è strumento vecchio,
antico, vive ancora sugli equilibri del dopo guerra, anche se i tempi sono
mutati.
Ora c’è l’inganno Siria alle porte. Dopo la bufala globale
delle armi di distruzione di massa, alla quale hanno creduto senza batter
ciglio il pregiudicato Berlusconi e buona parte delle sinistre italiche, oggi
ci dicono che hanno le prove dell’utilizzo di armi chimiche. Sarà, però gli ispettori
ONU ancora stanno cercando, nel frattempo i bombardamenti a tappeto sui civili
sopravvissuti sono pronti. E pare che nel giro di 48 ore il misfatto
globalizzato sarà compiuto. Intanto gli ispettori del nulla (leggi: ONU)
proseguono a cercare, se poi ci diranno che armi chimiche non erano, beh,
pazienza. Un po’ di missili non fanno male e si sarà aperto un altro fronte. Ma
ci stiamo abituando: si va lì, si fa l’inferno e poi lasciamo le popolazioni
nella loro palta, prese in mezzo fra dittatori, fondamentalisti, democratici e
via dicendo. Ancora non si è trovato il modo di soluzioni negoziali, di
parlare, di imporre con la pace anziché con la guerra. Ancora si crede alla
criminale bufala dell’“esportazione di democrazia”. Vediamo cosa succede in
Afghanistan, pochi (?) “straccioni” tengono in stallo le potenze della guerra
da anni, e noi inviamo eserciti, militari, armamenti e sofisticati strumenti di
guerra in continuo. Ora ci dicono che è pronto il ritorno, alla buon’ora, ma
cosa lasciano le potenze potenti? Popolazioni inermi in balia di bande armate? E
cosa lasceranno in Siria? C’era un economista che sosteneva che le guerre
servono per far girare l’economia…. Vuoi vedere che l’hanno preso in parola?
Non a caso il presidente siriano Assad ha dichiarato: “Le
grandi potenze possono fare guerre. Possono anche vincerle?” La storia insegna
poco evidentemente. Dice Barbara Spinelli su Repubblica del 28 agosto: “… Il
dilemma esiste perché sulle conseguenze di un’offensiva nessuno può avere le
idee chiare. Neppure sull'obbiettivo c’è per la verità chiarezza… In nome di
quale disegno aggredire Assad?” Anche perché, anziché esportare democrazia si
rischia di mandare i siriani dalle mani del dittatore di turno a quelle degli
integralisti, per dirla con la Spinelli “la scelta è tra la peste e il colera”,
noi con chi stiamo? Attaccare alla cieca, senza l’interposizione delle forze
ONU, senza tentativi diversi di trattativa, porterà forse ad altri Afghanistan,
ad altri Kosovo, Iraq e via dicendo. Al
momento, per fortuna, il ministro degli esteri italiano si chiama Emma Bonino,
se si va a elezioni e arrivano le Santanchè, i La Russa e compari di merende,
mandare a spezzare le reni alla Siria sarà il gioco di 24 ore. Non è che qui
abbiamo poi una democrazia così compiuta, in fondo. Possiamo renderci complici
da un momento all’altro di qualunque nefandezza in giro per il mondo.
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