Piazza Sant'Oronzo,
che ora potremmo soprannominare alla toscana “Piazza de’ coglioni di mulo”, è
inquietante in questi giorni. Occupata militarmente da una settimana per
allestire improbabili gazebo di plastica per un'esposizione di tre giorni, poi,
probabilmente, un’altra settimana per smontare il tutto, oltre la candida
plastica c’è un finto antico in finta pietra lecce in polistirolo e mercanzie
varie.
Ci sono molti modi di
intendere città, cultura e commercio. Di intendere la bellezza nel suo
significato più alto. Come dice Carlo Salvemini in un suo post su Facebook,
citando i 100 passi: “e allora, invece
della lotta politica, la coscienza di classe, tutte le manifestazioni e ste
fissarie, bisognerebbe ricordare alla gente cos'è la bellezza, aiutarla, riconoscerla,
difenderla… Le bellezza… è importante la bellezza, da quella scende giù tutto
il resto…” Ecco, forse sta in queste poche parole il senso del bello,
dell’estetica quando si fonde con l’etica. Avere fra le mani un gioiello come
la città di Lecce e trattarlo come neppure Piazza Palio che è stata devastata
letteralmente per fare un imporbabile polo fieristico, proprio facendo l’opposto
delle città normali dove le fiere le fanno fuori. Avere una piazza come
Sant’Oronzo e trasformarla in mercatirno rionale (neppure dei più belli) è un
insulto vero e proprio al Santo sulla colonna, a commercianti e passanti.
Immaginate se davanti alla Primavera del Botticelli a Firenze mettessero una
bancarella di pop corn che copre il dipinto, e ancora, immaginiamo se la torre
di Pisa venisse ricoperta di un impianto di impalcature con sopra la pubblicità
di preservativi. Però loro non lo fanno, anche se hanno esigenze di fare cassa.
Immaginiamo e non facciamocene una ragione. In una città che ha al suo attivo
(passivo per le casse comunali perché costruiti sperperando denaro pubblico)
ben due aree mercatali inutilizzate, una dotata di stand rigorosamente chiusi,
l’altra in contenzioso eterno con i commercianti ambulanti, anziché utilizzarle
per renderle vive, si sceglie di ricoprire e rendere invisibile la bellezza
della città, il suo valore aggiunto. Turisti arrivano a frotte nonostante gli amministratori
di questa città che dovrebbe (il condizionale si impone) essere un museo a
cielo aperto. Proseguendo così una
domanda sorge spontanea: a quando la concessione dell’anfiteatro romano per
farci la sagra del pampacione?
Qualcuno dice che
siamo in periodo di crisi e quindi è giusto valorizzare l’artigianato locale
(compresi i coglioni di mulo?), assolutamente condivisibile come intento, guai
se così non fosse, però viene da chiedersi perché, per farlo, si sacrifica il
cuore pulsante e antico della città, lo stesso devastato dal traffico delle auto come neppure i paesi incivili fanno più. Se proprio non si vuole andare
nelle aree mercatali, ci sarebbe Piazza Mazzini che è già bruttina di suo,
quella potete pure coprirla.
A seguire alcuni
commenti on line sullo scempio di Piazza Coglioni di Mulo (già Sant’Oronzo):
Danilo Biondo
Sandalo: usare il barocco per farci un mercato,una
sagra,uno scambio senza decoro, diviene un oltraggio alle influenze culturali e
millenarie che ci hanno attraversato e qui hanno lasciato il segno...ma del
resto rispecchia esattamente quel che vale la politica e quel che valgono i
leccesi...in poche parole ognuno ha ciò che si merita...Io provo a guardare un
pò oltre un tarallino...
Sergio
Telaroli: Mi fa ricordare la prima Giunta leghista di
Milano che per natale aveva concesso Piazza del Duomo alle giostre.
Antonio
Pascarito: Forse, e sottolineo "forse, in questo caso
Peppino Impastato è stato citato un po' troppo frettolosamente... La struttura
che viene montata in Piazza Sant'Oronzo, è rimovibile... i leccesi non la
vedranno in eterno!... La stessa citazione di Peppino Impastato sarebbe
appropriata per il filobus... oppure per il PUG, dove (una trasmissione dell'Indiano,
lo ricorda benissimo) si permetterà di costruire a ridosso di un'area di
interesse archeologico...
Luisella
Gallucci: …il punto è quale visione si ha della piazza,
quale idea di centro storico. Questa struttura sarà pure rimovibile, ma
rappresenta un temporaneo che diventa definitivo se si pensa con quale cadenza
la piazza viene "aggredita" per ospitare eventi di questo genere,
tutti oramai calendarizzati anno per anno in piazza, snaturando quasi ogni fine
settimana l'isola pedonale che si trasforma in un vero cantiere. Abbiamo
dimenticato i mega palchi estivi e le loro emissioni sonore che fanno tremare i
vetri?
Francesco
Montinaro: Campo Rom P.zza S.Oronzo : Come distruggere una
Città!!!!
Carlo
Salvemini: ...perchè rinunciare al rispetto degli stili,
ad un richiamo al decoro? io penso che il comune possa essere rimproverato di
"omesso controllo" diciamo così; ma che non meno censurabile siano le
scelte degli organizzatori totalmente avulse dal contesto scelto per lo
svolgimento della fiera... parlarne non fa male a nessuno ma può essere utile a
fare meglio…
Angelo Vozzi: Concordo
sul cattivo gusto, ma sinceramente in questo periodo di crisi, prendersela pure
con le fiere o i mercati, mi sa tanto di salotto buono della sinistra pronta
solo a criticare .....
Valeria Crasto: ma
solo dal vivo ho visto la texture dei teloni...finta pietra leccese...oltre
ogni mia aspettativa, per non parlare del trullo finto (alias info point) in
pietra-polistirolo. ...come siamo avanti...
......ed hanno pienamente
ragione!!! Ma come si fa a promuovere
l'artigianato artistico, che dovrebbe essere il volano della nostra economia,
con stand finto antiche mura e gazebo di plastica....dire kitch è dire poco,
dire trasch è un complimento.... a chi vengono queste idee malsane consiglio di
andare a vedere cosa succede nel Lazio, in Toscana, e in altri luoghi d'italia
dove chi amministra si consulta e collabora con gli artisti, con gli
artisti/artigiani, con menti pensanti e accolgono le loro proposte, accettano i
loro consigli, affinchè l'occasione possa servire a tutti.......ma siamo a
lecce! core preciatu, sona maestru, arcu te pratu ! ma state scherzando o fate
sul serio? perchè se fate sul serio forse è meglio che ci ripensiate e tornate
a fare quello che le vostre scuole vi hanno insegnato a fare....ma per favore !!!
Il pezzo sopra è stato scritto giovedi 30 maggio, il primo giugno è stato pubblicato u Nuovo Quotidiano di Puglia un'intervista all'assessore al demanio di Lecce, segue un commento fatto a caldo:
Il pezzo sopra è stato scritto giovedi 30 maggio, il primo giugno è stato pubblicato u Nuovo Quotidiano di Puglia un'intervista all'assessore al demanio di Lecce, segue un commento fatto a caldo:
C’è una vecchia barzelletta: “Come mai sei razzista?” chiede
un signore all’amico: “Non sono io ad essere razzista, sono loro ad essere
negri”. Mi è venuta in mente aprendo Quotidiano in edicola oggi (sabato 1
giugno 2013). L’assessore Luciano Battista, a chi chiede come mai questo
terribile allestimento di Piazza Sant’Oronzo, risponde dicendo che:
- Non ci sono soldi e il materiale utilizzato è a costo zero.
- I leccesi “dovrebbero essere contenti che la città venga valorizzata”.
- “Il ragionamento non è solo estetico, La fiera ha ortato in città un movimento di gente e di interesse che difficilmente ci saremmo potuti permettere”
Bene, è la Piazza Sant’Oronzo ad essere esageratamente
bella, mica loro che hanno toppato e l’hanno nascosta con quella colata di plastica
e polistirolo. Non una parola sul fatto che questa porcata poteva essere
spostato in luoghi diversi. No, assessore, il punto non è impedire agli
artigiani di lavorare, è proprio far convivere il bello con il buono. Per
esempio lasciando stare il centro storico della città fra le più belle d’Italia.
Poco oltre, nelle stesse pagine, il Sindaco Perrone dice di
Lecce “capitale di cultura”… Vuoi vedere che mettono gazebo di plastica in
Piazza Duomo?
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