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venerdì 7 giugno 2013

7 giugno 1926, Gaudi investito da un tram

Casa Batllo
Era il 7 giugno 1926, il primo tram entrato in servizio a Barcellona investì un signore. Aveva un aspetto dimesso, misero, lo portarono all'ospedale Santa Croce, un ospizio per indigenti. Morì il 10 giugno. Venne poi riconosciuto dal cappellano della Sagrada Familia, lui era Antoni Gaudi i Gornet. L’architetto che segnò un’epoca e fece vere rivoluzioni nel suo campo. E quella Cattedrale non riuscì a terminarla, anche se si era ricavato una stanzetta dove viveva proprio in quel cantiere. Era nato il 25 giugno 1852, studente di architettura nella Barcellona della Renaixença, piena di spinte al nuovo e di rivendicazioni di autonomia alle quali aderì e rimase fedele fino alla fine.  
Sagrada familia
Durante gli studi ebbe modo di lavorare con architetti famosissimi e di studiare le nuove metodologie di costruzione, in particolare l’utilizzo del cemento. Fodamentale fu l’incontro con Eusebi Guell che credette in lui diventandone protettore e commissionandogli opere che rimangono nella storia dell’architettura e dell’arte. A soli 31 anni venne chiamato a costruire la Sagrada Familia, opera che resterà incompiuta ma che rappresenta il culmine della sua visione artistica.
Sempre nel 1833 inizia Casa Vicens, nel 1887 la residenza del Conte Guell,  Palazzo Guell,  poi Casa Calvet, che ricevette il premio per la miglior costruzione in Barcellona, e la particolarissima Casa Batllò con il tetto a onde.  Prima di lasciare ogni altro lavoro per dedicarsi alla sola Sagrada Familia, costruì la Casa Millà.
Al suo funerale parteciparono migliaia di persone, nonostante la sua vita solitaria e riservata. L’ “Architetto di Dio”, come venne nominato, è sepolto nella cripta della Sagrada Familia.

“La creazione prosegue incessantemente attraverso l’uomo. Ma l’uomo non crea:
scopre. Coloro che ricreano le leggi della Natura per basare su esse le loro nuove
opere sono collaboratori del Creatore. Chi copia non collabora. Perciò, l’originalità
consiste nel ritorno alle origini” (A. GAUDÍ)



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