Succede negli USA. Lui ha cinque anni (cinque), imbraccia il
fucile, fa fuoco contro la sorellina di due anni (due) e l’ammazza. L’arma gli era
stata regalata in occasione del suo quarto compleanno, fa parte della
collezione “Bimbi” dell’azienda Keystone Sporting arms, una florida ditta di
armi che ne sforna 60.000 l’anno destinate ai bimbi, perché negli USA saper
sparare è d’obbligo. Alcune annotazioni vengono spontanee.
- Una ditta che porduce armi che sparano proiettili veri e sono destinate ai bimbi con l’affasciante slogan: “la mia prima arma” sta producendo PIL virtuoso? Dove finisce il lecito e dove inizia l’idiozia?
- Due genitori che regalano al bimbo di quattro anni un’arma vera sono persone normali, degne di vivere in una società civile, o sono solo schiavi del PIL di cui sopra? Quello indegno, per intenderci.
- Uno Stato che consente l’utilizzo e il commercio di armi senza alcun controllo diverso, è veramente a Democrazia avanzata o esistono dei limiti etici che il legislatore dovrebbe porsi?
- Nel paese dove si proibisce di fumare per strada e nei parchi si può tranquillamente mettere in mano ad un bimbo un’arma vera spacciandola per giocattolo, non c’è una contraddizione?
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