Commenti

Non pubblicheremo commenti anonimi.

lunedì 29 aprile 2013

Ripartiamo con la sinistra. Intervista con Giulio Aresta


Giulio Aresta

Quello che segue è un colloquio con Giulio Aresta, membro del coordinamento cittadino di Sinistra Ecologia e Libertà e di Lecce Bene Comune. Dovevamo incontrarci da tempo, più precisamente da quando Nichi Vendola disse che SEL si sarebbe “mischiata” con il PD. Avremmo parlato di questo percorso. Intanto sono arrivati i risultati elettorali e il centro sinistra (per dirla con un personaggio della radio) “s’è svampato signò”. Ogni giorno  c’è stato un accadimento che rendeva difficile non navigare sull’onda della strettissima attualità, ogni due ore il paesaggio mutava. Dalla frana dei tentativi di Bersani di formare un governo, all’elezione di Napolitano passata attraverso un tentativo di collaborazione stretta con Silvio da Arcore, poi il siluramento di Prodi da parte di individui strambi che stanno dentro il PD, il non considerare Rodotà uomo degno di un voto perché “mica possiamo votare per l’uomo i Grillo” (Fassino), fino ad arrivare al governissimo PD – PDL tanto detestato a parole ma, a detta di taluni, indispensabile, tutto ha congiurato contro la comprensione e la linearità, passando attraverso l’inverosimile vero che stiamo vivendo. Ed è difficile comprendere ancora oggi lo sfascio del PD, il resuscitare di Berlusconi, la strana concezione di democrazia dei Cinque Stelle che vogliono un monocolore senza maggioranza. A questo proposito un imput l’ha dato un deputato casaleggiano: “fra pochi mesi le Democrazia rappresentativa sarà vista come oggi vediamo le monarchie assolute” (sic), per la serie: piccoli illusionisti crescono. Quelli viaggiano on line senza ascoltare i milioni di cittadini che non utilizzano internet, facendo votare il loro presidente della Repubblica da un migliaio di iscritti al loro movimento, tranne annullare il primo voto “perché siamo stati attaccati dai cattivi”… Mah!


“Ti occupi di politica da tempo”

“Entrai nel PDS dopo la svolta di Occhetto e fui consigliere di quartiere con Salvemini Sindaco, non ne seguii il percorso verso il PD ed entrai nel PCDI, ora sono in SEL. Tutte formazioni di governo, non movimentiste ad ogni costo, sono da sempre convinto che la sinistra debba essere di governo per poter cambiare lo stato delle cose”.

“Tu sei sempre stato un fautore di una grande sinistra, in particolare giudicavi la fusione di PD e SEL naturale, allo stato attuale è ancora valido il ragionamento?”

“Dobbiamo aggiornarci spesso in questo periodo. Il ragionamento era lineare fino ai salti mortali carpiati del PD. Il Bersani che era contro il PDL mi piaceva, oggi quel PD pare sparito, annullato”.

“Boccia dice che chi non vota la fiducia al governo è fuori dal partito, avevo già sentito questa roba quando qualcuno disse che chi votava Vendola alle primarie pugliesi era fuori”

“Attenzione, quella era una disputa all’interno del centro sinistra. Oggi si vuole far inghiottire il peggio del peggio. E so essere anche realista, quando un governo di larghe intese è indispensabile come successe in Germania o altrove, si può anche fare, qui da noi è tutto ridicolo. Mancano le persone,  si vuole paragonare Moro a Berlusconi o a Brunetta o a Santanchè. Di che parliamo? Questi sono signori con i quali non prenderei un caffè al bar”.

“SEL da quando nacque  non ha mai fatto faville, anche nelle ultime elezioni non ha brillato”

“Il progetto di SEL è praticamente abortito subito. Doveva essere il soggetto unificante delle sinistre socialiste, cattoliche, comuniste. Tutte le forze collegabili al socialismo europeo in pratica. Questo campo largo è evaporato. Il Partito SEL non si è mai voluto costruire, qui la responsabilità è di Vendola, è rimasto tutto come un comitato per Nichi. Un partito si costruisce nel tempo, non nasce di colpo, a questo aggiungiamo che stiamo votando ogni sei mesi, siamo in perenne emergenza elettorale, le discussioni si rimandano sempre”.

“Come dicevamo però SEL è nata per confluire nel PD”

“Questo era anche nei miei intenti, formare una sinistra forte e plurale. Mettere assieme  cattolici progressisti e sinistre aveva un senso, l’idea folle veltroniana che si voleva far passare invece era di un amalgama informe dove tutto poteva entrare a prescindere dai fondamentali, sono iniziati da lì i giorni che stiamo vivendo ora”.

“In Italia non esiste, oggi, una sinistra credibile, tante formazioni litigiose a sinistra del PD, il Partito di Bersani  che implode,  nei fatti siamo al punto che Berlusconi ha vinto una tornata elettorale che aveva perso”.

“Questo è il paradosso. Ha vinto a tavolino,  per fare un paragone con il calcio ha avuto i tre punti perché l’avversario non si è presentato”.

“Come vedi il movimento cinque stelle?”

“Trovo insopportabile il contenitore e alcuni personaggi come i capigruppo. Il programma però è in  parte sottoscrivibile, in fondo non si discosta molto da quello che vorrebbero le sinistre. Penso addirittura che il 70% dei consensi il movimento di Grillo li abbia pescati da lì. La metodologia da setta è ridicola. Esiste evidentemente un problema in quella sinistra che sta oltre il PD.  Dobbiamo rivedere alcune cose, il risultato del movimento di Ingroia è stato catastrofico. Da una parte se la sono cercata perché hanno fatto una campagna contro SEL e il PD anziché parlare dei problemi e proporre. Però siamo rimasti delusi tutti da quel misero risultato che speravamo più importante, sarebbe utile a tutti avere parlamentari anche di quella formazione”.

“Lecce e Provincia, come sta SEL?”

“SEL, ripeto, è una premessa che non ha avuto seguito, avremmo potuto costruire un partito, è mancato un imput dall’alto. La Democrazia dal basso è utile, qualcuno dice che è un pensiero vecchio, però ritengo che un partito debba essere strutturato. Vendola è mancato in questo processo, tutto è lasciato alla bravura del singolo dirigente locale. A Lecce siamo in attesa come in tutta Italia, visti gli accadimenti. Ci sono strumenti a parer mio ineludibili, come le sezioni, i luoghi. Il nuovo, la rete, sono mezzi che non debbono sostituire il resto, debbono essere complementari, facilitare magari i contatti, creare discussione, però poi occorre fare sintesi guardandosi negli occhi. Forse la risposta sta nella proposta di Barca, è un documento importante, negli ultimi anni si è gettato il vecchio anche se era buono e si è sostituito con qualcos’altro, lui prende il meglio del vecchio e del nuovo e li mette assieme. Penso che il momento di svolta sarà il voto per la fiducia al governo Letta, se il PD voterà compatto un governo con Alfano dentro, la sinistra saremo noi, se invece una pattuglia di Democratici si staccherà, ripartiremo da lì. Comunque c’è molto lavoro per ricomporre i cocci”.

“In tutto questo, parlando della città, Lecce non è un’anomalia?”

“Il sindaco più amato e votato d’Italia con la città quasi in bancarotta. E’ anomala perché ci sono voti di scambio, clientele. Lecce è sempre stata un’anomalia, era la città più monarchica al Referendum”.

“Per la città SEL ha una scaletta?”

“Seguiamo le vicende dell’Amministrazione Comunale, abbiamo sostenuto Carlo Salvemini e c’è una piccola pattuglia di Lecce Bene Comune. Per il resto tutto è fermo in attesa di quanto succederà a livello nazionale, anche qui aspettiamo.  Il mischiarsi sarebbe stato nell’ordine delle cose, ora tutto sembra bloccato”.



Nessun commento:

Posta un commento