Per contro l’UNAMA (Un
Assistance Mission in Afghanistan), agenzia ONU, dice che nel solo 2011 i
civili uccisi sono stati 3.021, nel 2010 furono 2.790, nel 2009 2.412. Dati
ovviamente plausibili, forse calcolati per difetto, tengono conto
delle sole azioni di guerra, tralasciando gli effetti collaterali: povertà,
fame, criminalità, devastazione. Soprattutto non tengono conto
delle migliaia di persone, bimbi e adulti, menomati, feriti gravemente, comunque
con una vita tranciata.
A fronte di questi
dati il criminale attentato a Londra, dove due nigeriani hanno colpito ed
ammazzato a colpi di mannaia (impropriamente chiamata machete) e coltelli un
militare britannico, induce a pensare. Si parla di “attacco terroristico”, e se
invece si provasse a dire che “l’esportazione della democrazia” con i metodi fin
qui utilizzati dai paesi sedicenti civili, è stato l’errore più clamoroso dell’occidente?
Assolutamente non si intende giustificare nessun tipo di violenza, tanto più
quando è così efferata, però pensavo: e se gli assassini del militare si
fossero sentiti in guerra contro chi è in guerra in altri luoghi? Una sorta di “anche
se non ve ne siete accorti, siete lo stesso coinvolti”, per dirla con Fabrizio
De Andrè. E se avessero voluto dire “là si vive così, in attesa di un altro bombardamento”. Un paese civile e democratico ha il dovere di agire con
civiltà e democrazia, piuttosto che di armarsi ed attaccare un altro paese. E
quando c'è guerra, non è giusto pensare che sia cosa di altre persone e di
altre terre, che non ci riguardi tutti quanti, tanto più quando tornano bare avvolte con bandiere e gli “eserciti” nemici non sono convenzionali, ma militanti. E ancora fa molto pensare come le truppe più attrezzate, moderne e imponenti del mondo, oltretutto in
coalizione, non riescano ad avere ragione di un manipolo di “straccioni”, almeno
così vengono dipinti i talebani dalla maggior parte dei media. I casi sono due,
o qualcuno non è così attrezzato, o qualcuno non ce la racconta giusta sulle
capacità dell’esercito avversario.
Tutta la stampa
mondiale piange il militare morto, giustamente. Nessun cenno ai 14.000 civili
afghani? Forse un morto inglese o italiano o statunitense è più morto di un
altro?
Comunque sia l’antica
saggezza aveva un senso, un tempo si diceva: “chi semina vento raccoglie
tempesta”. Appunto!
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