Renata Fonte |
Nardò, la seconda città dopo Lecce per abitanti, è inquieta
sempre. Sembra quasi che non riesca a trovare pace. E si che c’è il parco di
Porto Selvaggio, quello di Renata Fonte, proprio lui, dovrebbe essere
un’oasi naturalistica nella quale ti
puoi addentrare fra flora e fauna guardandoti attorno e vedendo animali,
piante, macchia, il tutto incontaminato. Dovrebbe essere di tutti. Invece,
secondo operatori del settore turismo, trekking turistico ed escursionistico,
qualcuno lo vuole privatizzare. E non un qualcuno a caso, il Comune stesso.
I fatti denunciati, in sintesi, sono questi: Il Comune emana
un bando per la concessione di servizi di allestimento e gestione degli spazi
espositivi della Masseria Torre Nuova e della casa del Capitano nel parco regionale
naturale “PortoSelvaggio e Palude del Capitano”, comprese le attività di
educazione ambientale e fruizione turistica sostenibile. Fin qui nulla da
eccepire, dare in gestione a chi lavora sul territorio un parco di quelle
dimensioni ed importanza naturalistica ed etica è cosa ottima, significa dare
spazio al lavoro di esperti e creare un indotto notevole per la città intera
(B&B, ristoranti, bar, cantina sociale, oleifici ecc.). Dove sta
l’inghippo? Lo sospettano gli operatori: Avanguardie, Cooperativa Fluxus, Cooperativa Terrammare Teatro, Emanuela Rossi
(guida ambientale), Manuela Rizzo (Guida turistica) che indicono per mercoledi
27 marzo alle 17 un incontro con la stampa e i cittadini, presso la sede
dell’associazione Messapia (Via Personè – Nardò).
Il bando ipotizza che i ricavi di gestione a cura del
concessionario ammontino a 711.115 euro, per cui si richiede un fatturato di
400.000 euro annui negli ultimi tre anni di cui 160.000 nel settore turistico
ed educativo. Ne abbiamo parlato con Salvatore Inguscio di Avanguardie, lui è
guida turistica ed ambientale escursionistica, ed è fra i promotori della
conferenza stampa.
“La vostra
associazione…” e qui mi interrompe
“No, siamo una ditta. Non è questione formale ma essenziale,
esiste una legge quadro che dice che le associazioni possono fare escursioni e
attività per i soci e non a scopo di
lucro, noi ne facciamo lavoro. Solo che in Salento esiste un po’ di confusione
in materia”.
“Il Comune di Nardò
ha fatto questo bando, organizzare queste perle del Salento è buona cosa”
“Il comportamento del Comune è stato anomalo, in altre
realtà, cito il parco di Otranto, il Comune ha individuato gli operatori locali
cercando di agevolarli, quanto meno di non escluderli. Lo stesso ha fatto il
Parco di Porto Cesareo dove esiste un marchio di qualità.
A Nardò per partecipare alla gestione della masseria e delle
visite guidate una ditta piccola come la nostra deve aver guadagnato 400.000
euro negli ultimi tre anni”
“Con tuttA evidenza
le vostre aziende guadagnano un sacco di
soldi”
“Neppure per idea, le mie dichiarazioni dei redditi parlano
chiaro, io riesco a pagare tasse e bollette e con la crisi attuale è peggiorato
tutto. Nel bando parlano di 40.000 euro di visite guidate ogni anno, se
guadagnassi quella cifra sarei ricco. Con questo paletto hanno nei fatti
tagliato fuori gli operatori locali in blocco”
“Nessuno, in caso di
assegnazione come da bando, potrebbe più visitare organizzato Porto Selvaggio
senza passare dalla ditta che si è aggiudicata il lavoro”
“Nei fatti è una privatizzazione del parco. E penso sia
anche non proprio a norma, infatti non esite un articolo di legge che neghi di lavorare in un parco pubblico. Succede solo
in Salento questo fatto. Guardi, ho già avuto problemi con Torre Guaceto e il Rauccio,
anche lì ci dicevano di esclusive in corso e che noi non potevamo portare
escursionisti. La realtà è che solo per le attività svolte in conto gestore c’è
l’esclusiva, se una guida ambientale vuole fare un trekking in quei luoghi
nessuno può impedirlo. In entrambi i casi che ho citato, alle nostre
rimostranze è seguito solo silenzio dagli enti gestori, nessuna risposta alla
domanda “quale legge sto violando?” Nessun Comune può dire chi lavora nel parco
e chi non ci può lavorare. Ora la stessa storia viene riproposta a Porto
Selvaggio. Sono vent’anni che ci lavoro, che porto turisti di ogni nazionalità,
ora si vuole vanificare tutto quanto”.
“Fra i firmatari
qualcuno ha redditi sufficienti?”
“Non penso, potrebbe averli, ad esempio, chi gestisce già altri
parchi e beneficia di finanziamenti regionali o statali. Non è il caso dei
firmatari”
“In sostanza voi
potreste lavorare solo passando attraverso la ditta aggiudicataria”
“In teoria e secondo il bando no, noi dovremmo semplicemente
dirottare i nostri clienti a loro ed uscire di scena. Guardi che siamo in
tanti, neretini, a gravitare attorno a Porto Selvaggio, ci sono i tour
operator, la cooperativa del teatro, la Fluxus che si occupa di visite guidate
alle ville di Porto Selvaggio. Poi c’è l’indotto commerciale.”
“Voi con i neretini avete
parlato?”
“Stanno privatizzando un pezzo di Porto Selvaggio, quando lo
volevano cementificare la cittadinanza si ribellò, speriamo. Qualcosa si muove,
solo che a noi è precluso anche un ricorso al TAR perché costa un sacco di
soldi che non abbiamo. Risposte ufficiali dagli amministratori non ne abbiamo
avute al momento, tranne che la solidarietà di alcuni esponenti politici. Vedremo
se mercoledi saranno presenti”.
“E’ incredibile
sentirlo, si vuole veramente privatizzare il parco?”
“Temo di si, il bando dice che si vogliono coinvolgere le
realtà locali e nei fatti ci tagliano fuori. Questi parchi per noi
rappresentano almeno il 50% del lavoro, siamo seriamente preoccupati.”
“Non è la vostra una
richiesta di casta per tagliare fuori gli altri operatori? Se l’aveste voi
gestireste tutto quanto come privati”
“Neppure per idea, noi faremmo il nostro lavoro, interagiamo
già ora, chi fa teatro continuerebbe a farlo, chi si occupa di didattica idem e
così via, abbiamo idee decisamente più aperte e collaborative”.
“Possiamo dire che
opponete ad una gestione privatistica una collaborativa?”
“Ovviamente si, ne guadagnerebbe il turismo e la città. A
Nardò ci sono almeno 50 persone che vivono di escursioni e natura, Porto Selvaggio
e la Palude del Capitano rappresentano una fetta amplissima del nostro lavoro”.
“Cosa rappresenta il
Parco per il Comune di Nardò?”
“Forse la più importante voce in bilancio, i finanziamenti
che arrivano sono importantissimi”.
Chissà, forse fa gola a qualcuno. Seguiremo gli eventi.
Certo è che la domanda se in Puglia e nelle regioni limitrofe esista più di un
operatore con le caratteristiche richieste dal bando sorge spontanea. Ma di
questo Inguscio non parla, non ama le dietrologie.
Io sono molto contraria a quest'idea di "privatizzare" il Parco di Porto Selvaggio.
RispondiEliminaSituazioni simili ci sono anche in Liguria (la cosiddetta Via dell'Amore alle Cinque Terre) e anche in Sicilia: ai Laghetti di Avola, alla Riserva dello Zingaro ... Dappertutto si paga un biglietto d'ingresso!
Significa che tutte le volte che dopo pranzo voglio sagranchirmi le gambe dietro casa (alla Palude del Capitano o a Porto Selvaggio) dovrei pagare o andare con visite guidate??? No! Mi oppongo!