Un ragazzo nato nel 1993 quest’anno dovrà votare per eleggere
i Parlamentari della Repubblica. Cosa ha visto e vissuto negli ultimi
vent’anni?
La mia generazione è anziana, noi abbiamo visto la Repubblica
cosiddetta “prima”. Ricordo, noi osavamo contestare anche persone come Enrico
Berlinguer e Aldo Moro, uomini che avevano contribuito a costruire una
Democrazia che camminava per diventare
compiuta, adulta, vera. E ci permettevamo di farlo perché eravamo (forse)
immaturi, ma certamente perché avevamo la consapevolezza che si potesse solo
crescere, andare oltre, che i diritti acquisiti fosser overamente tali e che avessimo
tutti il dovere di chiedere un rinnovamento ed uno stato sociale equo e
condiviso, perché ci infastidivano le diseguaglianze. Pensavamo che il
compimento della Repubblica dovesse passare attraverso la completa parità di
diritti e doveri fra le Persone. In sostanza, avevamo la consapevolezza che
indietro non si potesse andare. Abbiamo peccato di presunzione non ascoltando
Enrico e Aldo. Ora lo sappiamo.
Improvvisamente arrivammo ad una rivoluzione epocale che
passa sotto il nome di tangentopoli, quando personaggi politici, in particolare
quelli guidati da uno che poi terminò i suoi giorni latitante, vennero scoperti
con le mani nella marmellata, e fu debalce. Erano furti di denaro pubblico veri
e propri, commessi per mantenere i partiti e i costi della politica. Scopriremo
nella Repubblica detta seconda che oggi uno riba “a mia insaputa” piuttosto che
per acquistarsi l’auto, l’incultura provoca veramente disastri. Quando il nostro giovane elettore nacque fu
rivolta, i partiti si sciolsero e nuovi ne nacquero, alle elezioni del ’94
sbarcarono in Parlamento schiere di nuovi personaggi, molti dei quali bizzarri
e coloriti, e vinse le elezioni un
signore di Arcore che decise di scendere in politica mettendo a disposizione
una quantità di denaro incredibile. Sulle motivazioni del suo nuovo impegno si
possono fare molte illazioni, ma quel signore era proprietario di tre
televisioni che stavano plasmando la “cultura” a botte di culi, tette, e varia
umanità di appiattimento culturale. Comunque per comprendere ci affideremo alle
parole di uno dei suoi più fidati collaboratori, poi indagato per collusioni con
la mafia. Disse infatti Marcello Dell’Utri: «Nel settembre del 1993, quando Berlusconi mi convocò ad Arcore per
chiedermi di aiutarlo a fare un partito, Forza Italia, da mettere in campo alle
prossime elezioni (quelle del 1994 n.d.r.), la Fininvest aveva 5mila miliardi
di lire di debiti e l’amministratore delegato del gruppo, Franco Tatò, ci
chiedeva di portare i libri in tribunale perché non vedeva vie d’uscita.
Inoltre Silvio era sotto lo scacco dell’aggressione delle procure e nel gruppo
dei suoi più stretti collaboratori soltanto io ero favorevole, con lui, alla
discesa in campo. Gli altri, a partire da Fedele Confalonieri e Gianni Letta,
erano tutti contrari. Posso dire che, senza quella scelta, Berlusconi non
avrebbe salvato la pelle e sarebbe finito come Angelo Rizzoli che, con
l’inchiesta della P2, andò in carcere e perse l’azienda».
Non appena eletto qualche
deputato dell’opposizione vide un conflitto con il Decreto del Presidente della
Repubblica n. 361 del 1957 che all’art. 10 recita: «Non sono eleggibili
[...] coloro che [...] risultino vincolati con lo Stato [...] per concessioni o
autorizzazioni amministrative di notevole entità economica». E c’eravamo
dentro veramente.
Il 20 luglio 1994 la Giunta per le elezioni rigettò il
ricorso anche e soprattutto grazie a tanti deputati del PDS che votarono contro
o si assentarono.
Proprio in quella legislatura si
ebbe quella che possiamo chiamare “la fine dell’aggettivo” (cito e condivido il
Prof. Carducci).
Nella famigerata prima Repubblica
i Partiti erano aggettivati, chi Comunista, chi Democristiano, chi Socialista e
via dicendo, ognuno dichiarava il suo essere e il suo ideale. Improvvisamente
tutto mutò, tutti a dire che le ideologie sono morte (“morte un par di p…” mi
dice un antico socialista) oggi il nostro ragazzo si trova, ahinoi, a scegliere
fra il Popolo della Libertà (contrapposto a chi? a cosa’? A quello delle
schiavitù?), il Partito Democratico (anche qui, chi è non democratico?), e
movimenti vari, 5 stelle (che sarà mai?) ed altri. Forse si vuol fare come
negli USA? Allora contrapponiamo Democratici a Repubblicani, “però la lingua ha
ancora un senso?” si chiede il giovane elettore che ha fatto il liceo.
Contrapposti ai Repubblicani ci sono i monarchici, o no? E ai Democratici? Non
è questione di lana caprina, il ragazzo ha diritto di sapere quale Democrazia
propone il Partito Democratico e quale Libertà il Popolo delle Libertà. Se la
libertà è quella di fare bunga bunga è roba privata e deplorevole quando fatto
da un premier utilizzando aerei di Stato, per citare un fatto. In buona
sostanza, la seconda Repubblica ci ha scippato anche la lingua di Dante.
Rimane la Lega Nord che, diamone
atto, ha portato in Parlamento dei
semianalfabeti trasformandoli in ministri ed ha utilizzato parole d’ordine
contro la Carta Costituzionale senza che nessuno alzasse un dito, senza che ci
fosse sollevazione, senza un accenno di Aventino o di occupazione degli scranni
in Parlamento, solo velate proteste qua e là. Quasi la Carta fondamentale fosse
un optional non necessario o, peggio, un freno alle (sue) libertà), come vuole
il premier degli ultimi anni. E pensavano di essere realmente intoccabili se il
capo in testa di quell’accozzaglia verde faceva eleggere il figlio alla Regione
Lombardia esattamente come Caligola nominava senatore il suo cavallo. Solo che
il cavallo aveva dignità! L’altro ha messo in conto ai cittadini i suoi
videogiochi, i suoi lecca lecca e l’acquisto di una laurea a Tirana. Mentre il
di lui padre mentì spudoratamente dicendo al mondo di essere laureato in
medicina. Ed era in ottima compagnia il capo lega, il premier metteva nella
stessa regione una signorina che aveva il compito di procurargli e gestire
ragazze per il suo piacere personale. Un
altro problema di questa tornata di impresentabili è la facilità con la quale
si mente. Dalle lauree ai conti pubblici. Chi pensava che la matematica non
fosse opinione se ne faccia una ragione, un debito può essere 100 o 500 a
seconda che ne parli la maggioranza o l’opposizione. Come è possibile?
Il nostro ventenne ha assistito ad
ogni scempio possibile, compreso quello di un primo ministro che passava il
messaggio che è giusto comprare ragazze ed è giusto che queste accettino di
vendersi per poter sopravvivere, soprattutto se lo fanno con il più ricco. Siamo caduti nella politica urlata, nelle TV che
la fanno da padrone e dove vince chi urla più forte, chi impedisce agli altri
di parlare, chi dice più mascalzonate.
Incredibile per il nostro ragazzo
che non può frequantare l’Università per le troppe tasse, l’ascoltare che
tutti, nessuno escluso, vogliono abbassare l’imposizione fiscale mentre negli
ultimi 50 anni tutti hanno fatto crescere. Incredibile leggere nella
Costituzione che l’Italia ripudia la guerra e invece acquista gli F35 togliendo
finanziamenti ai disabili. Incredibile crederci a questa politica.
Anche il Partito contrapposto ha
dato pessima prova di sé quando cacciava con stizza tutto ciò che stava alla
sua sinistra, nelle scorse elezioni, la peggior scelta mai fatta dagli eredi
del PCI. Povero Enrico, noi forse contestavamo ma ancora lo stimiamo, a
cancellarne la memoria non è stata la storia, sono stati i giovani veltroncini.
Quanta dignità in chi si dichiarava fedele ad una ideologia, quanta miseria nel
nuovo che incombe.
Oggi, giusto negli anni in cui il
nostro giovane elettore imparava la politica, l’insegnamento è che chi governa
non lo fa in nome e per conto del Popolo sovrano, piuttosto per mutare le leggi
che lo disturbano, per non rispondere ai magistrati che lo chiamano in causa.
Un governo personale (ad personam, appunto). E gli altri, tutti gli altri, sono
alla stregua dei sudditi di un imperatore che urla molto e utilizza il suo
potere per proseguire ad arricchirsi. Chi lo spiegherà al ragazzo che così non
deve essere mai più?
Nonostante tutto ciò scommetteremo,
e chissà che anche il giovane lo voglia fare, ancora una volta sulla
possibilità di cambiare, ed andremo a votare scegliendo il meno peggio. E se
qualche meridionale voterà quello di Arcore per farsi governare da Maroni e
Borghezio, beh, accetteremo anche questo, in Democrazia vince chi prende più
voti e il voto va rispettato. Non sempre, purtroppo, vince il migliore. Il
ragazzo vedrà un po’ che fare la prossima volta.
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