“Votate Van Der Lubbe”!!!
Così un volantino affisso su un albero a Lecce.
Ognuno si fa la propria campagna elettorale come meglio
crede, anche scrivendo su un altro volantino “Avanti pecore, andate a votare” e infine proclamando in un terzo
foglio lo “Sciopero Elettorale Generale”.
Ora speriamo che gli scrittori da muro non si prendano tutto il merito per l’astensione
che si pensa massiccia non già come forma di protesta organizzata, piuttosto
come spossatezza da troppi anni di mala politica, malaffare, collusioni e
tassazioni fuori da ogni limite socialmente sopportabile.
Comunque, giusto per ricordare chi era Van Der Lubbe, ecco
una piccola scheda.
Marinus Van Der Lubbe, 13 gennaio 1909, 10 gennaio 1934 – comunista
condannato a morte per l’incendio del Reihstag
a Berlino.
La notte del 27 febbraio 1933 arrivò l’allarme per un
incendio al palazzo di governo, immediatamente giunsero sul posto i pompieri e
Hitler accompagnato da Goring. Van Der Lubbe venne fermato dalla polizia nei
paraggi in stato confusionale. I due nazisti immediatamente colsero la palla al
balzo e diedero la colpa ai comunisti (Berlusconi ha imparato bene la lezione),
mentre pare evidente che la cosa giovò esclusivamente al partito nazista che
pochi mesi dopo ottenne la maggioranza bulgara in parlamento dando inizio al
periodo più cupo della storia mondiale.
Van Der Lubbe, torturato, ammise ogni colpa, anche se i
pompieri dubitavano che un incendio divampato contemporaneamente in più posti
potesse essere opera di una sola persona. Il processo fu un vero mostro
giuridico, tipico delle dittature, infatti venne reintrodotta la pena di morte
restroattiva (leggi ad personam, anche qui il nostro ha imparato la lezione) ed
il ragazzo venne decapitato il 10 gennaio 1934, a tre giorni dal suo
venticinquesimo compleanno. I nazisti colpevoli dell’incendio la fecero franca,
protetti dal loro datore di lavoro.
La condanna venne dichiarata illegale nel 2008.
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