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martedì 15 gennaio 2013

Yukari Tsuchida: una giapponese a Lecce

Yukari Tsuchida

Ci sono moltissimi siti e blog che parlano del Salento. Chi arriva nella parte più a est d’Italia rimane colpito da arte, cultura, cucina. E molti salentini non fanno mancare altri paesaggi ai turisti, penso ai rifiuti sparsi a bordo strada, alle indicazioni stradali mancanti o bizzarre e via dicendo. Un mix incredibile che mostra barocco e ragnatele di fili inutilizzati in cielo, ulivi secolari accanto a distese di pannelli fotovoltaici. Però le persone fanno la differenza, i sorrisi e l’accoglienza sono il valore aggiunto di questa contradditoria terra di taranta, sagre, processioni del venerdi santo, fòcare che vogliono bruciare l’inverno e forse scaldare il futuro.
Girovagando in rete mi sono imbattuto in un blog che parla di Salento, è scritto in giapponese. Le foto di Roca accanto ad ideogrammi che dicono, ho scoperto, di una terra che lascia a bocca aperta. Il blog si chiama http://ibikina.exblog.jp/. Segnalo le foto che sono veramente belle, i testi sono per chi comprende. Abbiamo incontrato l’autrice Yukari Tsuchida, vive a Lecce da quando si è sposata con un salentino DOC conosciuto mentre studiava all’Università per straneri di Perugia.

“Sono in Italia da quattro anni e mezzo, prima a Perugia, poi ho conosciuto mio marito che è leccese e da due anni sono a Lecce”.

Davanti ad un italianissimo caffè ed un the amaro parliamo del suo Salento.

“Com’è l’Italia vista con gli occhi di una giapponese?”

“Stupenda. Ora c’è crisi e sembra difficile vivere qui, però tutto è bellissimo, le città, il paesaggio, i monumenti”.

“Da quanto hai questo blog?”

“Ho iniziato due anni fa, ora lo aggiorno meno perché il tempo mi manca per il lavoro, però proseguirò”.

“Cosa scrivi del Salento?”

“Dico di paesaggi, arte, cultura, storie. Racconto questo mare che i giapponesi non conoscono”.

“Il tuo blog è molto visitato?”

“Si contano circa cento visite al giorno, qualche giapponese è arrivato fin qui anche grazie a quello che ho scritto. E chi arriva si innamora del Salento”.

“Cosa mi dici dei salentini?”

“Sono molto accoglienti. All’inizio c’era il grande problema della lingua, però i rapporti sono sempre stati buoni. Del Salento apprezzo molto anche la cucina”.
“Lavori qui a Lecce?”

“Sono segretaria in uno studio di commercialisti”.

“Come si lavora qui da noi?”

“Diciamo che i giapponesi lavorano molto di più, non hanno soste, né sabati, né domeniche, si lavora sempre”.

“Nel tuo blog parli anche della storia del Salento?”

“Certo, ricerco con Internet e trasmetto quello che leggo”.

“Questa terra è stata una scoperta per te?”

“Si, non la conoscevo assolutamente, grazie a mio marito mi sono spinta fin qui”.

“Cosa ti colpisce degli italiani e dei salentini in particolare?”

“L’allegria, ridono, scherzano. Anche in Giappone succede, ovviamente, però molto meno”.

“Ci dici qualcosa che hai visto e che ti ha colpito in modo particolare?”

“Tante cose, ricordo Scorrano e le luminarie, ora le fanno anche in Giappone, poi Otranto, Gallipoli, Leuca, Tricase, Galatina. E ancora Ostuni, Alberobello e via dicendo. Ho visto molto insomma.”

“Ci dici Lecce in una frase?”

“E’ La mia seconda patria”

“La trovi pulita come città?”

“Forse no, però è elegantissima”

“Come hai trovato la religiosità in Italia?”

“E’ molto seguita la chiesa. Noi siamo buddisti, frequentiamo meno, nei templi io ci vado praticamente solo per i funerali. Qui ho visto il venerdi santo con le processioni ed è impressionante. Da noi queste manifestazioni non esistono assolutamente”.

“Mi dici delle differenze nei rapporti uomo donna?”

“Sono molto diversi. I maschi qui sono gentili, l’uomo giapponese è maschilista, più freddo. Gli uomini là sembrano non interessarsi molto alle donne, qui da voi mi piace molto il vostro modo di rapportarvi”.

“E’ stato facile conoscere persone?”

“All’inizio ho trovato difficoltà, forse per problemi di lingua, ora piano piano le cose stanno cambiando”.

“Per una ragazza giapponese ci vuole coraggio a venire qui”

“Un po’ si. E’ tutto diverso, dal clima, ai rapporti, al cibo. Però il sole che c’è qui mi piace molto”.

“In questi anni hai imparato qualche parola in dialetto salentino?”

“Si, so dire: ‘Cce sacciu…”

Chissà se è casuale che una giapponese in Salento impari subito a dire così. Finito il caffè italiano e il the giapponese ci salutiamo, continueremo a guardare il suo blog (non a leggere per carità, troppi ideogrammi).






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