Yukari Tsuchida |
Ci sono moltissimi siti e blog che parlano del Salento. Chi
arriva nella parte più a est d’Italia rimane colpito da arte, cultura, cucina. E
molti salentini non fanno mancare altri paesaggi ai turisti, penso ai rifiuti
sparsi a bordo strada, alle indicazioni stradali mancanti o bizzarre e via
dicendo. Un mix incredibile che mostra barocco e ragnatele di fili inutilizzati
in cielo, ulivi secolari accanto a distese di pannelli fotovoltaici. Però le
persone fanno la differenza, i sorrisi e l’accoglienza sono il valore aggiunto
di questa contradditoria terra di taranta, sagre, processioni del venerdi
santo, fòcare che vogliono bruciare l’inverno e forse scaldare il futuro.
Girovagando in rete mi sono imbattuto in un blog che parla
di Salento, è scritto in giapponese. Le foto di Roca accanto ad ideogrammi che
dicono, ho scoperto, di una terra che lascia a bocca aperta. Il blog si chiama http://ibikina.exblog.jp/. Segnalo le foto
che sono veramente belle, i testi sono per chi comprende. Abbiamo incontrato
l’autrice Yukari Tsuchida, vive a Lecce da quando si è sposata con un salentino
DOC conosciuto mentre studiava all’Università per straneri di Perugia.
“Sono in Italia da quattro anni e mezzo, prima a Perugia,
poi ho conosciuto mio marito che è leccese e da due anni sono a Lecce”.
Davanti ad un italianissimo caffè ed un the amaro parliamo
del suo Salento.
“Com’è l’Italia vista
con gli occhi di una giapponese?”
“Stupenda. Ora c’è crisi e sembra difficile vivere qui, però
tutto è bellissimo, le città, il paesaggio, i monumenti”.
“Da quanto hai questo
blog?”
“Ho iniziato due anni fa, ora lo aggiorno meno perché il
tempo mi manca per il lavoro, però proseguirò”.
“Cosa scrivi del
Salento?”
“Dico di paesaggi, arte, cultura, storie. Racconto questo
mare che i giapponesi non conoscono”.
“Il tuo blog è molto
visitato?”
“Si contano circa cento visite al giorno, qualche giapponese
è arrivato fin qui anche grazie a quello che ho scritto. E chi arriva si
innamora del Salento”.
“Cosa mi dici dei
salentini?”
“Sono molto accoglienti. All’inizio c’era il grande problema
della lingua, però i rapporti sono sempre stati buoni. Del Salento apprezzo
molto anche la cucina”.
“Lavori qui a Lecce?”
“Sono segretaria in uno studio di commercialisti”.
“Come si lavora qui
da noi?”
“Diciamo che i giapponesi lavorano molto di più, non hanno
soste, né sabati, né domeniche, si lavora sempre”.
“Nel tuo blog parli
anche della storia del Salento?”
“Certo, ricerco con Internet e trasmetto quello che leggo”.
“Questa terra è stata
una scoperta per te?”
“Si, non la conoscevo assolutamente, grazie a mio marito mi
sono spinta fin qui”.
“Cosa ti colpisce
degli italiani e dei salentini in particolare?”
“L’allegria, ridono, scherzano. Anche in Giappone succede,
ovviamente, però molto meno”.
“Ci dici qualcosa che
hai visto e che ti ha colpito in modo particolare?”
“Tante cose, ricordo Scorrano e le luminarie, ora le fanno
anche in Giappone, poi Otranto, Gallipoli, Leuca, Tricase, Galatina. E ancora
Ostuni, Alberobello e via dicendo. Ho visto molto insomma.”
“Ci dici Lecce in una
frase?”
“E’ La mia seconda patria”
“La trovi pulita come
città?”
“Forse no, però è elegantissima”
“Come hai trovato la
religiosità in Italia?”
“E’ molto seguita la chiesa. Noi siamo buddisti,
frequentiamo meno, nei templi io ci vado praticamente solo per i funerali. Qui
ho visto il venerdi santo con le processioni ed è impressionante. Da noi queste
manifestazioni non esistono assolutamente”.
“Mi dici delle
differenze nei rapporti uomo donna?”
“Sono molto diversi. I maschi qui sono gentili, l’uomo
giapponese è maschilista, più freddo. Gli uomini là sembrano non interessarsi
molto alle donne, qui da voi mi piace molto il vostro modo di rapportarvi”.
“E’ stato facile
conoscere persone?”
“All’inizio ho trovato difficoltà, forse per problemi di
lingua, ora piano piano le cose stanno cambiando”.
“Per una ragazza
giapponese ci vuole coraggio a venire qui”
“Un po’ si. E’ tutto diverso, dal clima, ai rapporti, al
cibo. Però il sole che c’è qui mi piace molto”.
“In questi anni hai
imparato qualche parola in dialetto salentino?”
“Si, so dire: ‘Cce sacciu…”
Chissà se è casuale che una giapponese in Salento impari
subito a dire così. Finito il caffè italiano e il the giapponese ci salutiamo,
continueremo a guardare il suo blog (non a leggere per carità, troppi
ideogrammi).
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