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domenica 11 novembre 2012

primarie si, primarie no, primarie dei cachi....


“Primarie si, primarie no… primarie dei cachi….” Potrebbe cantare Elio con le sue Storie Tese. I candidati sulla carta sono: Luigi Bersani (PD), Matteo Renzi (PD), Nichi Vendola (SEL), Laura Puppato (PD), Bruno Tabacci (API). Nella realtà lo scontro è a tre, Bersani, Renzi e Vendola, gli ultimi due sono battitori semiliberi, sembrano più che altro riempitivi senza possibilità alcuna di poter rappresentare qualcosa in più di loro stessi. Sarebbero primarie di coalizione, peccato però che si stiano trasformando in un congresso del PD nel quale detterà la linea chi avrà più voti fra Renzi e Bersani. Vendola corre da solo, con un partitino del quale non si conosce la consistenza, anche se i primi segnali fanno pensare a una rappresentanza poco più che simbolica. D’altro canto il voler mantenere il suo nome sotto il simbolo ne fa un partito personale. Dovrebbe essere una cooperativa, un insieme di teste, quel nome sotto lo trasforma invece nella salumeria del signor Luigi che, se è vero che ha insaccati buoni, rimarrà dietro al suo bancone a ribadire che la salumeria è lui. Ottimo affabulatore, buon governatore della Puglia, difficilmente riuscirà a superare l’ostacolo del duo del PD. Anche perché il partitone si muoverà in massa. Per le primarie alle comunali leccesi, per dirne una, ha mobilitato le truppe cammellate per vincere la corsa contro Salvemini, i risultati sono stati sconfortanti per il centro sinistra tutto, ma questa è altra storia.
Votare Vendola probabilmente avrà significato per chi vuole  testimoniare l’esistenza di una sinistra alterntiva, sia pur residuale, oltre il PD ma penso non sposti molto gli equilibri della coalizione, anche perché sembra venuto meno il tessuto che sostenne le fabbriche di Nichi, fatte morire prematuramente per lasciare spazio a SEL, senza rendersi conto di perdere per strada pezzi consistenti di teste e intelligenze che avevano in mente percorsi di costruzione lenti e condivisi.
Quindi lo scontro reale pare essere quello tutto interno al Partito Democratico più che alla coalizione, un vero e proprio scontro senza sconti fra il belloccio giovanile sindaco di Firenze e il segretario del Partito.  Intanto annotiamo che, se sconfitto, Bersani non potrà che lasciare il suo incarico in quanto il suo elettorato ne boccerebbe le scelte politiche e strategiche. Tuttavia pare il più probabile vincitore, questo scenario aprirebbe a una coalizione che dovrà tenere presenti alleanze ampie. Sarà comunque compito arduo per il PD giustificare l’appoggio al governo tecnico, anche perché, se è vero che Monti ha portato l’Italia fuori da una deriva durata vent’anni e guidata dal peggior premier della storia repubblicana, e uno dei peggiori di quella europea, più vicino a Bokassa che a un’idea di democrazia compiuta, altrettanto vero è che ha legato le sue scelte al carro delle banche e dei banchieri a scapito delle persone a reddito fisso o senza reddito alcuno. Non ha fatto uno straccio di patrimoniale, ha affondato quel poco che rimaneva dello stato sociale in un’Europa governata dalla finanza più che dai mercati. In questo quadro il PD di Bersani ha nicchiato lasciando ad altri il lavoro sporco anziché pretendere quel che gli spettava: elezioni anticipate.
Renzi è il candidato giovanile in camicia. Fa l’occhiolino alla finanza, ha come faro guida il liberismo e gioca una partita tutta squilibrata verso l’elettorato moderato arrivando a scimiottare il Veltroni che diceva “allenza con nessuno, io corro da solo e se perdo vado in Africa”  ha perso ed è rimasto qui.
E poi, diciamolo, il rottamatore che vuole mandare a casa gli “anziani” è patetico. A D’Alema si chiede di fare un passo indietro perché è D’Alema o perché è vecchio?
Dalle cose che dice sembra più un clone di Casini che un uomo del centro sinistra. A questo punto tanto vale evitare di votare alle primarie del centro sinistra e scegliere l’UDC. Almeno si opta per l’originale anziché per la sua brutta copia.
Tutto questo giro per dire che molto difficilmente voterò alle primarie, anche per regole che gridano vendetta, dovrei recarmi ad un comitato e fare la coda, poi ai seggi (da un’altra parte della città) e fare un’altra coda. Se cambiassi idea però, non esiterei a votare Laura Puppato, per ringraziarla del coraggio dimostrato.
Concludo con Altan: “I vecchi ci hanno deluso, è ora di farci deludere dai nuovi”.

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