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mercoledì 14 novembre 2012

Il ministro e le eccedenze




“Le eccedenze tra il personale non dirigenziale ammontano a 4.028 unità”.

“Si procederà in seguito con un ulteriore provvedimento che riguarderà il Ministero della giustizia, l’Inps e gli Enti Parco”.

Questi i testi di due tweet (cinguettii) del ministro Patroni Criffi con i quali annuncia, lievemente, i previsti licenziamenti di 4.028 persone subito, di altre in seguito. Certo, siamo nell’epoca della rete che inghiotte tutto, trita, riduce in poltiglia. Fai una fotografia con il cellulare e la mandi in tempo reale dall’altra parte del mondo, scrivi una mail alle tre del mattino, clicchi invio e arriva in pochi secondi ovunque. Bello il mondo degli anni duemila, fa venire i brividi tutto questo fascino. E pensare che una volta una lettera occorreva scriverla, imbustarla, andare dal tabaccaio a comprare i francobolli e imbucarla aspettando qualche giorno perché arrivasse. Però nel frattempo avevi chiaccherato con il tabaccaio, incontrato la ragazza che ti piaceva, bevuto un caffè con un amico che stava andando al lavoro. Insomma, parlavi con persone, pardon Persone (maiuscolo). Vedevi sguardi, capivi emozioni o occhi tristi o allegri, una pacca sulla spalla era un contatto. E una lettera di licenziamento doveva essere studiata a lungo perché era diretta a Persone con una famiglia, con  sogni e  bisogni, magari ad una lei o un lui innamorati che stavano pensando ad un futuro diverso. Una lettera era importante, era un gesto d’amore o di rabbia o di necessità. E chi la riceveva agiva e reagiva. Anche i più cinici erano costretti a scrivere, imbustare, affrancare, imbucare.
Oggi c’è la rete, c’è facebook, c’è twitter, che vuoi che sia dire a 4.028 Persone che da oggi si chiamano “eccedenze”? Li si priva della dignità prima ancora di privarle del lavoro, del futuro, della speranza.
Appena scoprirà gli sms il ministro Patroni Criffi probabilmente ne inverà uno con su scritto “non servi +. Eccedi. Il mnstr.”

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