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martedì 30 ottobre 2012

Gioco d'azzardo


Giovedi 25 ottobre nell’aula magna dell’ITAS Deledda, l’associazione “Libera” ha organizzato una conferenza sul gioco d’azzardo rivolta ai docenti delle scuole leccesi. A parlarne è venuto Enrico Malferrari del centro Giovanni XXXIII di Reggio Emilia. Il centro dal 1970 si occupa di dipendenze. In questi ultimi anni, anche a fronte dell’assenza delle Istituzioni che ancora non hanno riconosciuto la ludopatia come vera e propria malattia, gli operatori si trovano di fronte a questa che sta diventando una vera e propria piaga. In tempi di crisi poi la rincorsa del fattore fortuna diventa per molti una vera meta, l’alea anziché la speranza di una vita dignitosa. Accanto allo strapotere delle “dieci sorelle” che gestiscono il gioco  d’azzardo legale esiste un vero e proprio territorio magmatico delle mafie di ogni tipo che con l’azzardo riciclano denaro sporco, taglieggiano le vittime del gioco, addirittura acquistano biglietti vincenti per giustificare illeciti guadagni, è terreno fertilissimo per i criminali che approfittano delle crepe che la mancanza di controlli lascia loro aperte, e si insinuano sia con il gioco illegale, che in quello legale, con la gestione di sale giochi, sale bingo ed altre strutture riconosciute dallo Stato.
Il trend di crescita del gioco autorizzato nel nostro Paese è sicuramente attribuibile anche agli impulsi generati dalle manovre economiche. Dalla metà degli anni ‘90 tutti i Governi hanno costantemente introdotto nuove offerte di gioco d’azzardo pubblico.
Nel 1994 viene introdotto il primo gratta e vinci, “piano salva lavoro” del ministro Giugni
Nel 1997 vengono introdotte la doppia giocata di Lotto e Superenalotto e le Sale scommesse;
nel 1999 investitura ufficiale per il Bingo; nel 2003 spazio in Finanziaria alle Slot machine,
nella Finanziaria 2005, ecco introdotte la terza giocata del Lotto, le scommesse Big Match, 
nel 2006 i nuovi corner  e punti gioco per le scommesse, tra il 2007 e il 2008 (col decreto Bersani sulle liberalizzazioni) vengono promossi i giochi che “raggiungono l’utente” (sms, telefonici, digitale terrestre) e dall’agosto 2008 è reso legale il gioco d’azzardo on-line (ma con limitazioni);
nel 2009 e 2010 (decreto n.39 del 28 aprile 2009 “Interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici nella regione Abruzzo”)  nascono: nuove lotterie ad estrazione istantanea, nuovi giochi numerici a totalizzatore nazionale con estrazioni giornaliere (Win for Life), giochi on-line senza limitazioni: giochi di sorte a quota fissa (quindi anche Roulette, il gioco dei Dadi, ecc) e giochi di carte organizzati in forma diversa dal torneo quindi anche le partite a poker in solitario con il computer con puntate fino a 1.000 euro, le VLT (Video Lottery) che sono una sorta di slot machine con premi più alti ma molto più costose. Nel 2011/12 si tenta di introdurre altri giochi d’azzardo molto innovativi,  si sanciscono le modalità di funzionamento dei giochi di sorte legati al consumo: chi va a fare la spesa, alla cassa del supermercato potrà avere "la possibilità" di non ritirare il resto del pagamento della spesa e, fino a 5 euro alla volta, scegliere di giocarlo nello scontrino con la speranza di vincere, tentativo di cui si sono vergognati gli stessi individui che lo idearono e non ebbe seguito.
Inoltre viene istituito il gioco del Bingo a distanza, l'apertura di ben 1.000 sale da gioco per tornei di poker dal vivo,  l’aumento del numero delle VideoLottery del 14%, l’apertura di 7.000  nuovi punti vendita di scommesse ippiche e sportive, si amplia l’offerta di giochi numerici, viene introdotto un nuovo gioco promosso in ambito europeo,   e   un   concorso    aggiuntivo    mensile   del  SuperEnalotto. Come si vede il gioco d’azzardo è mercato fertilissimo per i governanti di ogni colore politico,  non esiste confine fra destra e sinistra nel mettere a punto la strategia di Cavour che definì il gioco d’azzardo “una tassa sugli imbecilli”, è del tutto evidente come i governanti si insinuino nelle debolezze della popolazione. Tuttavia non riescono a scalfire lo strapotere dei poteri forti che gestiscono il gioco d’azzardo.  Nel 2009 l’Italia fattura più di 54 miliardi di euro, Spagna e Francia fatturano rispettivamente 17 e 19 miliardi di euro, nel 2011 il fatturato consolidato fu di 79,9 miliardi di euro, le stime per il 2012 sono di 90 miliardi. A questi dati si aggiungano gli stimati 10 miliardi di euro del gioco illegale. Questo giro di affari si potrebbe trasformare in un guadagno per lo Stato, invece i governanti di ogni colore hanno fatto l’impossibile per defiscalizzarlo, a fronte di un giro di scommesse di 24,8 miliardi del 2004 le entrate per l’erario ammontarono a 7,3 miliardi, nel 2011 contro i 79,9 miliardi giocati lo Stato ne incassò nove passando così dal 29,4% all’ 11,2%. Come si vede il bilancio è in attivo per i gestori del gioco d’azzardo legale (molto spesso infiltrato dalle cosche).  
Nel 2011 la somma maggiore arriva dalle slot machine (oltre la metà del fatturato totale), seguono i gratta e vinci (14,3% del mercato), il lotto (8,5%), poi il superenalotto,  poi gli skill game, le scommesse sportive, il bingo, le scommesse ippiche
Annotiamo infine come il gioco a maggior valore aggiunto (45%) per lo Stato, il superenalotto, sia in costante ribasso, le pubblicità più o meno occulte spingono il giocatore verso i giochi d’azzardo diversi, per ovvi motivi.
Chi gioca? Da un’indagine a campione fatta da volontari, in quanto manca un osservatorio riconosciuto, emerge che  poco più del 29% delle persone dichiara di non avere giocato neppure una volta nell’ultimo anno, il 71% ha giocato in modo variabile. Il gioco d’azzardo è più maschile che femminile: i maschi che giocano sono il 76,4%, mentre le femmine che giocano sono il 67,6%.
Se il 70,8% di chi ha un lavoro a tempo indeterminato dichiara di giocare d’azzardo, la percentuale dei giocatori sale al 73% nel caso dei disoccupati, aumenta ulteriormente con l’80,2% dei lavoratori saltuari o precari e  tocca l’apice con l’86,7% dei cassintegrati che dichiarano di giocare d’azzardo.
Gioca l’80.3% di chi ha la licenza media e la % scende al 61.3% fra chi è laureato.
Anche gli studenti dichiarano di giocare assiduamente d’azzardo (gioca il 73,7% degli studenti)
mentre giocano meno della media sia i pensionati (con il 63,5%) che le casalinghe (con il 65,4%).
Quanto si gioca?
il 73,7% ha speso meno di 10 euro7sett. Nel 2011
il 17,4% ha speso tra i 10 e i 50 euro/sett.
il 4,8% ne ha spesi dai 50 ai 150 euro/sett.
il 2,5% oscilla fra i 150 e i 300 euro/ sett.
Infine l’1,7% ogni mese spende sicuramente più di 1.200 euro mensili per il gioco d’azzardo (oltre 300 euro alla settimana).
Queste cifre da capogiro stanno provocando vere emergenze sociali, i giocatori dipendenti o a rischio dipendenza in Italia sono 1 milione e 720 mila giocatori, fra questi 800.000 sono i minorenni.
Per ultimo annotiamo la resa anche del governo tecnico, così rigido con i pensionati al minimo e con i lavoratori dipendenti, ha calato letteralmente le brache di fronte alla potenza dei gestori, evitando di aumentare le tasse, ritirando tutti i tentativi di calmierare il gioco, non riconoscendo la ludopatia come malattia. Molto più facile falcidiare le pensioni sociali che combattere contro il malaffare.
Annotiamo che a Lecce il SERT ha uno sportello dedicato alla dipendenza da gioco d’azzardo.


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