Ci sono diverse scuole di pensiero. Al solito bar, per il
solito caffè della mattina ascolto una conversazione. “E’ un colpo mediatico
per accaparrarsi i voti dei nostalgici”, dice uno dei due. “Macchè si tratta di
analfabetismo mediatico e virtuale, quello non si rende conto che parlare su
facebook è come farlo in pubblico, è un inetto”, la risposta. Oggetto del contendere è il
cinguettio fra il consigliere Ripa e tal Egidio Personè ( si chiamano Camerati sempre… si dicono: Boia
chi molla…) mancava solo “ce l’abbiamo duro” e il repertorio era completo. In
realtà sono due teorie affascinanti, una presuppone sottilissimo acume, la
seconda qualcosa di più vicino al bossismo, quindi molto più plausibile. Ci penserò, e mentre rifletto, viene spontaneo
un saluto rivolto ai due dalle pagine di facebook: “eia eia eia alalalà”.
Intrigante invece il botta e risposta (virtuale) fra il
casalingo Perrone e l’affascinata (dallo charme estetico, solo da quello)
Loredana Capone che duettano amabilmente. (Perrone lancia uno spot rivolto alle casalinghe "gioco a tennis, lavo i piatti, stiro ecc." la Capone dice "è un bel ragazzo per passarci una sera, non per averlo come sindaco" Stucchevoli entrambi in realtà, ironici... mah.
Però loro sanno quel che dicono e a chi si stanno rivolgendo:
alla casalinga di Voghera, pardon, di Lecce e circondario.
E ancora leggo un ammiccante “Amo Lecce con trasporto”.
Vabbè, è il candiato Peyla, e qui l’ironia è fin troppo facile, capaci tutti a
fare battutine su venti e più milioni di euro gettati dalla finestra per il
filobus (già metropolitana di superficie).
Quel Monosi però…. Neppure un sorrisetto. Lui è serio serio serio.
Chissà se è preoccupazione per il futuro delle casse del Comune di Lecce o per
dimostrare sobrietà. Che so, un messaggio del tipo: “noi pensiamo giorno e
notte a come far quadrare bilanci, altro che ridere dai manifesti”.
E poi ancora faccioni che incombono inquietanti, tutti
quanti sono “per Lecce” (anche Ripa lo è: eia eia eia… alalalà). Una bella
botta di innovazione, candidati, che so, un “viva Bari” così, giusto per
provocare, se uno scrivesse così vuoi vedere che prenderebbe voti da chi non ne
può più? Invece aspettiamo con ansia un bel sei per tre con su scritto:
“Spezzeremo le reni ai baresi” a firma Ripa ovviamente.
Insomma, siamo ancora fuori dalla campagna elettorale e già
ci siamo rotti i maroni (plurale, non pensate male), non oso immaginare il dopo
3 aprile, quando ci saranno le plance
piene. In tasca ho santini di un sacco di amici e conoscenti, mezza Lecce è
candidata accidenti. Un amico (di cui proteggo l’anonimato) mi dice che li ha
fatti fare di grammatura superiore per evitare che finiscano arrotolati stretti
stretti per usi impropri rispetto allo scopo primario.
In via Trinchese c’è una piccola ipotesi di larghe alleanze.
Due comitati sono attaccati, sembrano due vetrine dello stesso negozio, uno di
un candidato di centro destra di cui mi sfugge il nome, il secondo di una
candidata di centro sinistra che si chiama Perrone. Ahi le omonimie. E torna
alla mente il saggio Andreotti: “a pensar male si fa peccato, però spesso si
azzecca”. Chissà se lo disse prima o dopo aver sbaciucchiato Totò Riina.
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