Siamo in tempi di oroscopi. Con la crisi che incombe poi,
lasciarsi andare all’alea, alla divinazione, all’interpretazione degli eventi è
fatale, quando la realtà si presenta tristanzuola e senza apparenti speranze
per l’immediato futuro. Così alcuni avvenimenti, magari casuali, più spesso
provocati da inefficienza, incuria, pressapochismo, assumono un significato
pregno di presagi e di sintesi di un intero periodo.
Succede nel sottopasso di Viale Japigia. Ad ogni temporale
un po’ più imponente del solito, si riempie d’acqua. In passato ha causato
anche un morto, arrivato tranquillamente sulla strada di scorrimento, imboccò
il sottopasso diventato piscina e si schiantò contro il cemento armato del
muro. Ci furono rimostranze, arrivò il sindaco a dire che avrebbero provveduto
perché certi eventi non si verificassero mai più. E che diamine, quando
un’amministrazione funziona lo fa fino in fondo.
Così venne messa una sbarra con il compito di ostruire il
passaggio al ponte non appena un velo d’acqua ricopra l’asfalto. Ancora mi
chiedo chi abbia progettato cotanta flagello di sottopasso, ma così è. Tale
sbarra, comunque, avrebbe avuto anche il compito di bloccare la circolazione
della circonvallazione tutta in caso di entrata in funzione del famigerato
filobus che da lì sotto avrebbe dovuto transitare (il condizionale è d’obbligo),
immaginiamo infatti un paio di quei bestioni fermi davanti al sottopasso mentre
c’è temporale e pensiamo a cosa può suddere alle loro spalle.
Solo che in una assolata mattina del 29 dicembre,
inopinatamente, inaspettatamente, senza preavviso alcuno, la famigerata sbarra
decide di abbassarsi proprio mentre passa un quarantasettenne con il suo
scooter. Setto nasale rotto e traffico bloccato dall’arrivo di ben due auto dei
vigili urbani. E non si parli di alzarla manualmente, il traffico deve rimanere
bloccato perché “aspettiamo il tecnico del Comune”.
Non per dire, non per stare a guardare il pelo nell’uovo, ma
un fatto così a fine legislatura potrebbe, pensando alle divinazioni, essere un
messaggio neppure troppo subliminale all’amministrazione uscente. Passi per le
rotonde sbagliate, passi per i 23 milioni del filobus, ora anche le sbarre che
decapitano gli scooteristi. Sembra proprio la fine di un ciclo.
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