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giovedì 29 dicembre 2011

Viale Japigia. Sbarre che si chiudono


Siamo in tempi di oroscopi. Con la crisi che incombe poi, lasciarsi andare all’alea, alla divinazione, all’interpretazione degli eventi è fatale, quando la realtà si presenta tristanzuola e senza apparenti speranze per l’immediato futuro. Così alcuni avvenimenti, magari casuali, più spesso provocati da inefficienza, incuria, pressapochismo, assumono un significato pregno di presagi e di sintesi di un intero periodo.
Succede nel sottopasso di Viale Japigia. Ad ogni temporale un po’ più imponente del solito, si riempie d’acqua. In passato ha causato anche un morto, arrivato tranquillamente sulla strada di scorrimento, imboccò il sottopasso diventato piscina e si schiantò contro il cemento armato del muro. Ci furono rimostranze, arrivò il sindaco a dire che avrebbero provveduto perché certi eventi non si verificassero mai più. E che diamine, quando un’amministrazione funziona lo fa fino in fondo.
Così venne messa una sbarra con il compito di ostruire il passaggio al ponte non appena un velo d’acqua ricopra l’asfalto. Ancora mi chiedo chi abbia progettato cotanta flagello di sottopasso, ma così è. Tale sbarra, comunque, avrebbe avuto anche il compito di bloccare la circolazione della circonvallazione tutta in caso di entrata in funzione del famigerato filobus che da lì sotto avrebbe dovuto transitare (il condizionale è d’obbligo), immaginiamo infatti un paio di quei bestioni fermi davanti al sottopasso mentre c’è temporale e pensiamo a cosa può suddere alle loro spalle.
Solo che in una assolata mattina del 29 dicembre, inopinatamente, inaspettatamente, senza preavviso alcuno, la famigerata sbarra decide di abbassarsi proprio mentre passa un quarantasettenne con il suo scooter. Setto nasale rotto e traffico bloccato dall’arrivo di ben due auto dei vigili urbani. E non si parli di alzarla manualmente, il traffico deve rimanere bloccato perché “aspettiamo il tecnico del Comune”.
Non per dire, non per stare a guardare il pelo nell’uovo, ma un fatto così a fine legislatura potrebbe, pensando alle divinazioni, essere un messaggio neppure troppo subliminale all’amministrazione uscente. Passi per le rotonde sbagliate, passi per i 23 milioni del filobus, ora anche le sbarre che decapitano gli scooteristi. Sembra proprio la fine di un ciclo.

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