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giovedì 1 dicembre 2011

museo Castromediano, mostra della polvere dei secoli


Ero andato prima della scorsa estate al museo Castromediano. Quando si sceglie una   città per viverla, conoscerne i musei, le gallerie, i luoghi d’arte e di cultura è indispensabile. “Ingresso libero”, è una cosa buona, una porta aperta sul sapere, sul passato remoto, capire chi siamo sapendo da dove arriviamo.
Il clima che si respira nel museo ha un che di religioso: «Memento…» «Ricorda che sei polvere e polvere tornerai», la polvere è infatti i motivo dominante, la compagna di cammino e visione.  
Alla prima visita, appena entrati, la signora che stava alla reception ci disse «siamo in fase di ristrutturazione, scusate il disagio, non tutto è visibile, fra pochi mesi sarà a posto».  La struttura è veramente bella «un ex collegio» mi dice chi mi accompagna, «poi è stato svuotato, ristrutturato, ed è diventato museo».  Quella volta visitammo il pochissimo che era visitabile.
Una mostra di ceramiche antiche notevolissime per pregio «di un collezionista privato», e l’Antiquarium, con reperti di varie epoche al piano superiore. Maioliche, vasi, e altro ancora. Tutto notevole. Solo che abbiamo camminato fra la polvere della ristrutturazione. Le vetrinette, le poche esistenti, accese mostravano esse stesse la polvere del tempo sui vetri puliti forse qualche anno fa sommariamente, ancora si vedono gli aloni di uno strofinaccio passato alla meno peggio. Sui ripiani sottovetro in mezzo alla polvere si riescono a scorgere i reperti antichi. Interessanti, certo, però il silenzio irreale e la sensazione che tutto fosse messo lì per caso erano evidenti.
Qualche mese è passato, torniamo al museo a vedere i lavori finiti. Appena entrati la signora, non so se la stessa della primavera inoltrata, comunque seduta sulla stessa seggiola, ci guarda quasi stupita «il museo è in fase di ristrutturazione, sarà pronto il 15 dicembre». In effetti un bel cartello dice “ci scusiamo con il pubblico ecc. ecc.”. La signora si alza, ci precede per accendere le luci. Siamo in periodo di crisi, è vero,  occorre risparmiare, perbacco. In esposizione le stesse ceramice, qualcosa è cambiato però, la polvere dell’estate sembra essersi sofficemente appoggiata e sommata a quella preesistente. Lo stesso vale per le vetrinette al piano superiore. Qualche operaio girovaga per le sale con attrezzi. Ci muoviamo per andare a vedere un’altra sala, veniamo avvicinati dalla solita signora «di li no per favore, stanno lavorando».
Pazienza, anche stavolta è andata buca. Torneremo dopo il 15. Chissà se per allora avranno spolverato le vetrinette.  E chissà se avranno assegnato un cartellino dignitoso a sant’Irene che è indicata solo con un pezzetto di foglio A4 stampato alla meno peggio con una stampante da computer  attaccato con il nastro adesivo al muro. 

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