LUCHIN
Frágil como un volantín
en los techos de Barrancas jugaba el niño Luchín con sus manitos moradas, con la pelota de trapo, con el gato y con el perro, el caballo lo miraba…
En el agua de sus ojos
se bañaba el verde claro, gateaba a su corta edad con el potito embarrado,c c on la pelota de trapo, con el gato y con el perro, el caballo lo miraba…
El caballo era otro
juego
en aquel pequeño espacio y al animal parecía le gustaba este trabajo, con la pelota de trapo, con el gato y con el perro, y con Luchito mojado…
Si hay niños como Luchín
que comen tierra y gusanos abramos todas las jaulas pa' que vuelen como pajaros, con la pelota de trapo, con el gato y con el perro, y también con el caballo. |
Fragile
come un aquilone
per i tetti di Barrancas giocava il piccolo Luchín con le manine livide, con la palla di stracci, con il gatto e con il cane, il cavallo lo guardava…
Nell'
acqua dei suoi occhi
si bagnava il verde chiaro, gattonava alla sua tenera età con il culetto infangato, con la palla di stracci, con il gatto e con il cane, il cavallo lo guardava…
Il
cavallo era un altro gioco
in quel piccolo spazio e all'animale sembrava piacesse quel lavoro, con la palla di stracci, con il gatto e con il cane, mentre lui è tutto bagnato…
Finché
ci saranno bimbi come Luchín
che mangiano terra e vermi apriamo tutte le gabbie perché volino come passerotti, con la palla di stracci, con il gatto e con il cane, ed anche con il cavallo. |
Le mani che
avevano suonato la chitarra accompagnando le canzoni del popolo cileno e della
speranza sono state spezzate. Non doveva più suonare nulla Victor. Le parole
della libertà e dell’uguaglianza sono nemiche delle dittature. E quando quelle
parole entrano nella testa e nel cuore di chi le ascolta, e vengono cantate in
ogni strada, il cantautore è pericoloso quanto una rivoluzione, perché tocca le
corde più profonde delle persone.
Victor era già stato in
quello stadio. Era stato li per cantare. Perché sapeva che le idee si possono
diffondere anche con le canzoni. Perché il governo di Salvador Allende era una
speranza vera di riscossa dalla miseria e di una reale rivoluzione dei costumi
e della società cilena . E quelle idee toccavano le corde più profonde dei
campesinos, dei minatori, degli studenti cileni. E questo non poteva essere tollerato
dai militari. Neppure dagli USA che mal sopportavano un presidente socialista
nel “cortile di casa”. Perché era meglio
una dittatura, più manovrabile. Che
magari vedesse chi reclamava diritti come un pericoloso sovversivo da fermare con
ogni mezzo. Anche con la torture imparate da istruttori che bene conoscevano la
materia.
Victor Jara era figlio di un
coltivatore con cui non aveva un buon rapporto e di una donna del popolo che
suonava la chitarra e cantava nelle feste di matrimonio. Cantava canti
popolari. In tenera età si trova a dover accompagnare i genitori nel lavoro dei
campi. Un incidente alla sorella Maria costringe la famiglia a trasferirsi a
Santiago per seguirne le cure . Victor si iscrive con il fratello al liceo. Il
duro lavoro della madre permette un certo benessere alla famiglia. A Victor piace suonare e cantare e si accompagna con la chitarra della
madre. Lei gli aveva insegnato i primi accordi. A Santiago frequenta gli ambienti della chiesa
e partecipa a cori e alla vita dell’ oratorio, fatta di partite e di allegre
compagnie. Si avvicina al Partido
Demócrata Cristiano ed il suo sogno è quello di fare il sacerdote. Frequenta il
seminario. Racconterà così la sua scelta: “« Fu
una decisione importante quella di entrare al seminario. A pensarci adesso, da
una prospettiva più asciutta, credo di averlo fatto per ragioni intime ed
emozionali, a causa della solitudine e la sparizione di un mondo che fino ad
allora era sembrato solido e duraturo, un mondo simbolizzato dal focolare e
dall'amore di mia madre. Avevo già rapporti con la Chiesa e, in quel momento,
cercai in essa un rifugio. Allora pensavo che questo rifugio mi avrebbe guidato
verso altri valori e mi avrebbe aiutato a trovare un amore differente e più
profondo che, magari, avrebbe compensato l'assenza di amore umano. Credevo che
avrei trovato questo amore nella religione, dedicandomi al sacerdozio. » ma dopo due anni si rende
conto della mancanza di una vera vocazione ed abbandona gli studi. Entra subito nell’esercito e, alla fine del
servizio militare, aderisce ad un gruppo di ricerca di musiche popolari ed
incontra Violeta Parra, dopo un’esperienza con il gruppo teatrale
dell’università del Cile. Violeta, la piccola donna della canzone popolare,
quella che, alta 1,50 visse gli ultimi anni della sua vita nel tendone di un
circo che era la swua casa e la sede della sua associazione di ricerca di
musiche popolari. Lei che verrà trovata suicida dopo averci regalato il più
grande inno alla vita possibile, quel “Gracias a la vida” che verrà riproposto
in ogni lingua e da moltissimi cantanti, lo convincerà a riprendere anche la sua attività di cantante.
Come cantautore e compone nel 1961 la sua prima canzone: “Paloma quiero contarte”.
Le due attività lo assorbono
completamente.
Riceve molti riconoscimenti per
le sue attività . Nel frattempo partecipa attivamente alla campagna elettorale
di Allende per Unidad Popular. Dallo stesso Allende verrà nominato ambasciatore
culturale per il Cile. Nel 73, convinto da Pablo Neruda, dirige programmi
televisivi contro la guerra e il fascismo. Il golpe arriva improvviso ed
inatteso. Victor era membro del Partito Comunista, i militari lo sorprendono
all’università dove viene arrestato insieme a molti studenti e professori.
Torna , prigioniero, in quello stadio dove era stato applaudito . Il suo cadavere verrà riconosciuto dalla
moglie, Joan che così descrive la scena:
« Siamo saliti al secondo piano, dove
erano gli uffici amministrativi e, in un lungo corridoio, ho trovato il corpo
di Víctor in una fila di una settantina di cadaveri. La maggior parte erano
giovani e tutti mostravano segni di violenze e di ferite da proiettile. Quello
di Víctor era il più contorto. Aveva i pantaloni attorcigliati alle caviglie,
la camicia rimboccata, le mutande ridotte a strisce dalle coltellate, il petto
nudo pieno di piccoli fori, con un’enorme ferita, una cavità, sul lato destro
dell’addome, sul fianco. Le mani pendevano con una strana angolatura e
distorte; la testa era piena di sangue e di ematomi. Aveva un’espressione di
enorme forza, di sfida, gli occhi aperti. »
Dopo averlo massacrato dicendogli
“Su, cantaci una canzoncina ora” ed avergli spezzato
i polsi perché non suonasse più la chitarra, i militari l’hanno finito a colpi
di pistola. Il governo del fascista Pinochet vietò la vendita dei suoi dischi.
Non si
conosce la data esatta della sua morte. Chi dice il 16, chi il 23, chi il 26
settembre. Subito dopo il golpe.
Ma
neppure la morte riuscì a farlo tacere.
Infatti
una voce libera non si ferma. Così le sue canzoni giunsero anche a noi grazie a
gruppi esuli come gli Inti Illimani e i Quilapayun .
Discografia
essenziale:
1966 - Victor Jara (Arena)
1967 - Victor Jara (Odeon)
1967 - Canciones Folcloricas de America [Con i Quilapayun (Odeon)]
1969 - Pongo en tus manos abiertas (Jota Jota)
1970 - Canto libre (Emi-Odeon)
1971 - El derecho de vivir en paz (Dicap)
1972 - La poblacion (Dicap)
1973 - Canto por travesura (Dicap)
1974 - Canciones postumas
1967 - Victor Jara (Odeon)
1967 - Canciones Folcloricas de America [Con i Quilapayun (Odeon)]
1969 - Pongo en tus manos abiertas (Jota Jota)
1970 - Canto libre (Emi-Odeon)
1971 - El derecho de vivir en paz (Dicap)
1972 - La poblacion (Dicap)
1973 - Canto por travesura (Dicap)
1974 - Canciones postumas
Nessun commento:
Posta un commento