Stranezze in questa finta primavera. Piove, non piove,
maglione, t-shirt, mare, non mare. Insomma, c’è molta confusione meteorologica,
però sembra che si rifletta anche nella vita quotidiana.
Qualcuno, un vicecapo del governo, vuole eliminare il codice
degli appalti per due anni. La chiama moratoria. Lo vuole fare per dare slancio
ad un’economia malata.
Ora, lo sanno anche i sassi che appalti e subappalti sono
linfa vitale per le mafie e la corruzione. Il principio è che eliminando i
controlli tutto funzioni meglio e si creino posti di lavoro. Attenzione, non si
parla di rendere più efficaci, veloci, repentini e incisivi i controlli contro
la corruzione, ma di eliminarli tout court. Dei nuovi posti di lavoro,
moltissimi saranno in nero, o no?
Avete presente i caschetti indossati dagli addetti alle
impalcature nei cantieri? Servono come protezione per gli stessi. E se
qualcuno, un ministro per esempio, ci venisse a dire “siccome gli addetti
perdono 25 secondi per indossarli, per meglio sfruttare il tempo, eliminiamo
l’obbligo”, beh, forse qualcuno si stupirebbe. E se, dato per assodata
l’evasione fiscale, si decidesse di eliminare gli scontrini obbligatori e le
fatture per far meglio lavorare le cassiere?
Stramberie, in effetti, esattamente come quella di chiudere
i negozi che vendono cannabis light.
Anche in questo caso, come per gli appalti, a ringraziare saranno le
mafie e i narcotrafficanti. Da sempre siamo contro il proibizionismo, e da
sempre siamo per una distribuzione controllata, unico strumento per togliere
alle mafie il potere assoluto su distribuzione, smercio e controllo di ogni
tipo di droghe. La crociata che stanno facendo alcune parti retrograde di
magistratura e politica è decisamente antistorica. E bene ha fatto CODACONS a
ribattere la palla in campo dell’avversario (avversario del buon senso)
proponendo che se di fermare la vendita legale di droghe si parla, allora lo si
faccia con il tabacco, che, nei fatti, produce dipendenza e cancro come e più
dell’innocua marijuana. Per non dire del gioco d’azzardo, tema che pareva caro a
una parte del governo (quella con le stelle), ma che nei fatti dilaga come e
più di prima. Anche in questo caso è noto come molte cosche e individui non
proprio specchiati controllino case da gioco. Ed è noto come le dipendenze
dell’azzardo, il GAP (Gioco d’Azzardo Patologico) sia una delle malattie più
devastanti per l’economia domestica di moltissime famiglie e sociale. Tuttavia
moltissima politica, da quella nazionale più retriva a quella locale, anche,
ahinoi, quella sedicente innovatrice e riformista, non veda il problema. O non voglia vederlo.
E’ pur vero che non siamo soli nel mondo dell’assurdo. Leggo
che negli USA un’associazione pro live, quella contro l’aborto in difesa
strenua della vita umana, si pronuncia ferocemente contro l’abolizione della
pena di morte. Così è.
Per tornare a noi, occorre prestare molta attenzione a quel
che accade, alle parole pronunciate da chi vuole togliere le scorte a
giornalisti minacciati di morte, a chi attacca magistratura, giornalisti e
opinionisti se “rei” di non essere al servizio del più forte. Soprattutto se
questo più forte produce strumenti per agevolare non tanto la ripresa
economica, quanto il malaffare e le mafie. Occorre fare attenzione a chi
vorrebbe proporre aberrazioni, magari chiamate “decreto sicurezza” in cui si
propone una sanzione di 5000 euro per chi (attenzione alle parole) SALVA in
mare un immigrato.
A pensar male uno potrebbe dire che i voti costano fatica e
amicizie, e che poi queste amicizie hanno necessità di essere alimentate con
misure idonee a favorirle. Però noi vogliamo essere positivi, e vogliamo
credere ancora al primato della politica e del voto.
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