E allora siamo arrivati agli ultimi boatos di campagna
elettorale. Bella o meno sia stata, ognuno ne giudichi e dica. Però è tempo di
tirare le fila di un lavoro faticoso. Il vedere molte persone belle,
rispettabili e capaci candidate alle amministrative e il sapere di avere un
limite immenso che è quello delle due preferenze massime (in una sola lista e,
in caso di doppia scelta, devono essere di sesso diverso, pena l’annullamento
delle preferenze stesse), di conseguenza occorre optare non certo per il meno
peggio, ma per il meglio.
Personalmente è almeno un decennio che, escludendo
referendum e amministrative, non vado a votare. Non lo facevo più perché
mancano il pathos e la passione sufficienti. Scelta giusta o sbagliata? Non so,
è una scelta che chiedo di rispettare. In questa tornata ci sono anche le elezioni
europee, e per queste voterò.
Il ministro degli interni non nega che queste elezioni
saranno un referendum pro o contro di lui. Bene, auspico faccia la fine
dell’altro Matteo. Voterò contro Salvini, egualmente sceglierò la persona che
ritengo migliore. E siccome ho un ballottaggio in testa fra due candidati
entrambi validi, preferisco non dire. La notizia è che romperò il ciclo delle
astensioni.
Per la prima volta voterò invece per le amministrative
leccesi. Prima ero residente altrove. E’ un privilegio ed un onere non da poco.
Un onere perchè scegliere non è stato agile, fra le belle persone che conosco,
sparpagliate in più liste, optare, ho
solo due preferenze a disposizione, e questo significa scartare alcuni amici e
compagni che reputo stimabilissimi.
E’ un privilegio perché con il voto entro con prepotenza nel
girone degli amministrati in una città che ho scelto e che amo e dalla quale mi
aspetto molto.
Quando arrivai a Lecce, 15 anni fa, sapevo a malapena che
questa città era sulla carta geografica,
mi guardai attorno qualche tempo e scoprii un mondo fatto di accoglienza,
curiosità. “Cosa ci fa un piemontese qui?” era la domanda più ricorrente. E
scoprii una vitalità difficilmente riscontrabile altrove. Qui si fa cultura, e
chi la pratica lo fa con fatica, ma con una costanza che è addirittura
commovente. Qui si accoglie, appresi e andai a vedere quella scritta sulla
stele di Calimera: «Zeno esù en etiù 's
ti Kalimera», «straniero tu non sei qui a Calimera». Ecco, non mi sono mai
sentito straniero in questi luoghi, e
veramente non è poca cosa. Nel mio percorso leccese ho avuto incontri che mi
hanno aperto la mente e il cuore. Ovviamente ci sono stati anche scazzi, pochi
però. Arrivavo da una città che pubblica un trisettimanale ed ha le pagine
locali de La Stampa e mi ritrovavo in una città piccola come Alessandria, ma
con quattro quotidiani che poi sono diventati tre (con l’on line tutto è
cambiato ovviamente, ma ne eravamo agli esordi). E dove si legge c’è vitalità,
quando poi incontri per caso forse, o forse per empatia, una persona che
stimola la tua curiosità con la sua gentilezza piena di cose da dire e dare,
con la pacatezza dei saggi e quella rabbia curiosa di voler far uscire
dall’ombra nuovi artisti, del voler caparbiamente portare poesia dove poesia
non c’è, nel voler lavorare senza orari facendo cultura o dirigendo un
giornale; quando questa persona non solo ti accoglie, ma a volte mette a
disagio perché l’impressione che ti stia sopravvalutando è molta, perché ti
senti ascoltato, significa che questa vale la pena di spendere un voto, il
primo per me, a Lecce.
Voterò convintamente Mauro Marino perchè so cosa pensa,
soprattutto perché so che se ha pensieri segreti non posso che condividerli
perché così è sempre stato. Il documento programmatico che dice di cultura a
Lecce, che ho letto e che dice che la
città è anche il Salento tutto. E poi affido a Mauro la speranza di vedere
fiorire non un teatro, ma molte piazze e piazzette nelle sere estive, la voglia
di vedere esplodere non solo il centro storico, ma anche luoghi più periferici
con costi modesti, perché si può fare, si può uscire dai luoghi deputati alla “cultura”
per crearne di nuova, per veder fiorire iniziative.
Non solo lo voterò, conosciamo i meccanismi terrificanti
delle elezioni, molti dei (troppi) candidati non verranno eletti, auspico
veramente che una persona come Mauro, anche in caso di non elezione, venga
ascoltata per creare e portare avanti programmi culturali e non solo, Lecce
conosce Mauro e Mauro conosce Lecce come pochi, se questo non è un valore
aggiunto...
A presto!!
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