Quousque tandem
abutere, Catilina, patientia nostra?
Quamdiu etiam furor
iste tuus nos eludet? Quem ad finem sese effrenata iactabit audacia?
(Fino a quando dunque,
Catilina, abuserai della nostra pazienza?
Quanto a lungo ancora
codesta tua follia si prenderà gioco di noi? Fino a che punto si spingerà [la
tua] sfrenata audacia?) (Cicerone, prima orazione Catilinaria)
Mi è tornato in mente questo incipit di scolastica memoria
leggendo le brutte cronache che invadono i nostri giorni.
Leggo di un bimbo, a Venezia, multato di 66 euro per
“utilizzo di acceleratore di velocità” (la multa ovviamente è stata comminata
al di lui padre). Il terribile “acceleratore di velocità” è noto nel parlare
comune come “monopattino”.
Ora, chissà, aspettiamoci un’ordinanza che vieti di mangiare
un panino seduti su una scalinata, additando il reo come fuorilegge pericoloso.
Ops, già l’abbiamo, la fece l’ex sindaco di Lecce.
Leggo di una ragazza italiana, cooperante, rapita in Kenia
mentre faceva il suo lavoro con i bimbi locali, e leggo di commenti sui social
truci, terrificanti, che lasciano impotenti, facendo passare la ragazza come
“puttana che doveva starsene a casa” e altri che non cito per carità e buon
senso.
Leggo delle ville abusive dei Casamonica finalmente demolite,
e della passeggiata fatta dal ministro degli interni e dal presidente del
consiglio a vedere uno sfratto come i pensionati curiosi che guardano i lavori
nei cantieri. Quasi i due tipi non avessero nulla di più serio da fare se non
fare passerella davanti ai cronisti.
Leggo di una nave di Medici Senza Frontiere bloccata perché
accusata di gettare rifiuti tossici in mare. Gli stessi MSF che rischiano la
loro incolumità per salvare vite umane, secondo gli inquirenti in epoca del
governo guidato dai curiosi di sfratti, metterebbero in pericolo la vita e
l’ambiente per non fare la raccolta differenziata?
Leggo di una ministra molto attenta alla scelta del suo
parrucchiere che dice “l’Europa ci ha bocciato la manovra per colpa dei governi
precedenti” nuova versione di “e allora il PD?”. Che è poi la stessa
ministressa che in campagna elettorale giurava “NO TAP ora e sempre” e appena
arrivata al governo cambiò idea inopinatamente, alla faccia degli elettori
salentini che l’avevano elevata al grado di deputatessa. Come si dice: “cornuti
e mazziati”.
Leggo che quelli che urlavano contro l’occupazione della TV
pubblica da parte della politica, appena al governo si sono spartiti i canali
della RAI, “a me l’uno e il tre, a te il due”.
Uno ei primi risultati di questo scempio è stato vedere in TV un tizio
che si fa chiamare ministro, tal Toninelli Danilo, gattonare davanti a una
classe di bimbi.
Leggo sui social frasi sconvolgenti contro gli immigrati,
auspici di morte, di violenze, speranze che dietro ogni stupro ci sia un
immigrato, tralasciando il fatto che la maggior parte di omicidi di donne sia
fatto da italianissimi mariti o fidanzati che magari votano salvini.
Leggo che movimenti come casa pound o forza nuova, in
qualità di accesi sostenitori del governo guidato apparentemente da Conte, nei
fatti da Salvini e dal suo secondo Di Maio, sono sdoganati e tutto possono
fare. Il governo sgombera un centro con immigrati che si trovano, in inverno, a
dormire all’aperto e lascia tranquilli quelli di casa pound che occupano una
edificio da decenni. “Pecunia non olet” esattamente come i voti.
Leggo di “prese di coscienza” dei alcuni politici salentini
che passano da Forza Italia (il partito guidato da un preguidicato a cui manca
solo il reato di abigeato per completare il quadro) alla Lega (il partito
guidato da uno che chiamava fino a pochi mesi fa i meridionali “terroni di
merda” condannato a restituire 49
milioni di euro agli italiani, quattrini frodati dal suo partito).
Leggo che ogni cittadino della provincia di Lecce, neonati
compresi, gioca d’azzardo (slot, gratta e vinci e compagnia bella) 1200 euro
l’anno. Siccome io non gioco qualcuno getta via 2400 euro. E sento la mancanza
di sensibilità della politica locale al fenomeno, neppure la notizia ufficiale
che sono le mafie a gestire l’azzardo pare spostare l’attenzione dei nostri
governanti. Informare, fare una piccola campagna, costruire regolamenti
cittadini sulla materia, tutto sotto traccia, sotto silenzio. Forse non è un
problema.
Il tutto condito da ondate mai viste prima di xenofobia,
razzismo e inneggiamenti al pugno di ferro contro immigrati che arrivano qui
pieni solo di voglia di vivere e si trovano a sopravvivere malamente per
un’Europa assente e un’Italia forte con i deboli e debole con i forti. Con
tutti i TG e i giornali pieni di quella cosa stramba che non conoscevamo fino a
15 anni fa: lo spread.
Intanto, mentre il governo dei peggiori sgoverna, le
opposizioni si sfaldano come neve al sole. Il PD si presenta al suo congresso
con sette candidati in lotta fra loro, quasi fosse un partito vero che non è
sceso in pochi mesi dal 40 al 18% dei voti. Il resto delle sinistrate sinistre
alle prese con miniscissioni di minimovimenti litigiosi quanto inutili perché
rappresentano poco meno del 2% degli elettori.
Insomma, è un quadro desolante quello che leggo.
Raccapricciante a fronte dei problemi reali, della mancanza di soldi, della
disoccupazione, delle famiglie che non si curano più perché non possono reggere
economicamente il costo delle cure. Raccapricciante perché il paese cade a
pezzi per mancanza di manutenzione del territorio: fiumi che invadono ed
esondano, ponti che crollano, paesi distrutti da terremoti e mai ricostruiti, e
potremmo proseguire. Tuttavia, leggo sondaggi che assegnano agli attuali
governanti addirittura il 60% dei consensi. Pur prendendo con le pinze questo
dato è preoccupante sapere che troppe persone diano fiducia a politici
incapaci, xenofobi, figli della primissima repubblica, quella delle banane, quando
litigano e si ricattano con voti segreti “io voto il tuo decreto, tu vota il
mio altrimenti è guerra”.
La domanda che si impone è di antica memoria: “che fare?”
Senza partiti di riferimento, senza leader riconoscibili,
senza sapere chi votare in caso di elezioni anticipate, cosa rimane? Forse il
partire dal basso, dai movimenti, con l’umiltà di parlare con le persone che si
incontrano mettendo in luce le assurdità di questo governo non solo inutile, ma
dannoso. Forse c’è la necessità di un altro ’68, che metta in discussione
l’ordine apparente delle cose. Una rivolta silenziosa, piazze piene di gente
che discute, giuste contestazioni a ministresse ben pettinate quanto inutili e
dannose, soprattutto con la consapevolezza di voler votare non il meno peggio
ma il meglio, e questo meglio occorre cercarlo con attenzione, nonostante una
legge elettorale che criminalmente toglie valore alla stessa idea di democrazia
intesa come partecipazione.
Utopie? Forse lo sono, però me lo chiedo: quousque tandem
abutere patientia nostra?
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