E così siamo
inciampati nella repubblica detta terza. Il boom di voti alla lega di Salvini e
ai cinque stelle di Di Maio ha decretato la nascita del peggior governo della
storia repubblicana. In sostanza si sono messi assieme due populismi beceri,
uno di dichiarato stampo fascista, xenofobo e razzista, quello di Salvini che è
il re del luogo comune e dello sfrugugliare la pancia degli elettori incapaci
di discernere fra pericoli reali e fantasmi. Il peana “dagli all’immigrato” è
il leit motiv del leghista per nascondere l’incapacità del governo di mantenere
promesse come la sciagura flat tax e l’utopia reddito di cittadinanza. I suoi alleati di governo, i cinquestellati,
sono nella scia di Salvini, ininfluenti, senza peso. Si distingue il ministro
(ahi come certi ruoli sono finiti in basso, dire ministro un tempo faceva
pensare al rispetto per il ruolo, oggi, dopo il ministro Bossi, dopo La Russa,
che già avevano dato una bella botta alla credibilità del ruolo, arrivano le Lezzi, i Centinaio) Toninelli che pare
avere come unico ruolo quello di prostrarsi ai piedi di Salvini, fargli da
scendiletto e dire sempre si al suo capo.
Però stiamo
tranquilli, ci sono cose che passano dalla prima alla terza repubblica. Andrea
Mura, per esempio, deputato grillista e velista che, beccato per aver fatto nei
primi due mesi di legislatura, il 96% di assenze dall’aula, dice papale papale
che la politica lui la fa dalla sua barca, mica ha tempo da perdere in
parlamento. E’ vero che poi l’hanno espulso dal partito, però lui l’ha sempre detto
ai suoi capi e loro hanno taciuto finchè sono stati beccati con le dita nella
marmellata. Berlusconi style si chiama. Ecco perché oggi più che mai la
vigilanza della stampa è indispensabile. Giornalisti seri e capaci che portino
alla luce le porcate di certa politica.
Con queste assenze
probabilmente il Mura ha voluto anticipare uno dei due padroni del movimento a
cui appartiene, tal Casaleggio junior che dice che il parlamento è inutile e
che verrà presto sostituito dalla rete. Splendido colpo di genio, la riforma
della scuola, discussa al bar “bella tettona” verrà postata su facebook e tutti
potranno votarla. Tutti, vabbè in stile grillista ottiene un successo strepitoso
chi arriva a 15 voti favorevoli. Su 30 milioni di elettori non è poco. Con
buona pace della Costituzione, delle regole, della Democrazia.
E questo governo ha
degli alleati veramente decisi, seri, politicamente schierati. Forza nuova, per
esempio, stravede per salvini. Casa Pound che a Lecce lo accolse al grido di
“duce, duce”. In particolare si è distinto il leader di forza nuova (nuova in
cosa poi non si sa, si rifà al duce) Giuliano Castellino che è stato arrestato
non per violenza, macchè, ha banalmente frodato un milione e trecentomila euro
ottenuti con documentazione falsa come rimborsi per persone intolleranti al
glutine. Ancora soldi pubblici, come quelli rubati dalla lega e mai restituiti.
Nel frattempo il
governo apparentemente guidato da un tal Conte Giuseppe, un non eletto, ma
nominato. E apriamo una doverosa parentesi, chi scrive non ha mai votato PD e
non ha mai visto Renzi come uno statista, tuttavia è bene richiamare la memoria
alle urla dei grillisti e dei salviniani quando urlavano allo scandalo perché Renzi
“non è mai stato eletto”. Ecco, non per dire, ma appena tocca a loro prendono
dal cassetto un Conte qualunque, gli danno gli appunti e gli impongono di fare
il primo ministro sotto dettatura. In realtà sotto dettatura ci stanno pure i
cinque stelle che boccheggiano per star dietro alla verve neofascista di
salvini che si atteggia a ministro: dell’interno, degli esteri, dell’economia,
della difesa e delle infrastrutture. Immediatamente va a testa bassa contro gli
immigrati, dicendo che sono il vero ed unico problema dell’Italia. Al punto di
volere (probabilmente per un debito di riconoscenza con i produttori di armi)
estenedere il diritto di ogni cittadini dai dieci anni in su di armarsi fino ai
denti. E lo fa nel peggiore dei modi, lasciando in mare dei poveracci,
proseguendo i terribili accordi minnitiani con la Libia perché se li tenga nei
suoi lager, litigando con la Francia, con la Spagna, irritando la Turchia. E
siamo solo ai primi mesi. In tutto questo baillamme di politiche economiche,
flat tax e reddito di cittadinanza non si parla.
L’unico seguire
tenacemente Salvini prostrandosi ai suoi
piedi rimane l’inossidabile Toninelli che, come dice l’Espresso, riesce a
mentire spudoratamente dicendo che il governo ha fatto il decreto per la
chiusura dei porti (misura infame per una nazione civile) mentre non c’è
traccia alcuna del decreto stesso. Insomma, come scrive l’Espresso, Salvini e
il governo, anziché formalizzare un atto tanto importante, hanno agito solo su
twitter. E siamo all’inizio, è di questi giorni la volontà del sedicente
ministro degli interni di voler mettere il crocifisso in ogni luogo,
probabilmente anche nella case chiuse che vuole riaprire. Con grandissimo sfregio
della religione che viene utilizzata proprio come fanno i fondamentalisti
islamici peggiori, per guistificare, in nome di Dio, ogni massacro in mare e
non. A questo proposito citiamo Famiglia Cristiana che ha titolato “vade retro
Salvini” paragonandolo a Satana? La
domanda è, fino a quando un popolo civile e democratico come quello italiano
potrà sopportare questi improvvisatori pericolosissimi per la democrazia? Continueremo a tacere di fronte a un
sottosegretario che vuole uscire dall’euro? A un ministro indagato come Savona
che è antieuropeista? Purtroppo il vero vulnus di questa legislatura è la
mancanza di un’opposizione credibile. Tralasciamo i berlusconiani, ridotti al
lumicino e comunque lontani dall’idea di democrazia compiuta. Parliamo delle ex
sinistre, il PD avvoltolato su sé stesso, che prosegue a perdere consensi dopo
la catastrofe renziana, il resto delle sinistre che ancora, leggendo sui
social, si fa le pulci su chi è più puro di chi. Sbaglierò, però penso
veramente che sia l’ora di prendere in mano le cose dal basso, spazzando via
definitivamente leader e leaderini. Quelli col cachemire e quelli con la barba.
Ripartire dal basso, forse si può.
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