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mercoledì 19 aprile 2017

Aprile 1957: la Juventus acquista John Charles

E’ successo il 19 aprile 1957: La Juventus acquista il fuoriclasse inglese Jonh Charles. Dopo trattative serrate con Inter e Real Madrid, il presidente Umberto Agnelli ha dato la notizia ufficiale. 93 milioni di lire sono andate alla società proprietaria del giocatore, la Leeds United. 17 i milioni per l’ingaggio del fuoriclasse, 5 milioni lo stipendio annuale, contro le 25.500 lire settimanali che percepiva in Inghilterra. 


ANNO
PAGA
TRAM
GIORN.
CAFFE
PANE
LATTE
VINO
PASTA
RISO
CARNE
ZUCCH
BENZ
ORO
1945
11.000
4
4
20
45
30
75
120
60
400
720
20
819
1950
32.000
20
20
30
120
70
120
180
115
1.000
260
116
918
1955
43.000
25
25
40
150
90
120
190
170
1.200
260
138
721
In questa tabella un raffronto con la paga media negli anni '50. Allora come ora è sproporzionato il raffronto fra  le 516.000 lire annue di un dipendente e la paga di un giocatore.

Nei 5 anni di militanza nella Juventus, il “gigante buono” così chiamato per la sua statura imponente e per la sua bontà, infatti non venne mai ammonito né espulso, fece 93 gol, vinse tre scudetti e due coppe Italia. Memorabili le partite del “trio magico”: Boniperti, Omar Sivori e John Charles.

Dopo la Juventus tornò ai Leeds United, giocò con la Roma e terminò la carriera nel Cardiff City.

Al ritiro gestì un pub, morì a 72 anni nel febbraio 2004 a causa di un attacco di cuore a cui seguì l’amputazione di un piede.


Boniperti così lo descrisse:


«Quando eri vicino a lui ti sentivi bene. Eri protetto dalla sua figura, eri protetto dal suo silenzio. Con lui al fianco avresti affrontato il mondo. Ma quante ne prendeva John e non ha mai reagito. Lo picchiavano per fermarlo o per non farlo saltare e lui niente, sopportava. Mai un lamento. Quando proprio non ce la faceva più, mi diceva: “Boni, quello picchiato me”. Già, come se io non avessi visto. Quante volte nello spogliatoio, nell’intervallo tra il primo e il secondo tempo, mi dimenticavo di bere il té per cercare di convincerlo a saltare alzando i gomiti, in modo da proteggersi. “Tu non devi fare fallo – gli spiegavo – devi solo saltare tenendo le braccia larghe. Sarebbe sufficiente. E se fai così noi facciamo gol sempre”. Lui annuiva, giusto per farmi contento, Poi tornava in campo e si comportava esattamente come prima. L’unica sberla l’ha data a Sivori per stoppare una reazione isterica verso l’arbitro. E Omar l’ha presa. Fermo, zitto. L’ha guardato solo un po’ così» (fonte: storie del calcio)

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