Commenti

Non pubblicheremo commenti anonimi.

mercoledì 11 gennaio 2017

Notizie sparse

Notizie sparse.
Mentre ancora Lecce e il Salento metabolizzano una delle nevicate più copiose a memoria d’uomo, il gelo siderale e sotto zero imperversa rendendo i marciapiedi pericolosissimi e scivolosi. La neve si è sciolta, la gioia dei bimbi no, le vacanze di Natale, complice il freddo, proseguono per altri due giorni. Stato di calamità, con buona pace del mio amico Pierpaolo che prima di Natale, con temperature fra i 10 e i 18 gradi, scriveva laconico: “scuole chiuse in caso di calo delle temperature sotto i 10 gradi”.
Il racconto di Santino Di Matteo   "Quando Brusca ordinò di uccidere mio figlio" 
Giuseppe Di Matteo Ph. La Repubblica

E finalmente anche in Italia una botta di spionaggio come si deve. La scoperta delle rete di spioni è dovuta al caso e alla fatalità. I due fratelli diabolici avevano rubato centinaia di mail e password di migliaia di persone, capi di governo, logge massoniche, politici, industriali, giornalisti e via dicendo. Ancora non è chiaro a quale scopo, se estortivo, spionistico a favore di paesi terzi o che altro. Sapremo più avanti quanti sono gli spiati e lo scopo di cotanto lavoro. Ad oggi c’è fermento fra i personaggi noti, ognuno spera di essere inserito negli elenchi dell’ackeraggio, sarebbe brutto scoprire di non destare nessun interesse.
Tuttavia, ad una prima lettura della carte, la voglia di spezzare una lancia a favore dei due fratelli sorge spontanea. Loro si chiamano Giulio e Francesca Maria (nome molto noto a Solero, diffusissimo, pronunciato ‘Scamaria”) e di cognome, i poveretti, sono Occhionero. Ecco, con un cognome così neppure oso immaginare le angherie, le battutacce e i soprusi alle scuole dell’obbligo da parte dei compagni. Sono quei traumi dai quali si può uscire frantumati e con il segreto disegno di vendicarsi con il mondo intero.

Poi ci sarebbe l'affaire banche italiche. A fronte di dirigenti maldestri (o colpevolmente collusi?), incapaci e fondamentalmente ladri, le banche falliscono, a pagarne il conto, toh, i risparmiatori.
In questi giorni anche Poste Italiane, un tempo affidabili, pare abbia intenzione di restituire il maltolto. Gli sciacalli richiesero infatti a risparmiatori (pensionati, impiegati ecc.) l'adesione a fondi di investimento omettendo di dichiararne il rischio altissimo. I 2500 euro (quota minima di investimento "garantito") Poste li girò agli amici degli amici, i gestori di fondi immobiliari che in pochi anni hanno dilapidato tutto e fatto flop. Ora Poste Italiane, diventata banca, non scordiamo, propone di liquidare il tutto con 360 euro a quota. Per la serie "scusate ci eravamo sbagliati e a prenderla in c... debbono essere i pensionati". Per fortuna pare che il giochino non piaccia alle associazioni consumatori e pare che i ladroni istituzionali intendano restituire il maltolto. Un consiglio: rimandateli a vendere francobolli e distribuire corrispondenza, lo fanno male, ma almeno non danneggiano troppo. Pare eccessivo che quando entri in un ufficio postale ti propongano prodotti che vanno dal fondo di investimento ai preservativi, pura follia, altro che innovazione.

E veniamo al caso Ospedale di Nola. La storia è nota, Pronto soccorso preso d’assalto, ospedale con poche barelle, pochissimi letti. I medici fanno il loro dovere di medici: curano il paziente ad ogni costo, anche a terra. Cose da non dover mai vedere in un ospedale, però si sa come i continui tagli alla sanità e l’incapacità di Presidenti di regione bravissimi a insultare hanno ridotto gli ospedali. La prima reazione dell’ineffabile De Luca (l’impresentabile in area PD) è stata quella di sospendere i responsabili sanitari. Poi arriva l’altra ineffabile, il Ministro Lorenzin, che dice giustamente “i medici sono degli eroi”. Scordandosi di dire quanto il suo malgoverno della sanità abbia tagliato in fondi e mancate riforme. Suo e dei suoi predecessori ovviamente.
In sostanza è successo che a pagare siano stati i danneggiati, i medici e i responsabili locali che fanno salti mortali per offrire assistenza. E’ un po’ come se per la diga del Vajont avessero condannato solo il ragioniere che faceva le buste paga degli operai.


Ultima notizia, da ricordare sempre. Come ci rammenta Giulio Cavalli, esattamente 21 anni fa veniva ammazzato e sciolto nell’acido Giuseppe Di Matteo, un bimbo quindicenne tenuto prigioniero ben 779 giorni. La sua colpa era di essere figlio di Santino Di Matteo, un pentito che contribuì a far scoprire i carnefici del giudice Borsellino. Esecutori condannati: Vincenzo Chiodo, Salvatore Brusca e Giuseppe Monticciolo.

Nessun commento:

Posta un commento