Risale al 2012 il documento pubblicato da L’Espresso e redatto, secondo il settimanale,
da Verdini, Dell’Utri (pre galera) e Volpe Pasini, all’epoca uno dei
consiglieri più ascoltati da Silvio Berlusconi.
Ne parlava, fra l’altro,
Daniele Vecchi, giornalista de Il Fatto Quotidiano, presentando il suo nuovo
libro: IL PREZZO DEL POTERE (Chiarelettere editore)
E’ l’irresistibile ascesa
al potere di un ragazzotto già sindaco di Firenze.
A leggere oggi le proposte del documento del futuro
partito “La rosa Tricolore” sembra che
il programma sia stato prelevato pari pari da Matteo Renzi, appoggiato da
Verdini e Alfano.
I punti programmatici
consigliati dagli estensori del documento sono:
- via le tasse dalla prima casa.
- Via ogni controllo telefonico e sulle comunicazioni
se non in casi estremi.
- Via limite troppo stretto uso contanti.
- Abolizione equitalia.
- Condono e nuovo sistema di riscossione.
- Via carcerazione preventiva e riforma giustizia.
- Riforma del fisco.
- Via la burocrazia delle imprese.
- Banca pubblica che calmiera lo strapotere
delle banche.
- Immediata riduzione del debito con avvio
dismissioni spesa pubblica produttiva con rinegoziazione patto
di stabilità.
- Saldo dei debiti dello Stato verso le imprese.
- Statuto speciale per ogni Regione.
- Riforma dell'Architettura dello Stato in senso
presidenzialista o semi-presidenzialista.
- Abolizione dei finanziamenti pubblici dei
partiti.
La proposta di massima, per raggiungere
lo scopo, prevedeva Matteo Renzi a Palazzo Chigi e Silvio Berlusconi al
Quirinale. Per fortuna nostra la magistratura ha pensato a bloccare il caimano.
Restano mille dubbi sulla figura di
Matteo Renzi, sui suoi legami con banche e banchieri, su una riforma elettorale
rabberciata e indecente e soprattutto sul tentativo di stravolgere la Carta
Costituzionale.
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