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giovedì 17 settembre 2015

Renzi fugge se lo contestano?

Certo che Renzi l’ha studiata bene, la finale di Tennis negli USA fra due tenniste italiane, pugliesi entrambe, gli ha permesso di volare negli Sati Uniti con un volo di Stato per fare la sua porca figura di primo ministro vincente e sorridente.

Dopo le primarie della disfatta del PD

Ricordiamo altri momenti che hanno unito Istituzioni a finali, una su tutte il mondiale spagnolo vinto dall’Italia, in cui il Presidente Sandro Pertini volò a Madrid a tifare per la nazionale. Ma lui era il Presidente della Repubblica, non certo un segretario di partito con funzioni di primo ministro, Pertini rappresentava l’Italia intera, questo rappresenta sé stesso e chi lo ha voluto (non votato, non scordiamolo) dove sta. Se fosse andato negli USA il presidente Mattarella sarebbe stato un bel gesto, fatto dal sindaco di Firenze è solo propaganda. In buona sostanza, se la stessa scelta fosse stata fatta da Silvio il breve avremmo lanciato strali. Non successe semplicemente perché portava sfiga, nessuno in Italia ha vinto nulla nei vent’anni del suo governo.  

Ma sappiamo, al sindaco di Firenze piace vincere facile, Pertini presenziò a una finale internazionale, Renzi a una fra due italiane, lui non poteva che essere fieramente italico.
Altri strali sarebbero partiti se Silvio il breve avesse solo osato pensare di fare una riforma elettorale che prevede un parlamento di nominati e un senato di non eletti, la riforma elettorale che si potrebbe chiamare “Gelli / Renzi”. Avremmo riempito le piazze e gridato al golpe!
Comunque Renzi aveva ottimi motivi per fuggire con modalità da primula rossa. Doveva inaugurare la fiera del Levante a Bari, e a quella cerimonia avrebbe dovuto affrontare Emiliano che vede come un nemico, e uno stuolo di sindaci salentini che erano lì con tanto di fasce tricolori a contestare scelte criminali di governo quali la TAP, le trivellazioni, le piattaforme petrolifere nel mare fra i più belli del mondo. Ed erano sindaci di ogni provenienza politica, non certo solo di sinistra o solo di destra (due estremi che il premier vede come fumo negli occhi, addirittura nel PD pare sia vietatissimo dire “sinistra”, sostituito da “quelli che non stanno a destra”). E il sindaco di Firenze, ben sappiamo, le contestazioni non le sopporta, perché lui ha sempre ragione, lui è il migliore, con lui l’Italia riparte.
E non ha neppure la fantasia di immaginare comportamenti diversi. Pensiamo se avesse detto: “vengo a Bari però la sera voglio due maxischermi per vedere tutti assieme la finale degli USA”, sarebbe stato un colpo mediatico che avrebbe depotenziato le contestazioni, visto che le due atlete sono pugliesi,  in particolare salentine DOC (terra di sindaci contestatori), e che questa scelta gli avrebbe procurato le simpatie del popolo pugliese, catalizzato, come bene mostrano i giornali locali, da quella finale epocale e assolutamente inedita nel panorama del tennis mondiale.
Insomma, il sindaco di Firenze dimostra paura, ansia da prestazione, oltre che un’approssimativa conoscenza delle lingue straniere che si ostina a voler praticare. Andando negli USA a fare “ciao ciao” con la manina si è tolto dalle scatole quei retrogradi salentini in fascia tricolore (per altro eletti, a differenza sua). Se questo è uno statista si merita Salvini all’opposizione.
Il guaio per la Democrazia è che, visto il desolante panorama politico in cui navigano le sinistre sbrindellate, ce lo dovremo tenere a lungo. Almeno vent’anni, come dal 1920 ad oggi è accaduto ben due volte, con Mussolini e con Berlusconi. Prima e dopo: una faccia una razza.


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