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martedì 16 giugno 2015

Danilo Dolci, immigrazione e civiltà

"Su quel pagliericcio, c'era morto un bambino, di fame. Danilo* decise di sdraiarsi lì sopra, decise di starci senza più mangiare nè bere, starci fino a morire. O fino a quando le autorità non avessero provveduto a fare dell'inferno di Trappeto un posto più degno nel quale vivere.
A quanti domandavano a Danilo il senso di quel gesto lui rispondeva che non si può sopravvivere a qualunque cosa, perchè ci sono momenti nel quali la morte è preferibile  a una vita che appaia oscena convivenza con una ingiustizia troppo grande" [...]Sicilia, 1952.

(da: La Mossa del riccio, Davide Mattiello - Add Editore, 2011)

*Danilo Dolci, Sesana, 28 giugno 1924 - Trappeto 30 dicembre 1997 - Sociologo, Poeta, Educatore, Attivista non violento.



Articolo 5 
Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizione crudeli, inumani o degradanti. 

Articolo 6 
Ogni individuo ha diritto, in ogni luogo, al riconoscimento della sua personalità giuridica. 


La domanda di Danilo Dolci è attualissima: si può sopravvivere come se nulla fosse di fronte alla tragedia di persone alla quale assistiamo ogni giorno? In particolare nei nostri luoghi, l’Europa e l’Italia che dovrebbero essere culle di democrazia e civiltà e si dimostrano, nei fatti, annientatori dei diritti essenziali delle persone? La tragedia degli immigrati ci si propone con una crudeltà delle istituzioni che ricorda da vicino altri momenti, altri “campi di lavoro". Altri genocidi. Nei fatti siamo colpevoli non di non saper gestire un’emergenza che non si può più chiamare tale, parliamo piuttosto di omicidi plurimi premeditati. L’emergenza si cavalca con misure emergenziali ed ha durata limitata nel tempo, se questa dura da un decennio almeno si chiama improvvisazione, incapacità o peggio, premeditata volontà di mettere in mano alle mafie, ai corrotti, le vite umane di quelle persone che cercano solo dignità.   
Le parole e i comportamenti di governi sedicenti civili come quello Francese, quello Svizzero, quello britannico che respingono immigrati che vogliono solo passare sui loro territori per andare altrove, oppure, che il caso dell'Inghilterra, rifiuta di accogliere, sono inquietanti pensando ai destini dell'Europa che non vuole trovare una soluzione ad un'emergenza epocale, che  rimanda le decisioni di mese in mese mentre i profughi sbarcano di ora in ora. Questi governi violano gli accordi che hanno sottoscritto con la dichiarazione universale dei diritti umani. Mentre sono rigidi con la Grecia e con l'Italia imponendo la legge dell'economia da far pagare ai più poveri, sono molli a fronte delle convocazioni urgenti per pianificare come salvare vite umane, sono inesistenti.  Mentre sono guerreggianti esportando democrazia, sono colpevolmente impotenti nel praticarla a casa loro. Colonialisti d’accatto, complici nei fatti con le mafie internazionali.
E in Italia assistiamo ad una barbarie degna di altri tempi, di un altro ventennio. Governatori indecenti rifiutano di accogliere, minacciano di lasciare i loro comuni virtuosi allo sbando, così ha detto Maroni, così plaudono Zaia e l’altro, il servo muto di Berlusconi, l’automa, dalla Liguria. Maroni nei fatti minaccia di tagliare i servizi ai cittadini lombardi. Quando  dice che bloccherà i versamenti ai comuni che accolgono, sta dicendo esattamente questo: cari cittadini, non concordo con il vostro sindaco, quindi taglio i fondi alla vostra sanità, ai vostri servizi essenziali, alla vostra vita. Un tempo si chiamava rappresaglia!
Queste porcate nulla hanno a che vedere con la Democrazia e con la Costituzione.
Come si può sopravvivere a tutto ciò? Come si può permettere a qualche imbecille di chiamare "buonismo" la banale accoglienza? Questi analfabeti nostrani non conoscono neppure la lingua italiana, così il vocabolario Treccani spiega la parola "buonismo": 
buonismo s. m. [der. di buono]. – Ostentazione di buoni sentimenti, di tolleranza e benevolenza verso gli avversarî, o nei riguardi di un avversario, spec. da parte di un uomo politico; è termine di recente introduzione ma di larga diffusione nel linguaggio giornalistico, per lo più con riferimento a determinati personaggi della vita politica.
Bene, noi non ostentiamo nulla, gli immigrati non sono nostri avversari, anzi. E con personaggi come i tre governatori del nord, i corrotti, gli esponenti inetti di un governo accattone   non esterniamo neppure tolleranza, solo gelido disprezzo.
Definire "emergenza" un traffico di esseri umani  è follia pura, è voler negare l'innegabile: la responsabilità dei governi italiani! Negli anni hanno, di fatto, favorito le mafie e i corrotti di estrema destra e di sinistra. Coop sedicenti "rosse" che taglieggiavano, criminali di varia natura diretti da un nazista legato a sua volta alle  mafie dei pacchetti di voti e via dicendo. Ora Alemanno va in TV a dire che lui non c'entra con i voti che gli arrivavano chissà come e chissà da dove.
Ora il PD di Renzi scarica Marino e sostiene a spada tratta De Luca. Giusto per segnare il territorio forse. Il tutto sulla pelle di migliaia di esseri umani. Nessuno ha diritto di chiamare emergenza un movimento voluto, foraggiato, creato e gestito dai signori del crimine ("rende di più l'accoglienza del traffico di cocaina" diceva un criminale della mafia romana), e gestito sotto l'ala protettrice di governanti ad ogni livello al servizio  di questi corrotti, di questo malaffare.
 Il governo Renzi si limita, colpevolmente, a cavalcare quella che chiama emergenza ma che le persone normali chiamano quotidianità.
Fino a quando? Fino a quando ci vedremo costretti a vedere immigrati derubati dalle mafie, depredati anche della dignità in cambio di “cinquanta centesimi l’uno a l giorno mi bastano”, ed ora scaricati in una stazione o sugli scogli di Ventimiglia come pacchi? L’emergenza finirà quando avrà termine la pazienza. In questa fanghiglia viscida gestita da un governo incapace, inetto, nei fatti colluso, esiste solo una piccola luce, sta negli occhi dei ragazzi, delle donne, dei bimbi che riescono a sbarcare.




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