"Su quel
pagliericcio, c'era morto un bambino, di fame. Danilo* decise di sdraiarsi
lì sopra, decise di starci senza più mangiare nè bere, starci fino a
morire. O fino a quando le autorità non avessero provveduto a fare
dell'inferno di Trappeto un posto più degno nel quale vivere.
A quanti
domandavano a Danilo il senso di quel gesto lui rispondeva che non si può
sopravvivere a qualunque cosa, perchè ci sono momenti nel quali la morte è
preferibile a una vita che appaia oscena convivenza con una ingiustizia
troppo grande" [...]Sicilia, 1952.
(da: La Mossa
del riccio, Davide Mattiello - Add Editore, 2011)
*Danilo Dolci, Sesana, 28 giugno 1924 - Trappeto 30 dicembre 1997 - Sociologo, Poeta, Educatore, Attivista non violento.
La Dichiarazione Universale dei diritti
umani recita :
Articolo
5
Nessun
individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizione
crudeli, inumani o degradanti.
Articolo
6
Ogni
individuo ha diritto, in ogni luogo, al riconoscimento della sua
personalità giuridica.
La domanda di Danilo Dolci è attualissima: si può
sopravvivere come se nulla fosse di fronte alla tragedia di persone alla quale
assistiamo ogni giorno? In particolare nei nostri luoghi, l’Europa e l’Italia che
dovrebbero essere culle di democrazia e civiltà e si dimostrano, nei fatti,
annientatori dei diritti essenziali delle persone? La tragedia degli immigrati ci
si propone con una crudeltà delle istituzioni che ricorda da vicino altri
momenti, altri “campi di lavoro". Altri genocidi. Nei fatti siamo
colpevoli non di non saper gestire un’emergenza che non si può più chiamare
tale, parliamo piuttosto di omicidi plurimi premeditati. L’emergenza si cavalca con misure emergenziali ed ha durata limitata nel tempo, se
questa dura da un decennio almeno si chiama improvvisazione, incapacità o
peggio, premeditata volontà di mettere in mano alle mafie, ai corrotti, le vite umane di
quelle persone che cercano solo dignità.
Le parole e i comportamenti di governi sedicenti civili come
quello Francese, quello Svizzero, quello britannico che respingono immigrati
che vogliono solo passare sui loro territori per andare altrove, oppure, che il
caso dell'Inghilterra, rifiuta di accogliere, sono inquietanti pensando ai destini
dell'Europa che non vuole trovare una soluzione ad un'emergenza epocale, che
rimanda le decisioni di mese in mese mentre i profughi sbarcano di ora in
ora. Questi governi violano gli accordi che hanno sottoscritto con la
dichiarazione universale dei diritti umani. Mentre sono rigidi con la Grecia e con l'Italia imponendo la legge dell'economia da far pagare ai più poveri, sono molli a
fronte delle convocazioni urgenti per pianificare come salvare vite umane, sono inesistenti. Mentre sono guerreggianti esportando democrazia, sono colpevolmente impotenti
nel praticarla a casa loro. Colonialisti d’accatto, complici nei fatti con le mafie internazionali.
E in Italia assistiamo ad una barbarie degna di altri tempi,
di un altro ventennio. Governatori indecenti rifiutano di accogliere,
minacciano di lasciare i loro comuni virtuosi allo sbando, così ha detto
Maroni, così plaudono Zaia e l’altro, il servo muto di Berlusconi, l’automa,
dalla Liguria. Maroni nei fatti minaccia di tagliare i servizi ai cittadini lombardi. Quando dice che bloccherà i versamenti ai comuni che
accolgono, sta dicendo esattamente questo: cari cittadini, non concordo con il
vostro sindaco, quindi taglio i fondi alla vostra sanità, ai vostri servizi
essenziali, alla vostra vita. Un tempo si chiamava rappresaglia!
Queste porcate nulla hanno a che vedere con la Democrazia e
con la Costituzione.
Come si può sopravvivere a tutto ciò? Come si può permettere
a qualche imbecille di chiamare "buonismo" la banale accoglienza?
Questi analfabeti nostrani non conoscono neppure la lingua italiana, così il
vocabolario Treccani spiega la parola "buonismo":
buonismo s.
m. [der. di buono]. – Ostentazione di buoni
sentimenti, di tolleranza e benevolenza verso gli avversarî, o nei riguardi di
un avversario, spec. da parte di un uomo politico; è termine di recente
introduzione ma di larga diffusione nel linguaggio giornalistico, per lo più
con riferimento a determinati personaggi della vita politica.
Bene, noi non ostentiamo nulla, gli immigrati non sono
nostri avversari, anzi. E con personaggi come i tre governatori del nord, i corrotti, gli esponenti inetti di un governo accattone non
esterniamo neppure tolleranza, solo gelido disprezzo.
Definire "emergenza" un traffico di esseri umani è follia pura, è voler negare l'innegabile: la
responsabilità dei governi italiani! Negli anni hanno, di fatto, favorito le
mafie e i corrotti di estrema destra e di sinistra. Coop sedicenti
"rosse" che taglieggiavano, criminali di varia natura diretti da un
nazista legato a sua volta alle mafie
dei pacchetti di voti e via dicendo. Ora Alemanno va in TV a dire che lui non
c'entra con i voti che gli arrivavano chissà come e chissà da dove.
Ora il PD di Renzi scarica Marino e sostiene a spada tratta
De Luca. Giusto per segnare il territorio forse. Il tutto sulla pelle di
migliaia di esseri umani. Nessuno ha diritto di chiamare emergenza un movimento
voluto, foraggiato, creato e gestito dai signori del crimine ("rende di
più l'accoglienza del traffico di cocaina" diceva un criminale della mafia
romana), e gestito sotto l'ala protettrice di governanti ad ogni livello al
servizio di questi corrotti, di questo
malaffare.
Il governo Renzi si
limita, colpevolmente, a cavalcare quella che chiama emergenza ma che le
persone normali chiamano quotidianità.
Fino a quando? Fino a quando ci vedremo costretti a vedere
immigrati derubati dalle mafie, depredati anche della dignità in cambio di
“cinquanta centesimi l’uno a l giorno mi bastano”, ed ora scaricati in una
stazione o sugli scogli di Ventimiglia come pacchi? L’emergenza finirà quando avrà termine la pazienza. In
questa fanghiglia viscida gestita da un governo incapace, inetto, nei fatti colluso, esiste solo
una piccola luce, sta negli occhi dei ragazzi, delle donne, dei bimbi che
riescono a sbarcare.
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