Denunciamoli per induzione all'ignoranza!
Basta con i produttori di telefoni che fanno fotografie, basta con gli spacciatori di quelle strambe prolunghe per fare i selfie! Uno Stato etico deve difendere i più deboli anche dalla loro stessa imbecillità.
Basta con i produttori di telefoni che fanno fotografie, basta con gli spacciatori di quelle strambe prolunghe per fare i selfie! Uno Stato etico deve difendere i più deboli anche dalla loro stessa imbecillità.
Si fanno chilometri, si spendono quattrini per vedere un
museo o una scultura, per ammirare dal vero quello che su un computer puoi
tranquillamente osservare da casa, però un quadro appeso o una scultura destano emozioni diverse, hanno le loro rotondità, asprezze, espressioni ruvidità o morbidezza
che puoi accarezzare con lo sguardo quando non addirittura sfiorare con una mano. Le emozioni stanno lì, nel
vedere quella pennellata che in fotografia difficilmente si nota, e, diciamolo,
nella possibilità di dire finalmente, dopo anni di aspettative, “io ho visto
il pensatore di Rodin o la Gioconda, e li ho ammirati nella loro completezza”.
Loro no, loro arrivano, immediatamente voltano le spalle all'opera senza degnarla di uno sguardo neppure di sfuggita, si piantano in faccia
sorrisi idioti e fanno il selfie. Per carità, poi anche loro diranno di aver visto opere d'arte, ma è falso!
Salviamoli dalla loro stupidità per favore!
Fra qualche tempo fotograferanno i Promessi Sposi e diranno
di averlo letto tutto in un fiato.
E poi trilioni di scatti di cellulari per fare fotografie
che, scaricate da internet, hanno qualità sicuramente più dignitosa.
Ma di selfie si vive, ahinoi. Lo fanno anche noti primi
ministri italici, con lo stesso sorriso idiota. Ma questo è altro discorso.
Parigi val bene un selfie, anche i corvi che volano nei suoi
cieli, anche quel tramonto sulla Senna e le baguette. Anche i clochards che
dormono sugli scalini di edifici pubblici, troppi per Parigi e troppi per ogni
città italiana anche di media grandezza.
Parigi con i suoi bistrot e le centinaia di italiani che
incontri in ogni dove. D'altronde Ryan air costa poco se prenotata per tempo.
Basta avere qualche accortezza tipo l’evitare di acquistare qualcosa che ti
vogliono propinare. Un caffè “espresso signore?” “certo che si” ti viene
servito in un bicchiere di dimensioni ciclopiche e con le istruzioni per l’uso:
“tolga il coperchio, metta lo zucchero, rimetta il coperchio per bere il caffè”
un gioco di retine che bloccano la solidità di una poltiglia simil fango. Poi
comprendi il perché tante parole e tanta attenzione, il caffè costa tre euro.
Italiani quindi, moltissimi, molti gli spagnoli, poca lingua
inglese e tedesca in giro, forse non hanno vacanze di Pasqua, chissà. Poi la Tour Eiffell avvolta dalla pioggia e in lontananza sotto una velatura appannante,
nebbiosa, triste. “E’ smog, non è nebbia” mi si dice. Pare che Parigi sia inquinata all'eccesso. Passeggiate sotto il cielo di Parigi, in spianate verdi immense, Champs-Élysées, altri giardini, tutto bello, lindo. Moltissime le biciclette in
bike sharing, tutte belle, pulite, funzionanti. Piste ciclabili ovunque, il
ricordo di Lecce con le biciclettine disegnate su marciapiedi in promiscuità con
i pedoni è inquietante. Parigi è capitale però…
Nessun commento:
Posta un commento