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domenica 12 aprile 2015

Impressioni d'aprile

Impressioni d’aprile.

Strambo aprile, freddo freddo, neve da qualche parte. Eh si, “le mezze stagioni non ci sono più” dice un vecchio luogo comune che fa rima con i negri che hanno la musica nel sangue e simili.

E con l’inverno che non termina aumentano i dubbi sul buon senso. Vedevo la rossa Lilli Gruber una sera, intervistava Salvini reduce da sei mesi di presenze in ogni trasmissione televisiva, compresi gli intermezzi pubblicitari. 
Da quando è segretario della lega nord più le spara grosse, più i “giornalisti” fanno a gara per averlo nei loro salotti, quasi i telespettatori fossero tutti idioti e chiedessero immondizia. (Il virgolettato si impone, uno può pensare che la parola “giornalista” sia di per sé sinonimo di intelligente informazione, cosa assolutamente falsa).
Bene, il Salvini aveva appena detto che i campi rom debbono essere rasi al suolo immediatamente e i rom s’arrangino (se rimangono sotto le ruspe per Salvini non è mica un problema). E mentre il leghista dibatteva con la renziana doc Debora Serracchiani, la Gruber si è improvvisamente Signorinizzata e si è proposta in versione gossip (proprio come il terrificante settimanale Chi) ed ha chiesto all’asfaltatore di rom se fosse vera la sua storia affettiva con una nota conduttrice televisiva. La risposta mi ha indotto, per una volta, ad essere d’accordo con Salvini che ha chiesto di scindere vita privata da vita pubblica, affetti da scelte politiche. Ora, comprendiamo bene le pruderie della Gruber, vuole, con salti mortali degni di ben altri lavori più dignitosi,  alzare l’audience di uno dei seimila talk di LA7, però a tutto dovrebbe esserci un limite, uno spettatore che guarda quel programma se ne scatafotte degli amori di Salvini, preferisce sapere se vuole veramente massacrare rom e immigrati. Ma questo per Lilli sono dettagli, lei ambisce a dirigere Chi in tandem con Signorini, forse. 

Giovedi un processato per bancarotta fraudolenta entra in tribunale armato, ammazza un giudice, il suo avvocato ed un suo socio, poi fugge.
Come possa uno entrare armato in tribunale è mistero, come possa uscirne dopo aver compiuto una strage è mistero ancora più inquietante. Però sono le reazioni che agghiacciano, mi dice un amico barbiere che molti suoi clienti commentano: “bene ha fatto, doveva ammazzarne di più”, su facebook fioriscono pagine di solidarietà con l’omicida. Posizioni estreme forse, ma che lunga la dicono sulla considerazione che si ha della vita e della morte, sull’importanza che si dà alla magistratura. Diranno gli psichiatri se l’omicida sia o meno sano di mente, diranno i giudici a quale pena dovrà essere condannato, però un dubbio sibila insistente, dopo vent’anni in cui arcinoti uomini di governo picchiano duro sulla magistratura, la demoliscono, la massacrano, dopo che il solito Salvini dice che è giusto farsi giustizia da soli, non è scontato che uno si senta superiore e si faccia giudice di sé stesso? E chi apre pagine di solidarietà con l’omicida non è lui stesso vittima di parole e comportamenti criminali di alcuni personaggi di governo, oltre che complici di omicidio?
Ci sono persone che commettono reati, si fanno eleggere, diventano primi ministri e dicono che quei reati (proprio quelli) non sono più tali, ma solo marachelle. E chi non può fare il primo ministro? Anche lui può pensare di risolvere personalmente la cosa forse.  

E va bene così, nel frattempo il Partito Democratico lombardo lancia una lotteria: per ogni iscritto sotto i trent’anni metà biglietto per l’expo è gratis. Oplà, il gioco è fatto. Nota un’amica su facebook che molto tempo fa a Napoli distribuivano scarpe sinistre, dopo le elezioni, se tutto andava bene, davano anche le destre assieme a un Kg. Di pasta. L’uomo di chiamava Achille Lauro ed era un armatore, il partito si chiamava Democrazia Cristiana.  Mi chiedo quale sia la differenza fra Lauro e il PD lombardo.

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